I segreti del Tempio. Parte seconda Pubblicato il 16 Luglio, 2023

Secondo una specifica richiesta del Rebbe, riguardo al periodo delle tre settimane in particolare (dal 17 di Tamùz al 9 di Av), cerchiamo di offrire qui un'occasione di studio delle leggi riguardanti il Tempio, fornendo la traduzione (libera) di un avvincente discorso del Rebbe sull'argomento stesso, nel quale vengono messi in luce aspetti importanti e del tutto innovativi, riguardanti il Tempio, l'Arca ed il luogo dove essa è conservata.    

3. Bisogna anche comprendere:
a. Dalle parole del Rambam (“e sapendo che alla fine sarebbe stato distrutto, vi costruì un luogo…”) sembra che Salomone costruì il ‘luogo’ nel Tempio, seguendo una propria opinione. Ciò è poco comprensibile, in quanto ogni particolare del Tempio fu costruito secondo l’ordine di D-O, nel qual caso, come è possibile che Salomone abbia costruito qualcosa di propria iniziativa?

b. A quale scopo il Rambam conclude questa parte parlando a lungo degli Urim e dei Tumim (inseriti nel pettorale del Sommo Sacerdote, essi contenevano il Nome di D-O e permettevano al Sacerdote di porre domande su importanti questioni e ricevere risposte Celesti in modo diretto), in rapporto al  Secondo Tempio? Apparentemente, nonostante gli Urim ed i Tumim abbiano un aspetto in comune con l’Arca, in quanto entrambi “non tornarono con il Secondo Tempio”, essi non hanno attinenza con le halachòt del Tempio, in quanto appartengono alle vesti Sacerdotali, che vengono trattate nelle halachòt che riguardano gli arredi del Tempio ed il loro servizio. Perché, allora, il Rambam li cita qui, fra le halachòt riguardanti il Tempio?

c. Va detto qui, che ciò che collega gli Urim ed i Tumim , all’Arca non è solo il fatto che entrambi ‘non tornarono con il Secondo Tempio’, ma piuttosto e soprattutto il fatto che essi condividono con l’Arca una medesima essenza, ed è questo il motivo per cui essi furono citati nello stesso contesto delle halachòt che parlano dell’Arca.

     4. Ciò si rende più chiaro con la precisazione del contesto in cui il  Rambam inserisce queste halachòt:
All’inizio delle halachòt riguardanti il Tempio, il Rambam distingue quali siano le sue parti essenziali, quelle che costituiscono il Santo ed il Santo dei Santi, e quali le parti che costituiscono gli oggetti atti al culto, che egli passa, poi, a citare nei particolari, descrivendo la loro dislocazione. Secondo ciò, però, l’Arca sembrerebbe appartenere agli oggetti del Tempio utilizzati per il culto. Come è possibile, allora, che i suoi particolari ed il luogo dove essa dovrà essere messa al riparo, siano trattati nelle halachòt che si occupano dell’edificio del Tempio? Ma proprio il fatto che l’Arca si trovi nel Santo dei Santi, secondo il Rambam, fa comprendere che essa è parte integrante della costruzione del Tempio. L’Arca, cioè, non è solo un oggetto per il culto, che si trova nel Santo dei Santi, ma una parte del Santo dei Santi stesso, poiché l’Arca fa del Tempio una casa per D-O, come è scritto: “Là Io mi manifesterò a te”. Questo spiega perché il Rambam non conti l’Arca fra gli oggetti del Tempio: l’Arca, di per sé, non è uno di quegli oggetti, essa è una parte integrante del Santo dei Santi.

   Da qui si vede sorgere, però, un fatto molto strano: secondo quanto detto, nel Secondo Tempio, in cui non vi era l’Arca (al suo posto), il Santo dei Santi non poteva essere completo, dato che l’Arca ne era una parte essenziale. Nel Secondo Tempio sarebbe venuto a mancare, quindi, non un particolare, ma una delle cose che ne costituivano la sua essenza! Proprio per rispondere a ciò, il Rambam si dilunga sul luogo dove l’Arca è stata nascosta e messa al riparo, poiché ciò fa comprendere che anche nel Secondo Tempio, non vi era una mancanza nella “costruzione del Tempio”. 

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