Il potere di guarire Pubblicato il 5 Febbraio, 2024

Dalle regole che riguardano la cura e la guarigione del corpo, noi impariamo le regole che riguardano la salute dell'anima.    

 

Mishpatim (b)

   Nella nostra parashà è scritto ‘verapò ierapè‘ (conseguire una completa guarigione) (Shemòt 21;19), ed i nostri Saggi dicono che da questo verso si impara che è stata data al medico la facoltà di guarire. Nell’insegnamento della Chassidùt noi impariamo che da ogni cosa al mondo noi dobbiamo trarre un insegnamento riguardante il nostro servizio Divino. Un simile insegnamento viene applicato anche alla professione del medico e del farmacista.
Chi entra in una buona farmacia, e vede immediatamente l’assortimento di medicine esposte per la vendita, in grado di guarire diverse malattie, fra le quali anche malattie pericolose, resta impressionato davanti a tale offerta, ed a ragione. Il farmacista però deve chiarire al cliente (ed a se stesso, ovviamente), che le medicine non sono più che strumenti che aiutano a guarire. Le medicine non guariscono di per sé.
Perché i medicamenti siano efficaci sono richieste due condizioni essenziali:
1) L’abbinamento del farmaco alla malattia deve essere fatto da un medico esperto. Il dottore deve istruire il malato in modo preciso su quali farmaci egli debba assumere, in quali dosi e quando.
2) Il malato deve assumere la medicina di fatto. Con la diagnosi del medico e l’acquisto dei farmaci, il processo di guarigione non è ancora cominciato. Il malato deve prendere le medicine!

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Ogni Ebreo è un emissario del Santo, benedetto Egli sia. Ognuno ha la parte di mondo che egli deve riparare e guarire. D-O ha fornito ciascuno delle medicine necessarie all’adempimento del proprio compito. Queste medicine spirituali, però, non bastano. Come una farmacia piena di medicine non guarirà il malato, senza la consulenza di un medico autorizzato, e la somministrazione dei farmaci di fatto, così avviene anche nella sfera spirituale.
1) Ogni Ebreo deve essere istruito su cosa deve fare e su come deve agire. Senza il giusto consiglio, egli potrebbe rovinare invece che rimediare. Come per una persona che ingerisca un farmaco senza che questo gli sia stato prescritto dal medico, la cosa può essere molto pericolosa per lui. Esattamente come non ci affideremo alle istruzioni di uno che abbia letto diverse enciclopedie e si sia procurato un’attrezzatura medica, e non ci faremo curare da lui, così non ci accontenteremo di uno studio individuale, e non decideremo da soli come comportarci, ma seguiremo sempre la guida dei saggi.
2) Un buon consiglio non ha alcun valore se non viene messo in pratica, così come i farmaci che restano sullo scaffale non portano guarigione. Nessuna scusa cambierà la situazione. Anche la scusa che il momento non è adatto o che le nostre capacità non sono sufficienti, non cambieranno la situazione. Noi dobbiamo sapere che tutti i rifiuti vengono dall’istinto del male, che non è per nulla interessato a che noi guariamo. La guarigione verrà solamente se adempiremo al nostro compito spirituale, di fatto.

(Riassunto da Likutèi Sichòt, vol. 11, pag. 298)

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