Sapere che la Gheulà è vicina Pubblicato il 25 Dicembre, 2015
Prima di morire, Yacov Avìnu radunò i suoi figli e parlò loro così: "Radunatevi e vi dirò quel che vi accadrà alla fine dei giorni". In seguito, però, egli non rispettò la sua promessa di rivelare il futuro, e parlò invece d'altro. Perché?
“Radunatevi e vi dirò quel che vi accadrà alla fine dei giorni” (Bereshit 49:1)
Prima di morire, Yacov Avìnu radunò i suoi figli e parlò loro così: “Radunatevi e vi dirò quel che vi accadrà alla fine dei giorni”. In seguito, però, egli non rispettò la sua promessa di rivelare il futuro, e parlò invece d’altro. I nostri Saggi spiegano: “Voleva rivelare loro la fine dell’esilio, ma la Presenza Divina lo abbandonò” (Talmùd Pessachìm 56a; commento di Rashi al verso). Ciò vuol dire che Yacov voleva rivelare ai suoi figli il tempo dell’era Messianica, ma D-O glielo impedì. Certo non fu solo per soddisfare l’istinto della curiosità, che Yacov volle rivelare loro la ‘fine dei giorni’. È evidente che egli vedeva in ciò un’utilità per loro e per tutto il popolo d’Israele. Ciò desta però stupore. Apparentemente infatti, non solo non ne sarebbe uscita alcuna utilità da questa rivelazione, ma anzi da essa avrebbe potuto risultare solo un grave danno. Si può immaginare infatti quale impressione avrebbe fatto ai Figli d’Israele, sapere che la Redenzione sarebbe arrivata solo dopo qualche migliaio d’anni! Una simile notizia può provocare solo depressione e sconforto. Può essere quindi che Yacov volesse dire cose che portassero i suoi figli allo sconforto?!
Tempi diversi
Per una migliore comprensione, è necessario conoscere le due modalità secondo cui può arrivare la Redenzione. La Ghemarà dice: “Se lo meriteranno, ‘Io affretterò’; altrimenti, ‘a suo tempo’”. Ciò vuol dire che se anche la Redenzione ha una sua scadenza prefissata (‘a suo tempo’), ed essa verrà allora, anche se gli Ebrei non dovessero esserne degni; se invece essi la meriteranno con le loro azioni, allora si avvererà l'”Io l’affretterò”: D-O l’affretterà e la farà venire molto prima del tempo prestabilito. Yacov Avìnu non pensava di rivelare ai suoi figli la scadenza ultima della Redenzione, il momento in cui essa verrà in ogni caso. Egli intendeva rivelare loro un’altra scadenza, molto più vicina, nella quale avrebbe potuto arrivare la Redenzione, se lo avessero meritato. È molto probabile che quella data sarebbe stata a distanza di pochi anni o decenni dalla morte di Yacov.
Yacov avrebbe voluto affrettare
Come è possibile ciò, dato che noi vediamo che la Redenzione non è arrivata allora? La spiegazione sta proprio in ciò: se Yacov avesse rivelato ai suoi figli quel termine, la Redenzione sarebbe arrivata allora; dato che però non gli fu permesso di rivelarlo, la Redenzione si è attardata fino ai nostri giorni. Se Yacov Avìnu avesse rivelato il termine e i Figli d’Israele avessero saputo che la Redenzione era così vicina, essi avrebbero fatto estrema attenzione a tutte le loro azioni, in modo da meritare la Gheulà in quel termine. La conoscenza stessa dell’imminenza della Redenzione li avrebbe spinti a servire D-o con più forza ed impegno, così come li avrebbe portati ad evitare tutto ciò che avrebbe potuto ostacolare o ritardare la Redenzione. In questo modo essi sarebbero riusciti a meritare quel termine così vicino della Redenzione e non avrebbero dovuto soffrire nell’esilio per ancora migliaia d’anni.
‘Pretendere’ la Gheulà
Questa era l’intenzione di Yacov, e per questo egli chiese di rivelare ai figli il termine, ma D-O glielo impedì. Il completamento e la perfezione del servizio Divino si ottiene quando l’uomo serve il suo Creatore con le proprie forze, nell’ambito dei limiti insiti nel mondo. La rivelazione di Yacov avrebbe leso la perfezione del servizio, introducendo nella vita una dimensione che esula dall’ambito del mondo. Per questo, la Presenza Divina lo abbandonò. Nonostante Yacov stesso sapesse che la rivelazione del termine avrebbe leso la completezza del servizio, egli volle affrettare in ogni caso la fine dell’esilio, anche a scapito della perfezione del servizio. D-O però volle che la Redenzione fosse al massimo della sua compiutezza, e per questo allontanò da Yacov la Sua Presenza, per dare agli Ebrei la possibilità di arrivare alla Redenzione più completa, attraverso un servizio Divino completo. La richiesta di un Giusto, tuttavia, non rimane inascoltata ed essa funge da insegnamento eterno: l’Ebreo deve chiedere e pretendere da D-O, che Egli porti la Redenzione al più presto, ai nostri giorni, e questa richiesta di per se stessa offre un grandissimo aiuto e incoraggiamento al nostro servizio Divino. Come è possibile vedere in modo tangibile, che quando diciamo all’Ebreo: “Ecco qua, Moshiach arriva” e “Noi vogliamo Moshiach adesso”, ciò lo risveglia e lo stimola a non far nulla che possa ritardare, D-O non voglia, la Redenzione.
(Likutèi Sichòt, vol. 20, pag. 228)
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