Il malato che portò il rimedio al dottore! Pubblicato il 29 Marzo, 2012

Una tenue speranza di salvare un malato grave, un'operazione delicata e complessa, ed ecco, qualcosa del tutto inaspettato accade...

Questa storia è stata raccontata dal signor Irmjahu Yarden, sul noto giornale Ebraico americano, “Jewish Press”: -Qualche anno fa contrassi una grave malattia, che mise in serio pericolo la mia vita. La mia condizione andò deteriorandosi con grande velocità, finché mi trovai fra la vita e la morte. Fui ricoverato nei centri medici più all’avanguardia e specializzati nel mio tipo di malattia. Ottenni le migliori cure da parte di personale medico dedito e altamente specializzato, dai nomi importanti e famosi. Dopo molte e lunghe cure, la malattia cominciò a recedere, fino a che il mio fisico riuscì a superarla. L’esonero che ottenni da quella malattia così grave, però, fu solo temporaneo. Dopo un lasso di tempo, infatti, essa tornò. Incominciò con una lieve infezione, di cui non mi preoccupai molto, mentre, nel giro di pochissimo tempo, essa si diffuse, con una rapidità straordinaria, e rivelò presto tutta la sua gravità.

       Tornai dai medici, che mi sottoposero ad una lunga serie di analisi, al termine delle quali risultò, purtroppo, che non restava altra scelta, se non essere sottoposto nuovamente ad un intervento chirurgico complesso e delicato. Conoscevo ormai lo staff medico e mi fidavo ad occhi chiusi del chirurgo, che mi aveva operato la volta precedente. Era quindi naturale che pensassi di affidarmi a lui  anche questa volta, solo che quel medico non era presente e disponibile al momento e la mia condizione era talmente a rischio, da non permettere un’attesa. Non avendo scelta, accettai che un altro dottore mi operasse. Fu deciso, quindi, che sarei stato operato dal professor S., un Ebreo, esperto nel campo della mia malattia. La data dell’intervento fu stabilita da lì a qualche giorno. Venne il momento. Mi introdussero nella sala operatoria e, dopo una serie di rigorosi preparativi, mi venne iniettata una dose di anestetico. Da quel momento, non ebbi più la percezione di me stesso. L’operazione incominciò. All’improvviso, nel mezzo dell’intervento, mi risvegliai…..!

     Ebbi la sensazione di me stesso, del mio corpo. Divenni all’improvviso del tutto lucido e cosciente, solo che non sentivo dolore. Mi guardai intorno, volli accertarmi di essere veramente sveglio, ed effettivamente la percezione si faceva sempre più chiara. Quando volsi lo sguardo, di fronte a me, improvvisamente, vidi la figura del Rebbe di Lubavich. Non credevo ai miei occhi. Una visione palpabile, viva. Il Rebbe mi accarezzò col suo sguardo e mi pregò di riferire al chirurgo che, se avesse messo i tefillìn tutti i giorni, sua figlia sarebbe guarita dalla sua malattia. Dissi al Rebbe che avrei fatto di tutto per riferire al chirurgo le sue parole. Terminai di parlare ed ecco…. la visione scomparve. L’infermiera, che stava vicino a me, mi sentì mormorare qualche parola e subito disse al dottore, che mi ero svegliato.

     “Lo riaddormenti subito”, le disse il dottore.”Non può sopportare un simile dolore.” Quando l’infermiera mi si avvicinò con la siringa, mi opposi. Pretesi in ogni modo di parlare con il professore. Egli  si avvicinò e mi fece qualche domanda, per verificare quanto veramente fossi sveglio. Risposi a tutto in modo pertinente, e lui dovette ammettere, che ero perfettamente lucido. Era sbalordito. Mai gli era capitata una cosa simile. A quel punto mi feci coraggio e gli dissi con emozione: ” Forse penserà che sono matto, ma io ho una missione da compiere nei suoi confronti, e vorrei portarla a termine. Lei sa chi è il Rebbe di Lubavich?” “Ne ho sentito parlare. Perché me lo domanda?” chiese il dottore con indifferenza. “Proprio qualche istante fa, all’improvviso, ho visto davanti a me la figura del Rebbe. Il Rebbe mi ha pregato di riferirle che, se inizierà a mettere i tefillìn tutti i giorni, sua figlia guarirà.” Non ricordo la reazione del dottore, perché nello stesso momento in cui terminai di parlare, sprofondai di nuovo in un sonno profondo.

      Mi risvegliai nella sala di rianimazione, dopo che l’intervento era stato portato a termine. Mille pensieri mi riempivano la mente, quando, all’improvviso, il professore mi si avvicinò e mi rivolse la parola. Prese la mia mano e, con lacrime che brillavano nei suoi occhi, mi disse: “Io vi credo. Credo a quello che avete visto!” Trascorso qualche istante, egli continuò: “L’ultima volta che entrai in una sinagoga, fu nel giorno del mio Bar Mizva. Da allora, e fino a stamattina non ho mai avuto a che fare con  D-O, con la religione, con l’osservanza di una qualsiasi mizvà. Ora, mia figlia, gravemente malata, si trova in una condizione, che non lascia più speranza. I medici, e fra questi io stesso, non vedono nessuna possibilità di salvarle la vita. Che cosa assurda: io guarisco gli altri, e lei, la mia amata figlia, non posso guarirla, e nemmeno alleggerire la sua sofferenza. Dopo essermi arreso, decisi di tentare  un’altra via, al di là della razionalità, una via nella quale non avevo mai creduto. Stamattina mi sono ritrovato a pregare D-O, della cui esistenza fino ad ora non sono stato mai convinto. Lo implorai di guarire mia figlia. Gli chiesi anche di mandarmi un segno, che mi permettesse di capire, che la mia preghiera era stata ascoltata ed accettata. Ed ecco che, dopo poche ore, nel mezzo della sua operazione, lei ha aperto gli occhi, in un modo completamente innaturale. L’anestesia avrebbe dovuto tenerla addormentato per ancora un bel pezzo, anche dopo il termine dell’intervento. Con perfetta lucidità lei mi ha riferito il messaggio del Rebbe di Lubavich e, subito dopo, è tornato per conto suo in uno stato di incoscienza. Non mi ha dato neppure il tempo di reagire. E forse è stato meglio così. Sentii che il segno, che avevo chiesto, era arrivato. Lei può ben immaginare cosa ho potuto pensare in quel momento…”

      Raccontare la fine  della storia, risulta forse quasi superfluo. Evidentemente il dottore mette i tefillìn ogni giorno e… sì, anche io e anche la figlia del dottore siamo in perfetta salute…

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