D-O è tutto Pubblicato il 22 Luglio, 2023

Non vi è assolutamente alcuna realtà all’infuori di D-O. Il Santo, benedetto Egli sia, è l’unica e sola realtà esistente al mondo, sia nel cielo, sia sulla terra, sia nello spazio del mondo.  

 

“L’Eterno è il Signore nei cieli in alto e sulla terra in basso e non vi è altro” (Devarìm 4, 39)
Nella parashà Vaetchannàn si trova il comando nel quale è espresso il concetto dell’Unità Divina: “Oggi dunque devi riconoscere e riflettere in cuor tuo che l’Eterno è il Signore nei cieli in alto e sulla terra in basso, e che non vi è altro.” Il riconoscimento che l’Eterno è il Signore, si divide qui in tre campi: “nei cieli”, “sulla terra”, e “non vi è altro”. Cosa vuol dire “non vi è altro”? Il Midràsh spiega: “persino nello spazio del mondo”. A che scopo tutte queste distinzioni? Verrebbe infatti forse in mente a qualcuno, lungi da noi, l’esistenza di un’altro D-O, che si nasconde nell’acqua che si trova sotto la terra o nello spazio del mondo, così da rendere  necessario un comando particolare che neghi questa possibilità e che metta in guardia da ciò al punto di usare termini come: “devi riconoscere e riflettere in cuor tuo”?

Non esiste un’altra realtà.
La Chassidùt spiega che questo verso viene a negare non solo la possibile esistenza di una qualsiasi altra divinità, D-O ci guardi, ma viene anche ad affermare che non vi è assolutamente alcuna realtà all’infuori di D-O. Il Santo, benedetto Egli sia, è l’unica e sola realtà esistente al mondo, sia nel cielo, sia sulla terra, sia nello spazio del mondo. L’esistenza indipendente del mondo e delle sue creature è un’illusione, che deriva dalla nostra impossibilità di vedere la forza Divina, che fa esistere tutta la realtà. Se potessimo vedere la verità, vedremmo che tutto è D-O e che D-O è tutto. La Creazione non ha alcuna esistenza indipendente, dato che essa è stata creata dal niente, cosicché tutta la sua esistenza, ad ogni istante ed istante, deriva dalla forza Divina che la mantiene in essere e la riempie. La verità è, quindi, che “non vi è altro all’infuori di Lui” (Devarìm 4, 35).

Le parti della Creazione.
Si sarebbe potuto pensare che solo “i cieli”, che sono le creazioni più spirituali ed elevate, possano contenere la forza Divina. Per questo la Torà aggiunge: “e sulla terra in basso”, per dire che anche le creature inferiori, materiali sono riempite della forza del Creatore. Ma anche ciò non basta, dato che in fondo la terra viene ricordata fra le dieci espressioni con cui venne creato il mondo. Che ne sarebbe, però, delle diverse e molteplici creature che esistono nello “spazio del mondo”, e che invece non sono per nulla ricordate nelle dieci espressioni della Creazione? Anch’esse sono piene della forza di D-O, e non hanno alcuna esistenza indipendente? La Torà aggiunge allora, accentuando: “non vi è altro”, e cioè anche nello “spazio del mondo” vi è un’unica realtà: “l’Eterno è il Signore”.

Tutte le azioni.
Questa distinzione esiste in modo simbolico anche nella vita dell’uomo: vi è il “cielo” dell’uomo, che è la sua anima Divina. Vi è la “terra”, che è il corpo fisico, il recipiente che contiene direttamente la luce dell’anima. Vi è poi anche lo “spazio del mondo”, e cioè tutte le azioni quotidiane dell’uomo. La Torà dice che bisogna introdurre D-O non solo “nel cielo”, e cioè nella vita dell’anima, e non solo “nella terra”, nel corpo fisico, ma anche “nello spazio del mondo”, e cioè in tutte le azioni e le attività dell’uomo. Tutto deve servire la santità Divina e preparare il mondo nella sua interezza, tutte le sue parti comprese, ad essere un recipiente per la rivelazione della verità Divina assoluta, così come essa si rivelerà nella Gheulà vera e completa.
 (Likutèi Sichòt vol. 29, pag. 26) 

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