“Dove sei?” Pubblicato il 22 Novembre, 2021

La domanda che D-O ha posto ad Adamo riguarda ogni Ebreo, in ogni tempo. La ricerca di una risposta, ci porta direttamente sulla strada della Redenzione.  

 

         Durante la sua prigionia, un ministro del governo Russo venne a visitare l’Admòr HaZakèn. Questo ministro aveva una vasta conoscenza della Scrittura, ed era erudito in temi di Ebraismo. Una delle domande che il ministro pose all’Admòr HaZakèn, fu a proposito del commento al verso: “L’Eterno, il Signore, chiamò l’uomo e gli disse:‘Dove sei?’(‘aièka’)”. La domanda del ministro fu: “Il Santo, benedetto Egli sia, non sapeva forse dove Adamo si trovasse? Perché HaShem chiese ‘dove sei’?” L’Admòr HaZakèn gli riportò, come risposta, il commento di Rashi al verso. “Quello che dice Rashi, lo so anch’io.” -disse il ministro- “Io voglio sentire, invece, il commento del Rebbe!” Il Rebbe rispose: “Quando un uomo arriva ad un certa età, per esempio … (ed il Rebbe citò l’età precisa del ministro), il Santo, benedetto Egli sia, gli chiede: ‘aièka’?, ‘dove sei?’ Sai, forse, per cosa sei stato creato in questo mondo? Cosa devi fare, e cosa hai fatto?’

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        Il Rebbe HaRayàz fornì questa spiegazione: la risposta, che l’Admòr HaZakèn diede al ministro, lo salvò da ‘klòt hanèfesh’ (una brama dell’anima di ricongiungersi a D-O, che la porta a staccarsi dal corpo, rinunciando alla vita). L’Admòr HaZakèn era pieno di gioia per il grande merito, che gli era stato offerto, di essere prigioniero e di sacrificare la propria vita, per amore della Torà e della Chassidùt. Ciò dava al Rebbe un grande piacere. Egli aveva raggiunto un grado così elevato di attaccamento a D-O, da voler completare questo attaccamento, al punto tale da lasciare la vita di questo mondo, e restituire la sua anima al Creatore. Solo nel momento in cui il Rebbe rispose al ministro, e pensò al fatto che il Santo, benedetto Egli sia, chiede ad ognuno: “aièka”, ‘Hai messo in atto tutto ciò che ti è stato affidato? Hai adempiuto ai tuoi doveri in questo mondo?’ Solo allora, questa domanda risvegliò l’Admòr HaZakèn e lo salvò dal ‘klòt hanefesh’. Il Rebbe restò in vita, in questo mondo, e continuò ad operare, con forza ancora maggiore, in tutto ciò per cui la sua anima era scesa al mondo: la diffusione della Chassidùt.

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        Tutto ciò che accadde ai nostri Rebbeìm, ai nostri leader, rappresenta un insegnamento per noi. La domanda ‘dove sei?’ viene rivolta ad ogni Ebreo, in ogni tempo, dal più grande dei ‘grandi’, al più umile degli umili. La domanda viene rivolta ad ognuno, in concordanza alla sua condizione ed al suo livello. All’Admòr HaZakèn, la domanda ‘dove sei?’, ha evitato il ‘klòt hanefesh’,  a qualcun altro la domanda ‘dove sei?’ serve a ricordare, che non bisogna dare retta all’istinto del male, ma ci si deve, piuttosto, opporre ad esso e rafforzarsi nello studio della Torà e nel compimento delle mizvòt.

(Riassunto da ‘Likutèi Sichòt’, parte 1, pag. 73-74)

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