Due storie in una. Seconda parte Pubblicato il 29 Marzo, 2012

Secondo natura era impossibile, lo stesso specialista considerava inutile ogni tentativo, ma il Rebbe era di un altro parere...  

Sari aveva introdotto la sua lettera nell’ Igròt Kodesh, per ringraziare il Rebbe dell’evidente miracolo, cui era stata partecipe, oltre che testimone, e che aveva visto la guarigione ‘impossibile’ dell’anziana nonna del suo allievo. La risposta, che ella ricevette dal Rebbe questa volta, però, sembrava riguardare lei stessa, in modo molto evidente: “In risposta alla sua lettera del 6 Yiàr…Il suo cuore deve essere fiducioso nel Guaritore di ogni carne, Che fa prodigi, poichè, come dice il verso, ‘ogni cosa Egli fece a suo tempo’… Possa il trattamento medico aver luogo nel tempo opportuno e con successo, e che lei possa trasmettere buone notizie, con buono spirito, sia nelle faccende personali, sia in quelle generali…” Incoraggiata dalla risposta, Sari decise, nonostante tutti i tentativi falliti degli anni passati, di rivolgersi nuovamente ad uno specialista per problemi di fertilità e di avere fede, che il Guaritore di ogni carne avrebbe fatto il resto.

        Yossi e Sari consultarono un medico, in Canada, famoso per i suoi successi in questo campo. Nonostante il caso sembrasse senza speranza, secondo quello che risultava dai dati contenuti nella loro cartella clinica, il medico accettò ugualmente di fare un tentativo. Già all’inizio del percorso, però, egli si rese conto delle difficoltà, tanto da arrivare a consigliare loro di interrompere il trattamento, risparmiando così molti soldi e molte delusioni.

       Sari sentì spezzarlesi il cuore. Con le lacrime agli occhi, scrisse nuovamente al Rebbe: “Cosa devo fare, Rebbe? Ho fatto come mi avete detto, ma il medico non vuole continuare ed anzi, mi toglie tutte le speranze. Cosa fare, allora?” La risposta del Rebbe, compariva a pag. 88 del volume n. 10: “Ho ricevuto finalmente la vostra lettera con la bella notizia del brìt di vostro figlio…Sembra che voi non vogliate ricordare cosa dissero i dottori all’inizio e come la gravidanza ed il parto si siano realizzati, in completa opposizione a tutte le loro affermazioni…” Sari e Yossi non si aspettavano una risposta così diretta. Essi tornarono dallo specialista ed insistettero per continuare il trattamento. Quando, allora, il medico propose loro un trattamento meno costoso e meno complesso, essi scrissero nuovamente al Rebbe, che rispose chiaramente di non cercare di ottenere qualcosa per vie facili.

        Il dottore continuò il trattamento, sentendone nel contempo tutta l’inutilità e provando pena per quella coppia. Al termine del trattamento, egli era consapevole dell’insuccesso, ma per completare il tutto, egli doveva, comunque, prendere un esame del sangue. In genere, i pazienti, in questi casi, ricevevano una risposta dal dottore dopo due ore e mezza. Quando le ore passarono, ed il telefono ancora non squillava, Yossi provò a spiegare a Sari che, qualche volta, il significato della benedizione del Rebbe, è solo a livello spirituale.

    Yossi, da tempo, dopo aver ricevuto una risposta dal Rebbe che lo incoraggiava a aumentare lo studio, aveva organizzato a casa sua una lezione di Torà. Era quella la sera della settimana, in cui normalmente aveva luogo la lezione, ed era già tardi quando egli salutò i partecipanti, che se ne andarono al termine della lezione. Fu allora che il telefono squillò. Sari rispose, ma le ci volle qualche istante, per realizzare che si trattava del dottore e le occorse ancora più tempo per riuscire ad assorbire ciò che egli le stava dicendo.

      “Signora Mockin, lei ha ricevuto un dono da D-O!” “Non ci credo,” gridò Sari. “Neppure io, ed è per questo che vi telefono così tardi. Quando ho ricevuto il primo risultato degli esami, non credevo che fosse possibile, così ne ho ordinato un altro. Ho appena ricevuto i risultati del secondo test: il trattamento ha avuto successo!” Sari, travolta dall’emozione, aveva lasciato cadere  il telefono e piangeva in silenzio. Fu così che la trovò suo marito. Shockato di vedere sua moglie in lacrime ed il telefono ai suoi piedi, raccolse il ricevitore, e allora potè udire la voce del dottore, che aspettava in linea: “Avete ricevuto un dono da D-O. Custoditelo con cura, perché ciò non accadrà un’altra volta!”

         Ripresisi dall’emozione, i Mockin decisero di seguire le istruzioni, che il Rebbe dà in questi casi, e di non pubblicizzare la notizia, fino al quinto mese. Yossi e Sari conservarono il segreto per quattro mesi, fino a che la cosa non fu evidente. È difficile descrivere a parole la reazione delle famiglie. Ora, tutti pregavano che ogni cosa andasse per il verso giusto. La notizia raggiunse anche la scuola, dove Sari insegnava, ed ella fu subissata da visite di colleghi e studenti, che festeggiarono la meravigliosa notizia con baci, abbracci, lacrime e risa. Il miracolo non finì qui. Il 6 di Yiàr, un anno esatto dopo che Sari aveva rinunciato al suo ‘dollaro del Rebbe’, per darlo a chi aveva bisogno di benedizione e guarigione, ed anche lo stesso giorno in cui aveva ricevuto la prima lettera del Rebbe, ebbe luogo il brìt milà del figlio di Sari e Yossi Mockin. Il nome che gli venne dato fu: Menachem Mendel!

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