Primo redentore ed ultimo redentore Pubblicato il 19 Aprile, 2017

Il compito di Moshè Rabbèinu è quello di stabilire un legame fra la realtà Divina soprannaturale e quella materiale del nostro mondo. Questa forza particolare di Moshè Rabbèinu troverà espressione anche nel nostro Giusto Moshiach, e per questo è detto che anche la Redenzione futura avverrà per merito di Moshè.  

“Moshè fu destinato alla redenzione fin dalla sua creazione”
La liberazione del popolo Ebraico dall’Egitto avvenne per mano di Moshè Rabbèinu, a proposito del quale i nostri Saggi hanno detto: “Moshè fu destinato alla redenzione fin dalla sua creazione”. E non solo la liberazione dall’Egitto avvenne per suo tramite, ma, secondo quanto i nostri Saggi aggiunsero: “Moshè è il primo redentore ed è l’ultimo redentore.” Ciò significa che anche la redenzione che sarà portata in futuro dal nostro Giusto Moshiach, avverrà per merito di Moshè. La particolarità unica di Moshè Rabbèinu è descritta dalla Torà con le parole: “Moshè ish Elokì” (“Moshè uomo Divino”). A questo proposito hanno chiesto i nostri Saggi: “Se è Divino, perchè uomo? E se è uomo, perchè Divino?” E la loro risposta è stata: “Dalla metà in giù, uomo; dalla metà in su, Divino”. Ciò che costituisce l’essenza di Moshè Rabbèinu quindi, è la combinazione di un lato Divino e di uno umano.

Un autentico collegamento
Il compito di Moshè Rabbèinu è quello di stabilire un legame fra la realtà Divina soprannaturale e quella materiale del nostro mondo. Non è sufficiente che D-O si riveli nel mondo in modo soprannaturale, per mezzo di miracoli e prodigi. Bisogna piuttosto che la santità Divina si colleghi e si unisca all’ambito naturale del mondo. Se la rivelazione Divina non si riveste dell’ambito materiale del mondo, ma lo spezza stravolgendone gli schemi, non si viene a formare un collegamento autentico. Se anche al momento può esservi una rivelazione Divina di portata eccezionale, davanti alla quale tutti restano ammutoliti ed impressionati, una volta che questa rivelazione viene a cessare, il mondo torna alla sua percezione naturale di sempre. Per questo, la rivelazione Divina deve avvenire all’interno del sistema naturale del mondo materiale, poichè solo allora diverrà chiaro che la natura stessa è parte del soprannaturale Divino.

Il tramite
Per creare questo collegamento vi fu bisogno di Moshè Rabbèinu. Egli funse da tramite per il collegamento di Divino e natura, come egli stesso dice, nella Torà: “Io sto fra D-O e voi” (Devarìm 5:5). Moshè si pone fra D-O ed il popolo d’Israele e crea un collegamento fra di essi. Per poter fare ciò, Moshè Rabbèinu stesso doveva comprendere dentro di sè questi due aspetti: quello Divino e quello umano. Da un lato egli è uomo “ish”, e dall’altro egli ha una parte che è Divina, soprannaturale. In virtù di questa caratteristica egli potè collegare la santità Divina alla realtà naturale.

Moshè e Moshiach
Questa forza particolare di Moshè Rabbèinu troverà espressione anche nel nostro Giusto Moshiach, e per questo è detto che anche la Redenzione futura avverrà per merito di Moshè. Moshiach porterà a termine l’opera iniziata da Moshè, e completerà il collegamento fra la realtà naturale e la santità soprannaturale. Ed è a proposito di ciò che è detto: “Come nei giorni della tua uscita dall’Egitto ti mostrerò prodigi”. Infatti, i miracoli della redenzione futura saranno considerati prodigiosi anche in confronto a quelli dell’uscita dall’Egitto, poichè essi dimostreranno e riveleranno, che anche la stessa realtà naturale è essenzialmente Divina. Ed allora si realizzerà il fine ultimo: “E D-O sarà Re su tutta la terra”, nella Redenzione vera e completa, possa essa avvenire subito e di fatto.
(Sefer haSichòt 5751, pag. 398)

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