Io sono HaShem, Colui che ti guarisce”” Pubblicato il 24 Aprile, 2023

La guarigione portata da HaShem è differente da quella, operata da un dottore in carne ed ossa. Nella fede e completa fiducia che ci lega a Lui, noi possiamo, improvvisamente scoprire, che non vi è più posto per la malattia.  

 

    Il mese di Iyàr è un mese capace di portare guarigione, come si impara dall’acronimo composto dalle sue lettere: אני יי ראפך  – אייר  (Io sono HaShem, Colui che ti guarisce). La guarigione portata da HaShem è differente da quella operata da un dottore in carne ed ossa. Il medico riceve da HaShem il permesso ed il potere di guarire, ma la guarigione che è in grado di fornire, vale dal momento in cui interviene  in poi. HaShem, invece, sradica la malattia, come se essa non avesse mai colpito l’uomo.

     I mesi dell’anno non vengono citati dalla Torà secondo il loro nome, ma secondo il loro ordine numerico, e ciò per mostrarci che i mesi costituiscono un continuo unico. Il secondo mese, il mese di Iyàr, è secondo rispetto al primo, e cioè al mese di Nissàn. Ogni mese costituisce una preparazione al mese seguente. Lo Shabàt in cui si benedice il mese, infatti, è sempre uno Shabàt che cade nel mese precedente e da questo, il nuovo mese viene benedetto. Il mese di Iyàr è il proseguimento del mese di Nissàn.

      Ciò che caratterizza il mese di Nissàn è la Gheulà miracolosa, che avvenne in esso. Essa fu una redenzione al di sopra dei limiti della natura. Il Santo Benedetto Egli sia, in persona, venne a liberare il Popolo d’Israele. Addirittura il nome del mese, Nissàn, nel quale la lettera nun (enne) compare due volte, viene ad indicarci ‘miracoli miracolosi’ (nissèi nissìm). È il mese di Nissàn, che fornisce la forza al mese di Iyàr, di essere un mese di guarigione,  nell’ordine di ‘Io sono HaShem, Colui che ti guarisce’. Il Santo, Benedetto Egli sia, in persona, al di sopra della natura, sradica completamente la malattia, come se essa non fosse mai esistita fin dall’inizio.

       Come vi è una malattia del corpo e la sua guarigione, così vi è una malattia dell’anima e la sua guarigione. Il periodo che va da Pèsach a Shavuòt, il mese di Iyàr, è un tempo in cui il clima diventa più caldo e i desideri del corpo si rinvigoriscono. Lo yèzer harà (l’istinto del male) diventa più forte, in questa stagione. Per questo è uso studiare Pirkèi Avòt (Le Massime dei Padri) in questo periodo. Pirkèi Avòt stimolano l’uomo a ricercare e a perseguire buoni tratti del carattere ed a rinforzare l’istinto del bene, contro quello del male. Pirkèi Avòt aiutano nella guarigione dell’anima, la cui necessità risalta di più in questo mese.

       Il mese di Nissàn è un mese di Gheulà, sia materiale che spirituale. Il Popolo d’Israele, uscendo dall’Egitto, si è liberato delle 49 porte dell’impurità. Così, ogni anno, in questo mese, ogni Ebreo deve liberarsi di ciò che non è bene, diventare di nuovo un vero ben-chorìn (uomo libero), non più soggetto ai disturbi dello yèzer harà. Per questo non si dice tachanùn durante tutto il mese di Nissàn. Tachanùn è una richiesta di perdono per i propri peccati, mentre nel mese di Nissàn non vi è bisogno di una simile richiesta. I giorni stessi sono così elevati, da avere in essi il potere di espiare  i peccati. Nel mese di Nissàn non vi è la necessità della guarigione dell’anima. È un mese di Gheulà, di libertà, al di sopra delle malattie. Quando però, dopo, arriva il mese di Iyàr, le forze della natura riprendono vigore. La fioritura si rinnova, gli alberi germogliano, ed anche lo yèzer harà si risveglia e si rinforza, È necessaria quindi una forza particolare per combatterlo. È necessaria una guarigione dell’anima. Il mese di Iyàr viene benedetto dal mese precedente, con ‘Io sono HaShem, Colui che ti guarisce’, una guarigione al di sopra della natura, che sradica la malattia dall’inizio. Vengono date qui le forze per elevarsi anche nel mese di Iyàr, per arrivare anche in questo periodo ad una vera liberazione spirituale.

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