Il tacchino Pubblicato il 23 Aprile, 2012
Quando preghiamo D-O, dobbiamo sentire un grande timore ed una grande reverenza per Lui. Cosa fare però, se non ci riusciamo? Ecco una soluzione, alquanto bizzarra...
Non potendosi più trattenere, uno di loro gli chiese quale fosse il suo segreto. “Oh, è semplice – rispose il chassìd – è per merito del Rav. Sai, quando vedevo gli altri pregare così a lungo, presi da totale dedizione, ci rimanevo male, perchè io non sapevo fare così. Quando chiesi loro come facevano ed essi mi spiegarono che ogni giorno studiavano un’ora, prima della preghiera, su difficili testi di Chassidùt, capii che io, contadino ignorante che sa a malapena leggere, dovevo cercare un’altra risposta.
Mi feci coraggio, allora, e andai a parlare col Rav. Egli fu molto gentile con me e cercò di spiegarmi come noi dobbiamo imparare ad amare ed a temere D-O, dato che il mondo esiste solo in quanto Egli lo crea ad ogni istante. Mi scrissi addirittura le sue parole e me le leggevo prima di pregare, ma… niente, non succedeva niente.
Tornai quindi dal Rav e gli chiesi qualcosa di più facile. Egli mi guardò allora per alcuni istanti e poi mi chiese: “Zalman, qual’è la cosa più spaventosa che tu abbia mai visto?” Gli raccontai allora che una volta, un grosso tacchino se l’era presa con me, tanto da aggreddirmi, senza alcun preavviso, in modo feroce, sbattendo le sue grandi ali e strillando. Mi spaventai così tanto, che quasi svenni.
“Ah! – disse il Rav – Questo è quello a cui devi pensare! Ogni volta che dici lo Shemà, pensa al tacchino! Immaginatelo in tutti i suoi particolari, le ali, il becco, gli occhi. Poi prova a pensare che D-O è anche più grande! Addirittura, Egli crea il tacchino!” Ed ecco perchè io tremo, quando recito lo Shemà!”
Lascia un commento
Devi essere registrato per pubblicare un commento.