“Andrà tutto bene” Pubblicato il 29 Marzo, 2012

Spesso si sogna, ma raramente i sogni prendono un significato di realtà. Quello però fu molto più di un sogno. Si trattava di un messaggio miracoloso e reale allo stesso tempo!

Il fatto accadde poco prima di Purim, sei anni fa. Meir Chai, abitante di Bnei Barak e frequentatore del locale Beit Chabad, si svegliò una notte sotto l’impressione fortissima di un sogno del tutto particolare. Meir Chai racconta: “Nel sogno ho visto il Rebbe in via Rabbi Akiva, la strada principale di Bnei Barak, vicino ad un chiosco della lotteria. Il Rebbe mi si rivolse chiedendomi di andare da Yisrael Baumflax e di dirgli che, con l’aiuto di D-O, andrà tutto bene. Non riuscii a cogliere subito il nome, e così chiesi al Rebbe: “Chi? Yisrael Motiflax?”. Il Rebbe scosse la testa e si offrì di scrivermi il nome. Trovai un pezzo di carta e lo porsi al Rebbe. Egli mi chiese una penna e scrisse il nome. Lo ringraziai e gli augurai un ‘Pèsach kashèr e felice’. Vidi il Rebbe lanciarmi uno sguardo meravigliato e subito mi resi conto che mancava poco a Purim. Immediatamente mi corressi ed augurai al Rebbe un felice Purim. Il Rebbe sorrise e disse una sola parola, ‘Mechubàd’ (onorato). Al mio risveglio, raccontai il sogno a mia moglie”. “Yisrael Baumflax? Ma è il boss di nostra figlia!”…

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Quello stesso pomeriggio, la figlia di Meir Chai tornò dal lavoro raccontando una triste storia. Moràn, la figlia del suo boss era andata, come fanno molti altri giovani, a girare un po’ per il mondo e si trovava ora in Brasile. Insieme ad un amico, avevano deciso di andare a vedere un carnevale, nel sud del paese. Camminando per le strade, avevano notato improvvisamente dei lampi di luce e, pensando a dei fuochi d’artificio, si erano avvicinati per vedere meglio. Fu così che si trovarono coinvolti in una sparatoria fra bande di trafficanti di droga. L’amico restò ferito, anche se leggermente, e subito cercò Moràn per vedere come stesse. Rimase shockato quando la vide stesa per terra, in una pozza di sangue. Una pallottola l’aveva raggiunta al cuore, ed essa lottava per rimanere in vita. La figlia di Meir Chai, al termine del suo racconto, rimase stupita nel vedere le facce sbalordite dei suoi genitori. Proseguì comunque dicendo: “Il mio boss ha chiamato oggi in ufficio per annunciare che lui e sua moglie erano in partenza per il Brasile. Ha aggiunto che solo un miracolo poteva salvare sua figlia.” Ora tutto diventava chiaro. Meir Chai, dopo aver raccontato alla figlia del sogno, si affrettò a chiamare Yisrael Baumflax, fiducioso del fatto che quando “uno zadìk decreta, D-O realizza ciò che egli dice”. Certo, se il Rebbe aveva dato la sua benedizione in un modo così sorprendente, essa era destinata ad avverarsi. Yisrael Baumflax si sentì colpito ed incoraggiato dal racconto del sogno. Il giorno seguente, Meir Chai poté sentire dalla radio e dai giornali la storia dell’incredibile miracolo. La Divina Provvidenza aveva fatto in modo che un Israeliano passasse vicino al luogo della sparatoria, proprio mentre l’amico di Moràn gridava in Ebraico, in cerca di aiuto. Moràn fu trasportata in ospedale in condizioni che la vedevano più di là che di qua. Ma la Divina Provvidenza non aveva smesso di fornire il suo aiuto miracoloso. Il medico più bravo ed esperto dell’ospedale, che aveva terminato per quel giorno il suo turno di lavoro, per una qualche ragione sentì di doversi fermare più a lungo. Se ne fosse andato, il medico che avrebbe preso il suo posto sarebbe stato di gran lunga meno abile di lui. Si trattava di un ospedale tutt’altro che moderno e privo dell’equipaggiamento tecnico necessario a far fronte a simili emergenze, eppure, nonostante ciò, il miracolo ebbe luogo. Dopo aver visitato Moràn, il dottore disse che le sue condizione erano disperate. “Il suo cuore è del tutto andato!” Non c’era niente da fare, se non aspettare la sua morte. Il dottore ebbe, allora, un’idea ‘folle’ anche secondo la scienza medica. Egli decise di operare Moràn, estrarle il cuore e palparlo manualmente. Cosa c’era da perdere? Sapeva che si trattava di un passo drastico, che comportava un intervento chirurgico di tipo estremamente raro e complicato, ma l’unica alternativa era quella di lasciarla morire. Era questione di secondi. Il dottore mise in atto le sue intenzioni, ed estrasse il cuore di Moràn, iniziando a palparlo. Una forza interiore lo spingeva a continuare. Nel giro di pochi minuti, accadde l’incredibile. Il cuore, che sembrava non avere più alcuna possibilità di funzionare, iniziò a battere! La pulsazione era molto più debole del normale, ma si trattava purtuttavia di un incredibile miracolo medico. Il dottore stesso stentava a credere a quello che stava accadendo. Statisticamente, una simile operazione ha una possibilità su 10.000 di riuscita! Quando Moràn si riprese un po’, fu trasferita in un ospedale più moderno. Lentamente, dopo un lungo periodo di riabilitazione,  Moràn riguadagnò la sua salute. Chi l’avrebbe creduto?

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