Una cantica alla redenzione Pubblicato il 25 Gennaio, 2018

Nella ‘cantica del mare’, nella quale i Figli d'Israele lodarono D-O per i prodigi che aveva compiuto in loro favore, compaiono alcuni versi che si riferiscono alla redenzione futura.

kriat iam suf 2“Il Santuario, o mio D-O, che le Tue mani hanno predisposto” (Shemòt 15:17)
Dopo i miracoli dell’apertura del mar Rosso, Moshè e i Figli d’Israele cantarono la ‘cantica del mare’, nella quale lodarono D-O per i prodigi che aveva compiuto in loro favore. Al termine della cantica, compaiono alcuni versi che si riferiscono alla redenzione futura: all’ingresso nella Terra d’Israele, al suo insediamento ed infine si parla del Tempio – “La residenza che Ti sei riservato, o D-O, il Santuario che, D-O, le Tue mani hanno predisposto” (Shemòt 15:17). Il fatto che in questa cantica venga ricordato il Tempio richiede una spiegazione, poiché qual’è il nesso che lo collega ai miracoli dell’uscita dall’Egitto? Il fatto che si ricordi l’ingresso nella Terra d’Israele è naturale, essendo esso una continuazione ed un completamento dell’uscita stessa dall’Egitto, secondo quanto D-O disse ai Figli d’Israele, quando si trovavano ancora in Egitto: “Vi porterò via dalla sofferenza dell’Egitto, verso il paese dei cananei” (Shemòt 3:17); ma cosa ha a che fare qui il Tempio?

Chi governa il mondo
La spiegazione a ciò è collegata all’essenza più interiore e profonda di questa cantica. Nel suo senso più semplice, la cantica vuole lodare D-O per i miracoli ed i prodigi che ha compiuto in favore del Popolo d’Israele. Nel suo senso più profondo, invece, questa cantica esprime il fatto che nei miracoli dell’uscita dall’Egitto e dell’apertura del mar Rosso si è rivelata la sovranità di D-O ed il Suo pieno dominio sul mondo. Questi miracoli hanno provato agli occhi di tutti che il Santo, benedetto Egli sia, domina il mondo e lo governa in ogni suo corso. Per Sua volontà egli innalza una nazione, e per Sua volontà Egli la fa cadere e sconfiggere. Per Sua volontà Egli governa il mondo secondo le leggi della natura, e per Sua volontà Egli sconvolge gli schemi naturali e fa ergere l’acqua come fosse un muro di pietre. Questo Suo dominio si è manifestato agli occhi di tutto il mondo, al tempo dell’uscita dall’Egitto.

Due mani
La pienezza di questa rivelazione Divina si manifesta nel Tempio, a proposito del quale è stato pronunciato il comando: “FateMi un santuario ed Io dimorerò in essi” (Shemòt 25:8). D-O risiede nel Tempio e rivela lì la propria presenza agli occhi di tutti. Lì, la forza Divina non è celata e tutti vedono la santità Divina. Lì, i miracoli sono un fatto abituale. Si trova un’espressione di ciò anche nella cantica, nella quale è descritto il Tempio: “Il Santuario, o mio D-O, che le Tue mani hanno predisposto”. A proposito di ciò i nostri Saggi hanno detto: “Il Tempio è caro a D-O Che, quando creò il Suo mondo, non lo creò che con una sola mano, come è detto ‘La Mia mano ha fondato la terra’ (Isaia 48:13), mentre al momento di costruire il Tempio, lo farà, per così dire, con due mani, come è detto: “il Santuario che, D-O, le Tue mani hanno predisposto”. Il significato di ciò è che nel Tempio le mani di D-O sono rivelate ed Egli Stesso Si manifesta tramite il Tempio.

Il Terzo Tempio
Questa rivelazione fu già manifesta in larga misura nel Primo Tempio, e proprio per questo, con la sua costruzione, il Popolo Ebraico raggiunse uno stato di pace e di tranquillità, e non vi era nessun’altra nazione straniera allora che governasse nella terra d’Israele. Questa non fu tuttavia una rivelazione completa, motivo per il quale il Tempio fu distrutto. La rivelazione Divina più completa si avrà nel Terzo Tempio, cosa che conferirà ad esso il pieno diritto al titolo di “il Santuario che, D-O, le Tue mani hanno predisposto”. I Figli d’Israele, quando uscirono dall’Egitto, cantarono alla redenzione futura ed alla costruzione del Terzo Tempio, possa esso essere eretto presto, ai nostri giorni, tramite il nostro giusto Moshaich.
(Da Likutèi Sichòt, vol. 31, pag. 77)

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