Il potere della gioia Pubblicato il 23 Luglio, 2012

Un vero chassìd vede il bene in ogni cosa, anche quando è rinchiuso in una cella, in compagnia di topi e insetti, e invece di disperarsi... canta e balla!

Rav Zùssya di Anipoli e rav Elimèlech di Lizensk, erano due fratelli ed erano anche due grandi zadikìm e maestri chassidici. Un giorno, in seguito a delle false accuse, essi furono imprigionati. La cella dove essi furono rinchiusi era sporca, maleodorante e gremita di malviventi di ogni risma. Topi e insetti di tutti i tipi giravano indisturbati, ma, peggio di tutto, nel bel mezzo della cella ‘troneggiava’ un vaso, dove i detenuti dovevano fare i propri bisogni, (e quella era per loro l’unica possibilità offerta dalla ‘generosa’ direzione del carcere).

All’improvviso, rav Elimelech scoppiò in lacrime. Un pianto dirotto ed inarrestabile lo scuoteva tutto. Suo fratello, rav Zùssya, cercò di parlargli, di consolarlo, fino a quando riuscì a capire il vero motivo di quel dolore. La presenza di quel vaso nella cella rendeva impossibile ai duechassidìm mettersi i tefillìn, e di pregare! “Non ti capisco, fratello mio! – intervenì allora rav Zùssya – Tu sai che come è una mizvà per un Ebreo mettere i tefillìn, così è una mizvà obbedire all’halachà, alla legge Ebraica che vieta di metterli, nel luogo dove si espletano i propri bisogni. In un modo o nell’altro noi facciamo la volontà di D-O, e questo è l’importante!”

  Un sorriso di sollievo illuminò il viso di rav Elimèlech. “È vero! Non ci avevo pensato! Grazie fratello mio.” La gioia di poter compiere anche lì i precetti comandati dall’Onnipotente riempì il cuore di rav Elimèlech al punto tale da non potersi più trattenere, così che egli iniziò a cantare, a ridere e a danzare felice intorno al famoso ‘vaso’.

 

    A quella vista, gli altri detenuti scoppiarono a ridere ed iniziarono anch’essi a danzare e a cantare. Attirato da quei rumori, il capo delle guardie venne a vedere cosa stesse succedendo. “Perché ridete, perché cantate, cosa avete da stare così allegri, mascalzoni!?” “È per il vaso”, rispose uno dei detenuti.” “Ah sì? – tuonò allora la guardia – Guardate allora cosa faccio io del vostro vaso!” Ed in quella entrò nella cella, prese il vaso e, con aria tutta soddisfatta, …. lo portò via!!!

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