Più grande la discesa, più grande la rivelazione Pubblicato il 28 Gennaio, 2016
Perchè l’uomo riesca a cimentarsi con un mondo che è il più inferiore di tutti i mondi, D-O gli conferisce forze speciali. Quanto più grande è il ‘buio’, tanto più intensa e meravigliosa sarà la rivelazione dall’alto.
“Ad ogni comandamento uscito dalla bocca del Santo, benedetto Egli sia, la loro anima se ne uscì”. (Shabàt 88, 2)
I nostri Saggi raccontano che, quando i Figli d’Israele sentirono la voce di D-O sul Monte Sinai, “ad ogni comandamento uscito dalla bocca del Santo, benedetto Egli sia, la loro anima se ne uscì”. Sorge qui la domanda: se già dopo il primo comandamento se ne ‘uscì la loro anima’, come poterono essere in grado sentire, in seguito, il secondo comandamento? Dicono i nostri Saggi che il Santo, benedetto Egli sia, “fece discendere la rugiada, con la quale in futuro saranno fatti risorgere i morti, e li fece rivivere”. La causa del volarsene via dell’anima fu l’intensità del piacere, della delizia e della dolcezza che i Figli d’Israele provarono, quando ebbero il merito di ricevere la rivelazione della parola di D-O. Il loro piacere ed il loro desiderio di legarsi a D-O, portarono la loro anima ad uno struggimento tale, che essa volò via dal corpo. L’azione della ‘rugiada di resurrezione’ fu quella di permettere all’anima di rimanere nel corpo e di contenere quel piacere immenso.
Perchè non bastò la rugiada?
I nostri Saggi comunque precisano che, ‘ad ogni comandamento…, se ne uscì la loro anima’, da cui si comprende che, anche dopo che D-O fece rivivere con la rugiada di resurrezione i Figli d’Israele dopo il primo comandamento, al secondo comandamento ancora una volta la loro anima volò via. Si capisce da qui, che il secondo comandamento riempì gli Ebrei di una sensazione di piacere ancora più grande del primo, per cui la rugiada di resurrezione, che ricevettero dopo il primo comandamento, non fu sufficiente a tenerli in vita in presenza del secondo. La cosa suscita stupore: nel primo comandamento, infatti, viene trasmesso il messaggio più elevato, ‘Io sono l’Eterno tuo Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto’, mentre nel secondo si parla della proibizione dell’idolatria. Come è possibile che proprio il secondo comandamento riempisse i Figli d’Israele di un piacere eccelso, tanto da superare quello provato davanti al primo comandamento?!
La qualità del secondo comandamento
La spiegazione di ciò sta proprio nel fatto che il secondo comandamento viene a negare una realtà che si opponga alla volontà Divina. Ma perchè D-O, in assoluto, ha creato la possibilità dell’esistenza nel mondo di qualcosa che si opponga all’unità Divina? Lo scopo di ciò è che, proprio grazie ad essa, possa scaturire ed esprimersi la grande qualità insita nel servizio dell’uomo, per cui anche nel luogo più basso ed infimo, dove vi è posto per l’esistenza dell’idolatria, l’Ebreo riveli l’unità Divina. Perchè l’uomo riesca a cimentarsi con un mondo che è il più inferiore di tutti i mondi, D-O gli conferisce forze speciali. Quanto più grande è il ‘buio’, tanto più intensa e meravigliosa sarà la rivelazione dall’alto. Ne risulta così, che proprio il secondo comandamento esprime la rivelazione Divina più eccelsa e meravigliosa, superiore a quella del primo comandamento.
La forza di superare la discesa
Questa è anche la qualità interiore che si nasconde negli ultimi cinque comandamenti, che si occupano di cose tutt’altro che elevate, riguardanti le regole di comportamento dell’uomo verso il suo prossimo, come il divieto di uccidere, di rubare ed altri simili. Proprio perchè si tratta di una discesa ancora più grande, viene ad esprimersi qui una rivelazione Divina ancora più eccelsa e meravigliosa, data all’uomo per permettergli appunto di superare questa discesa. E per questo, il pronunciamento di ogni comandamento provocò nei Figli d’Israele il rinnovarsi ogni volta di un desiderio di riunirsi a D-O sempre più grande, tale da provocare il distacco dell’anima dal corpo, fino a necessitare ogni volta di una qualità sempre più elevata della rugiada di resurrezione. Questo, poichè proprio la discesa comporta una rivelazione Divina più elevata, affinchè con essa noi possiamo superare questa discesa e compiere la volontà Divina.
(Toràt Menachem – Itvaduiòt 5750, vol. 3, pag. 354)
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