La Succà e ‘l’insonnia’. Pubblicato il 30 Settembre, 2020

Come Yacov Avìnu ci insegna, col dire: "Certamente in questo luogo c'è l'Eterno ed io non lo sapevo", dispiacendosi di avervi dormito, così anche la santità eccezionalmente elevata che ci avvolge, quando entriamo nella succà, costituisce il motivo per non dormire in essa.  

 

Il Rebbe Precedente di Lubavich mostrò due modi contrastanti di comportamento rispetto al dimorare nella succà: egli era scrupoloso nel fatto di mangiare e bere esclusivamente nella succà, al punto di non bere neppure un goccio d’acqua all’infuori di essa. Egli, però, dormiva in casa. Sarebbe sembrato più giusto proprio il contrario! L’obbligo di dormire nella succà è più rigido di quello del mangiarvi e bervi. Infatti, uno spuntino leggero è permesso fuori dalla succà, mentre è proibito persino appisolarsi fuori di essa. Ora, è vero che difficoltà e disagi che dovessero derivare dal dormire nella succà, liberano l’Ebreo dall’obbligo di dormirvi, come dice l’halachà che se, per esempio, a causa del freddo, dovesse essere penoso dormire nella succà, se ne è dispensati. Non è questa spiegazione, però, quella che può chiarire il comportamento del Rebbe Precedente. Difficoltà di questo tipo, infatti, non disturbarono mai il suo mangiare e bere nella succà, che avveniva anche in caso di pioggia, quando, secondo l’halachà, avrebbe senz’altro potuto entrare in casa a mangiare. L’Admòr HaEmzaì (il secondo Rebbe di Chabad) chiese un giorno ai suoi chassidìm: “Come è possibile dormire nel Makifìm de Binà?” Ciò significa che la succà è illuminata da un livello di santità estremamente elevato. Per questo l’Admor HaEmzaì espresse stupore per il fatto che i suoi chassidìm potessero dormirvi, e ciò in linea con il verso della Torà (che riguarda Yacov Avìnu, quando egli, in viaggio verso Charàn, raggiunto il luogo dove sarebbe sorto il futuro Tempio, vi si coricò per dormire): “Certamente in questo luogo c’è l’Eterno e io non lo sapevo!”, che Rashi commenta: “Se l’avessi saputo, non avrei dormito in un luogo così sacro.” Perciò, quando si è chiaramente consapevoli della santità della succà, l’halachà permette di dormire in casa. Ciò però spiega solo il comportamento di persone di alto livello spirituale, che sono consapevoli della santità, che si manifesta nella succà. Cosa permette allora a qualsiasi chassìd di esimersi dal dormire nella succà? Un chassìd legato al Rebbe, cerca di emularne il comportamento e  anche se la luminosa santità della succà non disturbasse il suo sonno, egli proverebbe perlomeno pena per il fatto stesso di essere in grado di dormire nella succà, senza sentirsi disturbato dalla sua santità. E, come è stato detto, il provare pena, esime dal dormire nella succà.
(Basato su Likutèi Sichòt, vol. 29, pag. 211 – 219)

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