9 Adar II 5784 - 19 Mar 2024 Tue

Un Pensiero al Giorno (HaYomYom)


Martedì                                                   9 Adàr 2                                                  5703

Nella benedizione Borè Nefashòt, si dice al kol ma she barata, “kol” con un cholam e...

Read More »

.

“Un sacrilegio nei confronti dell’Eterno” Pubblicato il 19 Marzo, 2024

Quando la condotta dell’uomo verso il suo prossimo è mancante, si è portati a pensare che ciò riguardi solo, per l’appunto, l’uomo ed il suo prossimo. La Torà ci viene ad insegnare invece, che è proprio contro D-O che noi agiamo, in quel caso!


Un albero particolare Pubblicato il 3 Dicembre, 2023

Una grande carrozza nera doveva portare l’Admòr HaZakèn fino alla prigione, dove i suoi nemici volevano rinchiuderlo. Per strada, però, accadde che…


Due differenti dinamiche Pubblicato il 21 Settembre, 2023

teshuva-8

La traduzione convenzionale per teshuvà è ‘pentimento’, ma essa ne limita il suo vero significato. La sua traduzione più fedele, che ne rispecchia anche il concetto espresso, è ‘ritorno’.


HaMelech ba sadè (‘il Re nel campo’) Pubblicato il 17 Agosto, 2023

il-re-nel-campo

La vicinanza di D-O al Suo popolo si esprime, in particolare, nel mese di Elùl, come risulta dalla suggestiva parabola dell’Admòr HaZakèn, del ‘re nel campo’.


Elùl e la teshuvà Pubblicato il 16 Agosto, 2023

La teshuvà riflette un grande e struggente desiderio di aderire a D-O, desiderio che aggiunge energia e vigore ad ogni aspetto del nostro adempimento della Torà e delle mizvòt.


La forza anche di un solo pensiero di teshuvà Pubblicato il 7 Luglio, 2023

Non possiamo immaginare la forza che ha anche solo un pensiero rivolto al pentimento!


Perché la teshuvà non rientra nel numero delle mizvòt Pubblicato il 22 Maggio, 2023

teshuva 0

Tutto lo scopo del pentimento è che esso porti ad un risveglio interiore, ad un desiderio di tornare a D-O, un risveglio che deve venire dall’uomo stesso. Per questo non può esservi un comando in proposito, poiché allora un simile processo non sorgerebbe dall’uomo stesso. Ecco perché la Torà non ha comandato di pentirsi, affinché questo processo sia in tutto e per tutto solo il frutto di una iniziativa interiore dell’uomo.


Il Vitello d’Oro – L’apertura al pentimento Pubblicato il 18 Febbraio, 2022

teshuva

La differenza fra il servizio di un giusto e quello di un penitente riguarda due diverse vie di servire D-O. Il servizio del giusto è quello di rivelare il Divino nel mondo. Il servizio del penitente, invece, eleva il mondo fisico stesso alla santità.


HaYomYom: 11 Nissàn 5772 Pubblicato il 22 Aprile, 2012

Nel giorno del proprio compleanno, l’uomo deve ritirarsi in solitudine per una parte del suo tempo, e ripensare alle proprie esperienze, meditando intensamente su di esse. Egli deve, quindi, pentirsi e correggere quelle azioni (del suo passato), che richiedono correzione e pentimento.