La carne era dura Pubblicato il 23 Aprile, 2012

Quando un Ebreo ama con tutto il cuore D-O e la Torà, dedicandovisi completamente, non si accorge più di nessuna difficoltà e nessun problema materiale può disturbarlo.  

   I primi chassidìm erano presi completamente dal servizio di D-O, dallo studio della Torà e dal compimento delle mizvòt. Qual’era, per questi chassidìm, una giornata particolarmente buona? Non quando guadagnavano soldi, o altre cose del genere. Una buona giornata, per loro, era quando riuscivano a pregare con la necessaria intenzione o a meditare abbastanza sulla Chassidùt che avevano studiato, o quando potevano aiutare con gioia un altro Ebreo.

     Una volta, uno di questi chassidìm, tornato a casa una sera dalla casa di studio, volle mangiare qualcosa. Non volendo svegliare sua moglie, che già dormiva, si guardò intorno, nella cucina, e vide, alla poca luce del chiarore di una candela, una pentola sulla stufa.

   Dopo averne versato il contenuto in un piatto ed essersi lavato le mani, si sedette a mangiare. Il cibo gli sembrò piuttosto duro. Mastica e mastica, non riusciva a strapparne neanche un pezzo coi denti. Alla fine rinunciò.

    Il giorno dopo, sua moglie gli chiese: “Com’era la cena?” “Il brodo andava bene, ma la carne era un po’ troppo dura”, rispose. La moglie, a sentire ciò, rimase sorpresa. Sapeva, infatti, di non aver preparato della carne. Ella corse, allora, in cucina e vide la pentola col cibo, intatta al suo posto, mentre il secchio del bucato… era vuoto! Ora capì, perché al marito la ‘carne’ fosse sembrata dura: non si era accorto di masticare… calzini!

    Ecco come erano i chassidìm: lontani dalle cose materiali e desiderosi solo della Torà.

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