Il Terzo Tempio Pubblicato il 26 Luglio, 2023

In questo mese di Menachem Av, lo studio e l'attenzione, che D-O ci chiede di porre in tutto ciò che riguarda il Tempio, viene considerato da D-O Stesso, come se noi ci occupassimo della costruzione vera e propria del Tempio.  

 

      Nel mese di Menachem Av, il mese in cui Moshiach è nato (9 di Av), il Tempio è stato distrutto ed il Terzo Tempio verrà costruito, noi ci occupiamo, in particolare, del Tempio. Fra il primo ed il secondo Tempio vi furono delle differenze: particolari esistenti nel primo, mancavano nel secondo. Il Terzo Tempio avrà l’unicità di comprendere, oltre alle proprie particolarità, anche quelle del primo e del secondo.

      Per capire ciò, per afferrare l’essenza del Terzo Tempio, occorre comprendere meglio quella del primo e quella del secondo. Vi fu una machlòket (controversia) fra Ramban e Rambam, su quale fosse l’oggetto più importante del Tempio. Secondo il Ramban, l’oggetto più importante era l’Arca della Testimonianza, dove erano custodite le Tavole del Patto, mentre per il Rambam, l’oggetto più importante era l’Altare, sul quale venivano offerti i sacrifici. La machlòket riguardava quindi la funzione essenziale del Tempio. Per il Ramban era la rivelazione della Presenza Divina nel mondo, (l’Arca era il luogo dal quale HaShem parlava al Popolo d’Israele), un movimento quindi di discesa dall’alto verso il basso.  Per il Rambam, invece, era la forza di elevare e collegare il Popolo d’Israele al Creatore, collegare spirito e materia, un movimento, quindi, di elevazione dal basso verso l’alto. Il termine ‘korbàn’ (sacrificio) stesso, infatti, nella sua radice, comprende il significato di ‘avvicinamento’.

      Secondo queste caratteristiche, troviamo che la posizione del Ramban rispecchi il Primo Tempio, mentre quella del Rambam, il Secondo. Il livello del Popolo d’Israele, che si occupò del Primo Tempio era quello di gente elevata, “zadikìm“, ‘giusti’. Col Secondo Tempio, dopo la distruzione, dopo l’esilio, si parla già di “baalèi tshuvà“, ‘penitenti’, che sono ritornati a D-O. Due tipi  di servizio differenti, che  HaShem richiede, però, da noi, entrambi, per arrivare ad una vera completezza.

     Ecco quindi il significato del Terzo Tempio. Il tre è un numero di unione, che, comprendendo l’uno e il due, li trasforma in un’unità nuova e completa. Il Terzo Tempio, allora, comprende sia la rivelazione dall’alto, che il lavoro di purificazione dal basso. Se guardiamo, inoltre, al luogo, dove il Tempio verrà costruito, vediamo che, da un lato, si parla di posti estremamente elevati: Erez Israel, l’Har haBait, mentre dall’altro, sappiamo che esso si ergerà non sul punto più alto, bensì su di un avvallamento tra due alture. A ciò si riferisce il verso: “Kemigdàl Davìd zavarèch” (“Il tuo collo come la torre di Davìd” – da Shir haShirìm, 4:4).  Il collo (zavàr) è una parte alta dell’uomo, ma non la più alta.

    Per capire perché il Tempio non venga costruito nel punto più alto, bisogna comprendere la differente funzione che, nel corpo dell’uomo, svolgono la testa ed il collo. La testa è la parte che sta più in alto, la parte più vitale ed essenziale, che sta a capo di tutto. Nonostante,   però,  dia vita a tutto il resto, essa non può operare senza un passaggio, che le permetta di influire sul resto del corpo.

    La testa è HaShem, che per scendere e rivelarsi qui nel mondo, deve passare per il collo: il Tempio. Perché ci sia un collegamento, però, fra Creatore e creato, ci deve essere un combinarsi sia del lavoro, che viene dal basso, che dell’influenza, che viene dall’alto. Il collo, infatti, non è solo il luogo, che permette il passaggio dell’influenza di ciò che viene dall’alto, la testa, ma anche  di ciò che viene dal basso, il cuore. Questo è il Terzo Tempio. Che possiamo vederlo noi oggi, con Moshiach Zidkeinu, nella Gheulà  completa, subito!

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