“Tu sei una patata!” Pubblicato il 23 Aprile, 2012

Un Ebreo resta sempre un Ebreo, come una coscia di pollo resta sempre.... (Storie per bambini)


Stanley, uno studente diyeshivà, non si era mai sentito veramente felice, nel suo essere Ebreo. Tanta fatica, ai suoi occhi, e… nessun guadagno. Intorno a lui, poi, c’era sempre qualcuno più bravo e più intelligente, e nessuno gli dava quindi mai veramente l’attenzione che tanto desiderava.
Un giorno, gli capitò di incontrare un prete, e fra di loro iniziò una conversazione. La disponibilità, l’interesse e l’attenzione del prete sembrarono così totali al povero Stanley, da farlo sentire per la prima volta protagonista.

Gratificato, iniziò a spiegare al prete tutto quello che sapeva di Torà. Le lodi che ricevette furono tali da convincerlo a continuare le conversazioni in chiesa, fino a che, una cosa tira l’altra, Stanley si ritrovò convertito al cristianesimo e parte integrante di un monastero, dove risultò eccellere negi studi, al punto da diventare il protetto del vescovo.

Gli altri monaci cominciarono ad essere invidiosi e ad odiarlo, aspettando solo l’occasione di coglierlo in fallo, per screditarlo agli occhi del vescovo. E ci riuscirono!

Secondo le leggi della chiesa, il venerdì è proibito mangiare carne. Con quale gioia, quindi, scoprirono un venerdì Stanley mangiare una coscia di pollo. Avvisato il vescovo, Stanley fu portato da lui, ma, con stupore di tutti, egli negò indignato l’accusa, tanto da convincerli della sua innocenza.

Non rassegnati, il venerdì successivo i monaci si nascosero nella cella di Stanley, ed ecco, finalmente… la prova!

Catturatolo con ancora la coscia di pollo in bocca, Stanley fece di tutto per poter essere ascoltato dal vescovo che, ormai profondamente deluso, eran pronto a cacciarlo dal monastero.

“Sua santità, – disse Stanley – io sono innocente. Giuro sui sacri testi di non aver mai mangiato carne di venerdì!!!”

” Mi spiegherò. Ricordate quel giorno glorioso in cui voi stesso, spruzzando su di me l’acqua santa, avete detto tre volte: “Tu sei cattolico! Tu sei cattolico! Tu sei cattolico!”? Ebbene, quando il desiderio di carne disturba le mie preghiere, il venerdì, semplicemente prendo una coscia di pollo, vi spruzzo sopra l’acqua santa e le dico: “Tu sei una patata! Tu sei una patata! Tu sei una patata!”…

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