Una guarigione educativa Pubblicato il 29 Marzo, 2012
Per Izchak, i suoi quattro figli erano la cosa più importante, ed ora, una di loro, la sua bambina, era malata. I dottori avevano deciso di operarla, ma si trattava di un intervento delicato, pericoloso. Cosa fare? Forse il Rebbe avrebbe potuto aiutarlo, ma ecco...quella strana richiesta....!
Rav Guràrie fece del suo meglio e, data l’urgenza del caso, riuscì ad ottenere in tempo breve un incontro per Izchak col Rebbe. Izchak chiese all’amico di partecipare anche lui all’incontro. Il Rebbe ascoltò con attenzione i termini del problema, dopo di che disse, che conveniva senz’altro fare l’operazione, ma questo solo dopo qualche mese. Si era allora nel mese di Kislèv, ed il Rebbe spiegò che, non essendo ormai possibile organizzare l’intervento per lo stesso mese, a quello sarebbero seguiti due mesi, Tevèt e Shvàt, nei quali non sarebbero stato opportuno eseguire l’operazione. La miglior cosa, quindi, consigliò il Rebbe, era aspettare fino al mese di Adàr, del quale i nostri Saggi hanno detto: “Mazalò barì“(il suo mazàl è sano).
Il Rebbe, poi, si informò con interesse sul tipo di scuola, che la bambina frequentava. Izchak citò il nome di una scuola Ebraica che, pur essendo considerata per Ebrei osservanti, accettava nel suo tipo di educazione molti compromessi. La reazione del Rebbe fu: “E’ meglio che la bambina studi a ‘Bet-Yacòv‘ (una famosa scuola ortodossa). Nelle generazioni precedenti, non veniva dato un particolare accento all’inquadramento educativo delle ragazze, mentre oggi, con tutti i cambiamenti che caratterizzano l’ultima generazione, è diventata un’esigenza irrinunciabile l’investire in un’educazione Ebraica di qualità, anche per le ragazze.” Per il padre era difficile accettare l’intromissione così inaspettata del Rebbe in un campo in cui egli riteneva di dover fare le proprie scelte in modo perfettamente indipendente. “Secondo me, essa riceve un’eccellente educazione nella scuola dove studia attualmente.” – rispose il padre. Il Rebbe lo fissò con uno sguardo ammonitore. “Vede, il mio campo, di fatto, è l’educazione e non la medicina, e proprio in questo lei non accetta la mia opinione!?” Il padre rimase confuso e non rispose nulla, ringraziò ed uscì dalla stanza del Rebbe. Gli era difficile sottomettersi ed agire secondo le istruzioni del Rebbe. Egli accettò, quindi, il consiglio del Rebbe di rimandare l’operazione al mese di Adàr, ma il passaggio di scuola della figlia non fu messo in atto.
Un mese dopo, rav Guràrie incontrò un conoscente comune a lui e ad Izchak. Il conoscente era aggiornato sulla condizione della famiglia di Izchak e non sembrava aspettare altro, che di poterne parlare con rav Guràrie. Egli raccontò, che lo stato della bambina era peggiorato molto, a causa del rinvio dell’operazione. La ciste si era molto ingrandita e si era sviluppata una grave infezione. La bambina bruciava per la febbre. Ella era ricoverata in ospedale e, a causa dell’infezione infiammatoria, non era neppure possibile operarla per rimuovere la ciste. “Perché il Rebbe si intromette in decisioni mediche? Questo non è un affare suo!”, mormorò. Rav Guràrie era tormentato dal pensiero, che il consiglio del Rebbe avesse portato a conseguenze così gravi. Lo stesso giorno si presentò al Rebbe per riferirgli il grave peggioramento, che aveva colpito la bambina. Subito il Rebbe si interessò: “Il padre ha iscritto sua figlia a ‘Bet Yacòv‘?” Rav Guràrie non lo sapeva con certezza, ma supponeva che la risposta fosse negativa, per cui non rispose. “Digli che si affretti ad iscrivere sua figlia a ‘Bet Yacòv‘” disse il Rebbe, e con questo si concluse la conversazione.
Rav Guràrie si sentì in una posizione molto scomoda. Egli aveva compreso, dalle parole del conoscente, che il padre era convinto, che il consiglio del Rebbe fosse stato non professionale e che si fosse rivelato, a tutti gli effetti, un errore medico. Ora, pensò, sarebbe stato ancora più difficile andare a parlargli degli studi della figlia a ‘Bet Yacòv‘, argomento sul quale già dall’inizio aveva mostrato la sua opposizione, nel colloquio col Rebbe. Il vero problema era, poi, che in quel momento, in tutti i casi non sarebbe stato rilevante parlare col padre di qualsiasi tipo di studio della figlia, dato che essa era immobilizzata in un letto di ospedale. Da qualunque lato guardasse la cosa, gli sembrava fuori luogo, superfluo e poco adatto andare a parlare con il padre a proposito delle istruzioni del Rebbe. Comunque, nonostante la forte perplessità, rav Guràrie era un chassìd, e comprese che, sia quel che sia, il suo compito era quello di agire secondo le direttive del Rebbe. E’ ovvio che il Rebbe, al quale tutto è rivelato, abbia considerato tutti gli aspetti, compreso la condizione clinica della bambina. E se, con tutto ciò, egli, nella sua santità, ha espresso questo tipo di direttive, ciò dimostra che la cosa è di importanza vitale per la salute della bambina! Meglio risuonare come strano ed intempestivo, piuttosto che prendere la responsabilità di non riferire le parole del Rebbe.
Rav Guràrie si fece coraggio e chiamò Izchak. Egli trasmise ciò che il Rebbe tornava a ribadire, sottolineando come, chiaramente, la cosa dovesse essere di vitale importanza per la salute della bambina. Le parole raggiunsero il cuore del padre infelice, e la sua posizione, piano piano, cominciò ad ammorbidirsi. Egli capì che si doveva trattare di qualcosa, che va al di là della natura e della comprensione, e che non era più il caso di rimandare. Nonostante che, nella situazione attuale, la bambina non potesse studiare in nessun posto, l’iscrizione per telefono poteva senz’altro essere fatta. Il padre telefonò, quindi, alla scuola ‘Bet Yacòv‘ ed iscrisse lì sua figlia. Ed ecco, nel giro di pochi giorni, si assistette ad un miracolo. La ciste si aprì e l’ascesso si asciugò! In breve tempo la bambina fu dimessa e poté tornare a casa, senza che neppure più ci fosse il bisogno di operarla. Neppure nel mese di Adàr…
Rav Guràrie raccontò in seguito al Rebbe, quanto la storia di questo miracolo avesse influenzato per il bene moltissime persone. Il Rebbe disse allora: “Il miracolo più grande è che tu abbia trasmesso il messaggio al momento giusto”…
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