Due storie in una. Prima parte Pubblicato il 29 Marzo, 2012
Sari era abituata a nascondere il proprio dolore e a dedicarsi con entusiasmo al benessere altrui, che le era caro come e più del proprio. Mai più, però, avrebbe pensato di poter essere un veicolo, per l'avverarsi di un vero e proprio miracolo!
Un giorno, uno studente chiese a Sari di dedicare il Salmo 6 alla guarigione di sua nonna, che era ricoverata in condizioni critiche, Sari, che conosceva bene la madre di quel ragazzo, si recò all’ospedale, a visitare la malata. L’anziana donna era stata operata, affinché le venisse applicato un ‘bypass’, ma proprio durante l’intervento, durato nove ore, si scoprì che le sue condizioni erano molto più serie di quel che si pensasse. Passata al reparto di terapia intensiva, essa rimase a lungo priva di coscienza. Quando, alla fine, si risvegliò, il dolore era così insopportabile, che si dovette tornare ad anestetizzarla. A causa della complessità del trattamento e dei tubi, le corde vocali della donna rimasero lese, ed i dottori dissero che, in ogni caso, non sarebbe più stata in grado di parlare.
Il tempo passò. Giorni, settimane, mesi, senza che le condizioni migliorassero. Si arrivò al mese di Yiàr, e Sari insegnò, in classe, il discorso del Rebbe, che parla del mese di Yiàr, come un mese particolarmente favorevole alla guarigione, come dice il suo stesso nome che, in Ebraico, è un acronimo del detto “Io sono D-O, il tuo Guaritore”. Al termine delle lezioni, il nipote della malata tornò allegro a casa ed informò sua madre, che la nonna sarebbe guarita. Alla successiva visita di Sari, la madre del ragazzo le chiese di ripeterle, ciò che il Rebbe aveva detto sul mese di Yiàr. La donna spiegò di aver perso ormai ogni speranza di una vera guarigione, e che sarebbe stata già contenta, se solo sua madre avesse potuto essere dimessa dal reparto di terapia intensiva, e passare, perlomeno, ad un reparto normale. “Per carità”, le disse Sari, “D-O non permette che si parli così. Il Rebbe spiega che il Guaritore di ogni carne, può portare la guarigione in un modo tale, che la malattia è come se non fosse mai esistita, fin dall’inizio. Devi sperare e pregare che tua madre lasci l’ospedale, completamente guarita!”
Dopo essersi accomiatata, Sari iniziò a pensare ai dollari del Rebbe, che erano in suo possesso. Forse avrebbe dovuto darne uno alla malata; chissà che quella non fosse la via per un miracolo. Sari fu improvvisamente presa dai dubbi. Non le era facile pensare di staccarsi da uno dei dollari, che aveva ricevuto direttamente dalle mani del Rebbe. Chissà, poi, se la famiglia l’avrebbe accettato e apprezzato? Arrivata a casa, Sari decise di scrivere al Rebbe, esprimendo i suoi dubbi e chiedendo consiglio. La risposta che ricevette, nella pagina dell’Igròt Kodesh, dove aveva inserito, “a caso”, la lettera, diceva che ogni Ebreo ha l’obbligo di aiutare un altro Ebreo, a prescindere dalle sue qualità, dal suo retroterra, ecc. Per Sari era chiaro: doveva dare il dollaro. Nonostante la decisione fosse stata presa, ci vollero alcuni giorni, prima che Sari si sentisse pronta.
Fu precisamente il 6 di Yiàr 5764, che Sari scelse uno dei dollari del Rebbe e, con esso, si presentò alla famiglia, nella stanza dell’ospedale. Quando la figlia della malate vide Sari, scoppiò in lacrime. “Prendi questo dollaro,” disse Sari, consegnandole la banconota, sulla quale era segnata la data in cui l’aveva ricevuta dal Rebbe: il 21 di Yiàr, ” e prendi anche questa foto del Rebbe. Mettili sotto il cuscino della malata. Dille che questo è un dollaro del Rebbe di Lubavich, per la sua completa guarigione. Come il Rebbe ha promesso, D-O è il Guaritore di ogni carne ed Egli può far sparire la sua malattia, come se non fosse mai esistita. Per il 21 di Yiàr, tua madre non sarà più in ospedale.” Sari non capiva dove avesse trovato il coraggio di fare simili asserzioni. Chi le aveva messo in bocca quelle parole? Sari si sentì come se non fosse stata lei a parlare. Le parole le erano uscite da sole, come se qualcun altro avesse parlato attraverso di lei. La figlia della malata accettò, commossa, il dollaro e fece come Sari le aveva detto: lo mise sotto il cuscino della madre, spiegandogliene la provenienza, pur pensando che, tanto, ella non poteva sentirla.
La mattina successiva, quando l’infermiera venne ad accudire l’ammalata, come ogni mattina, per poco non svenne, lei, insieme alla figlia della malata: l’anziana donna era sveglia! Non solo, ella cominciò persino a parlare: “Dov’è il denaro?” “Quale denaro?” – si meravigliò la figlia. Il timore era che, dopo tutto quel tempo, la povera donna potesse essere in uno stato confusionale. La verità, però, era ben diversa, il che fu chiaro, quando la domanda venne ripetuta in termini più precisi: “Dov’è il dollaro, che il Rebbe mi ha mandato per una completa guarigione?”…
Quel venerdì, la figlia chiamò Sari e le disse che la madre desiderava ringraziarla e restituirle il dollaro. Sari provò una gioia incredibile, alla notizia, e si precipitò subito all’ospedale, dove trovò la ‘malata’ che…passeggiava! Sari, naturalmente, rifiutò di riprendere il dollaro. Sentiva che ormai non le apparteneva più. Il 21 Yiàr, la stessa data che compariva scritta sul dollaro, l’anziana donna, ormai in buone condizioni di salute, fu dimessa dall’ospedale. I medici non riuscivano a credere a quello che era accaduto. Sari scrisse di nuovo al Rebbe, questa volta per ringraziare di aver potuto adempiere al compito di consegnare il dollaro del Rebbe e di aver meritato di assistere ad un così palese miracolo.
Ma la storia non finisce qui…..
Lascia un commento
Devi essere registrato per pubblicare un commento.