Dal possesso di un uomo comune a quello di un re Pubblicato il 9 Novembre, 2023

Il diritto del popolo d'Israele al possesso della Terra d'Israele nella sua interezza iniziò di fatto con l'acquisto del primo luogo: la 'Grotta di Machpelà'. Avraham pagò il pieno valore di quel luogo e nessuna nazione del mondo può venire a contestare nulla!

 

Ed il campo di Efròn passo in proprietà ad Avraham
Alla morte di nostra Madre Sara, Avraham andò dai figli di Chet, chiedendo loro di poter comprare la grotta di Machpelà, che si trovava nel campo di Efròn, come ‘terreno da destinare a sepltura’. Efròn gli propose tutto il campo, compresa la grotta, in regalo. Avraham, però, restò saldo nel suo proposito di comperare tutto a prezzo pieno, come egli disse: “(Considera che) ti ho dato il prezzo del campo, accettalo da me”.
Alla fine, Efròn fissò come prezzo una somma considerevole: “quattrocento sicli d’argento”, ed Avraham pagò per intero la cifra richiesta: “Quattrocento sicli d’argento, moneta corrente fra i mercanti”. A questo punto, la Torà dice; “Così il campo di Efròn passò in proprietà  (‘vayakàm‘, che significa anche: ‘si elevò’, aumentando d’importanza) … ad Avraham che lo aveva acquistato”.

Recisione del legame
Cosa significa l’espressione ‘vayakàm‘ (passò in proprietà – si elevò)? Spiega Rashi: “Fu un innalzamento per esso (il campo) il fatto di passare dal possesso di un uomo comune al possesso di un re”. Ciò vuol dire che si trattò di un acquisto particolare, un passaggio di proprietà da un uomo comune ad un re.
Quando un uomo qualunque compra un oggetto da un altro, sull’oggetto resta il nome del venditore. Nonostante l’oggetto sia stato venduto all’acquirente ed ora gli appartenga, resta tuttavia traccia del fatto che un tempo esso fu di proprietà del venditore, e che poi fu venduto al compratore.
Non è così quando un re acquista un oggetto. Dato che tutto lo stato appartiene al re ed è il re stesso che concede ai sudditi l’autorità di possedere qualcosa, avviene che, quando il re acquista un oggetto, il legame fra l’oggetto e il venditore si interrompe completamente, e non viene ricordato in nessun modo a chi esso fosse appartenuto in precedenza.

A prezzo pieno
Questo è il significato dell’acquisto che Avraham fece del campo di Efròn: in questo modo vi fu un’ “elevazione” del campo, esso passò dal grado di campo privato a quello, ben più elevato, di possedimento del re. Questo acquisto recise completamente qualsiasi legame fra Efròn e la grotta di Machpelà, tanto che non rimase più alcun rapporto fra lui ed il campo, che divenne, invece, proprietà di Avraham, come se fosse stato da sempre suo.
Ciò spiega anche l’ostinarsi di Avraham a non accettare il campo in regalo, ma a volerlo pagare proprio per il pieno del suo valore: in questo modo Avraham volle eliminare qualsiasi legame di appartenenza tra Efròn ed il campo, affinchè esso divenisse di proprietà esclusiva sua e degli altri Padri.

Anche nel tempo dell’esilio
La grotta di Machpelà è uno dei tre luoghi (gli altri due sono il luogo del Tempio e la tomba di Yosèf, a Shchèm) dei quali i nostri Saggi dissero: “Le nazioni del mondo non possono truffare Israele dicendo che essi (questi luoghi) sono in mano loro come cosa rubata”. I commentatori spiegano la particolarità di questi luoghi, con il fatto che essi conservano la loro santità anche nel tempo dell’esilio: la Presenza Divina non si muove dal Muro Occidentale e le preghiere di Israele passano anche oggi attraverso la grotta di Machpelà (e ciò vale anche per la tomba di Yosèf).
La particolarità unica della grotta di Machpelà è che essa fu il primo luogo che fu acquistato a vantaggio del popolo d’Israele, nella terra d’Israele. E dato che esso fu acquistato per seppellire Sara, la madre di Izchak, è evidente che esso non ha alcun legame con Ishmael. E così la grotta di Machpelà dà forza e vigore, potenza di re, al fatto che la terra d’Israele, nella sua interezza, resti nelle mani del popolo d’Israele, fino alla Gheulà vera e completa, che verrà grazie al nostro Giusto Moshiach. 

(Likutèi Sichòt, vol. 35, pag. 82)

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