L’etròg nel Tempio Pubblicato il 23 Aprile, 2012

Moshiach può venire da un momento all'altro! E noi dobbiamo essere pronti, in ogni particolare, come accadde a rav Zalman Levy, con il suo etròg.

     All’uscita di Yom Kippùr, un uomo venne dal grande Rabbino, rav Zalman Levy, per mostrargli il suo etròg (il cedro per la festa di Succòt). Si trattava di un cedro molto bello, secondo tutte le regole dell’halachà, solo che ne mancava un piccolissimo pezzo.

    Quell’anno, il primo giorno di Succòt cadeva di Sabato, cosicchè, quando Rav Zalman gli fece notare il difetto, l’uomo disse: “E allora? Quest’anno, il primo giorno di Succòt è Sabato, e di Sabato noi non diciamo la benedizione sulle quattro specie (cedro, palma, mirto e salice) e, secondo l’halachà, nei giorni successivi, anche un cedro che abbia un difetto, è considerato kashèr (adatto all’uso)!”

    Rav Zalman, però, non fu d’accordo. “Ma tu non credi nel Moshiach? – gli disse – Non aspetti, forse, la sua venuta ogni giorno? Noi crediamo che il Tempio verrà ricostruito da un momento all’altro, ed allora reciteremo la benedizione sulle quattro specie nel Tempio, anche se il primo giorno di Succòt sarà di Sabato. In quel caso, il tuo cedro sarà passùl (inadatto all’uso)! Non solo, nel Tempio, il tuo cedro sarà passùl, anche negli altri giorni di Succòt, poiché nel Tempio, la Torà ci comanda di benedire le quattro specie tutti e sette i giorni di Succòt, senza ammettere in esse alcun difetto! E allora, come farai…!?”

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