Una moneta arrugginita Pubblicato il 23 Aprile, 2012

Avaro e scontroso, quel gran ricco era ormai una leggenda, nel suo, paese, e nessuno cercava la sua compagnia, se non ne era proprio costretto. Nessuno, tranne l'Admòr HaZakèn, che...  

     Una volta, l’Admòr HaZakèn dovette raccogliere soldi, per liberare dei prigionieri Ebrei. Decise, allora, di cominciare il suo giro, da una città in cui viveva un Ebreo molto ricco, ma molto avaro. Questi era famoso per non dare più di una moneta a chiunque gli chiedesse la carità. Egli semplicemente odiava dar via il suo denaro e trovava sempre un modo per giustificarsi.

      Gli anziani della comunità, che accolsero il Rebbe al suo arrivo in città, cercarono di convincerlo a lasciar perdere quell’avaro. Peccato sprecare tempo ed energie. Il Rebbe, però, era molto deciso, e chiese che altri due rabbini lo accompagnassero. Così, i tre arrivarono a bussare alla porta di quell’avaro. Il Rebbe, prima, pregò i suoi accompagnatori di non dire una parola, qualsiasi cosa avessero visto o sentito.

      Una volta seduti nel lussuoso salotto, quel ricco, dopo aver sentito la richiesta, andò verso la sua cassaforte, e ne ritornò con un borsellino in mano. “Una storia davvero commovente. Ah! Quando il nostro popolo finirà di soffrire! Ecco il mio umile contributo.” Pensando dentro di sè: ‘Una massa di ladri e bugiardi questi rabbini. Una moneta è persino troppo per loro’, l’avaro consegnò al Rebbe una moneta arrugginita.

     Con sorpresa, però, il Rebbe sembrò molto compiaciuto. Gli sorrise calorosamente, mentre prendeva la moneta, e disse: “Grazie signor Salomon: Possa D-O benedirvi e proteggervi sempre.” Salomon pensò che vi fosse un trucco, ma… no! Il Rebbe gli firmò una ricevuta, aggiungendovi ogni sorta di benedizioni! “Grazie ancora, amico mio”, disse il Rebbe alzandosi e stringendogli la mano con calore, mentre lo guardava negli occhi con ammirazione. “Ora dobbiamo andare. Manca ancora molto da raccogliere.” I tre si avviarono verso l’uscita, mentre il Rebbe si girava un’ultima volta per salutare il ricco avaro.

    Appena fuori, gli accompagnatori gli dissero: “Avreste dovuto gettargliela in faccia, la sua miserevole moneta!” “Non vi girate e non una parola”, sussurrò loro il Rebbe. In quella, essi udirono la porta aprirsi nuovamente, dietro di loro, e l’avaro richiamarli in dietro.

    Seduti di nuovo nella casa lussuosa, l’avaro andava su e giù nervosamente. “Qual’è la somma necessaria?”, si decise a chiedere. “Cinquemila rubli!”, fu la risposta.

     “Bene, ecco qui mille rubli. Ho deciso di dare mille rubli. Contateli, se volete.” I due rabbini erano sbalorditi, mentre il Rebbe, con lo stesso calore di prima, ringraziò l’uomo di tutto cuore, firmandogli una ricevuta, piena di benedizioni e lodi.

     Mentre si allontanavano, l’avaro li richiamò di nuovo in dietro. “Venite, ho cambiato idea!” ‘Ecco’, pensarono i due rabbini, ‘certo vorrà riprendersi i soldi’: Il Rebbe fece loro di nuovo cenno di tacere. Rientrati per la terza volta, l’avaro, questa volta, consegnò loro l’intera somma!

    Più tardi, il Rebbe spiegò ai sui accompagnatori allibiti: “Ho visto che, in verità, questo ricco voleva dare, ma il suo cuore era ricoperto da un sottile velo di egoismo, che lo rendeva insensibile ai bisogni degli altri. L’unico modo per rompere questo velo, era fargli sentire, almeno una volta, cosa volesse dire dare la carità!”

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