Un’inaugurazione particolare Pubblicato il 29 Marzo, 2012

Anche l'incredulità del peggior scettico si arrende davanti all'evidenza, e questo è ciò che accadde a David, il giorno che...

È da alcuni anni che il suo contributo alla diffusione delle sorgenti (della Chassidùt) e della conoscenza dei temi riguardanti Gheulà e Moshiach (la Redenzione ed il Messia), il chassìd Tovi Vahaba, di Bat Yam, lo dà per mezzo delle ‘chanukkàt bait’, che egli organizza. La celebrazione di una ‘chanukkàt bait’ (l’inaugurazione di una casa) comporta, in genere, parole di Torà, lo studio di Mishnaiòt e Zohar, a seconda degli usi della comunità cui appartengono i padroni di casa, l’affissione di mezuzòt scrupolosamente controllate ed ora…. anche la possibilità di chiedere una benedizione al Rebbe di Lubavich tramite l’Igròt Kodesh, una raccolta delle sue lettere. “In genere, i primi a voler chiedere una benedizione al Rebbe sono i padroni stessi di casa. Pochi secondi dopo, già si forma una coda di tutti i presenti che, senza eccezioni, vogliono chiedere anch’essi benedizione, consiglio e guida. Dopo la preparazione necessaria, ognuno apre “a caso” una pagina del volume di Igròt Kodesh, che porto con me in quelle occasioni, e riceve, così, la sua risposta. Non finisce mai di stupirmi il fenomeno, per il quale nell’unico volume che porto con me, così tanta gente, aprendolo in pagine diverse, trova una risposta precisa, ognuno secondo la sua richiesta. È incredibile! Il fatto che voglio raccontare, accadde in una di queste ‘chanukkàt bait‘, circa quattro anni fa: dopo che ebbi spiegato ai presenti la possibilità di chiedere benedizione  e consiglio al Rebbe tramite l’Igròt Kodesh, notai che il padrone di casa mostrava di non volerne sapere di tutta la faccenda. Dopo essermi rivolto a lui direttamente, egli mi rispose senza mezzi termini, che la cosa non lo quadrava proprio. I famigliari, che avevano assistito a quello scambio, insistettero presso di lui, per convincerlo a scrivere al Rebbe. Alla fine di tanta insistenza, egli si rivolse a me e, in tono pungente, mi disse: “Sarò pronto a credere a quanto avete detto stasera, se potrò vedere, adesso, due segnali: 1. Ho fatto caso che ognuno apre il libro a metà; io voglio che il Rebbe mi risponda personalmente e nella prima lettera del volume, e cioè che la lettera sia diretta ad una persona che abbia il mio stesso nome, David. 2. Voglio che il tema della lettera verta sulla casa e sulla sua inaugurazione. Lei crede che una cosa simile possa accadere?” Gli risposi che, nonostante non sia questa una modalità accettata, “esaminare e mettere alla prova”, ero sicuro che il Rebbe avrebbe trovato la via per rispondergli. Aprii, quindi, davanti agli occhi di tutti i presenti, il volume 15, che porto di solito con me, nella pagina che conteneva la prima lettera. Già qui, ecco presentarsi la prima sorpresa: la lettera, datata Rosh Chodesh Nissàn 5717, si rivolgeva, né più né meno, che a “rav David”! Esattamente come il nome del padrone di casa… E per quel che riguarda il contenuto della lettera? Il padrone di casa pretendeva infatti un riferimento specifico all’inaugurazione della casa! Continuai a leggere ad alta voce: “In risposta alla notizia della casa che  è stata  presa  in  affitto…  voglia D-O che si realizzi in questa casa ciò che dissero i nostri Saggi – una bella casa   allarga lo spirito dell’uomo… poiché è questo il compito di ogni Ebreo: fare del mondo inferiore una dimora per D-O benedetto,  come è scritto: “E mi farete un santuario ed Io risiederò dentro di loro”, dentro ogni Ebreo…  Mazal tov, mazal tov.”  Più di così anche il signor David non poteva aspettarsi. Era così emozionato (ed io più di lui), che gli ci volle qualche minuto per “digerire” la risposta. Alla fine, mi disse che io dovevo assolutamente organizzare una conferenza per i suoi amici, per parlare del… Rebbe! La conferenza fu tenuta e vi parteciparono più di cento persone”.

(A proposito, chi volesse organizzare una chanukkàt bait – conferenza, con rav Tovi Vahaba, potrà telefonare al 0547374804 nelle ore serali.)

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