La riparazione del peccato degli esploratori Pubblicato il 19 Giugno, 2023

In prossimità dell’ingresso nel Paese, Moshè mandò degli uomini ad esplorare Yazèr, ma gli uomini inviati decisero di aggiungere qualcosa alla missione e di conquistare Yazèr, senza averne ricevuto l’ordine. Fu questa una ripetizione del peccato degli esploratori? No! Si trattò di una riparazione, poiché...

Tutti erano integri e pronti ad entrare nel Paese (Rashi, Bemidbàr 20:22)
La parashà Chukkàt copre un periodo di quasi quarant’anni. Inizia con il precetto della ‘vacca rossa’, che fu dato nel secondo anno dopo l’uscita dall’Egitto. Subito dopo, la Torà passa al racconto della morte di Miriam, della conquista di Sichòn e Og e di altri avvenimenti riguardanti tutti la fine del quarantesimo anno, quando il popolo d’Israele era in procinto di entrare nella Terra d’Israele. Fra gli avvenimenti accaduti in prossimità dell’ingresso nel Paese, ve ne sono due che suscitano delle domande: 1) Moshè mandò degli uomini ad esplorare Yazèr, ed essi fecero di più di quanto richiesto e la conquistarono; 2) le tribù di Gad e Reuven, insieme a metà della tribù di Menashe, chiesero di insediarsi sul lato orientale del Giordano e non nella terra di Canaàn, richiesta che, alla fine, Moshè concesse loro (secondo quanto narrato nelle parashiòt Mattòt e Massèi).

La storia si ripete?
Questi due avvenimenti ricordano per molti aspetti il peccato degli esploratori. Il loro peccato fu quello di non limitarsi a svolgere la missione che avevano ricevuto da Moshè (esplorare il Paese), e di aggiungere invece le loro conclusioni personali (“Non potremo…). Il loro secondo peccato fu quello di non voler entrare nella Terra che D-O aveva scelto, preferendo restare nel deserto. Ed ecco che qui, sembrano ripetersi di nuovo questi stessi peccati: Moshè affidò la missione di “esplorare Yazèr”, e gli uomini inviati decisero di aggiungere qualcosa alla missione e di conquistare Yazèr, senza averne ricevuto l’ordine. Le tribù di Gad e di Reuven, e metà della tribù di Menashe, si presentarono a Moshè dicendo: “Non farci attraversare il Giordano”. Essi chiesero di rimanere al di fuori della Terra d’Israele. Una seconda edizione, di fatto, del peccato degli esploratori?!

Nell’altra direzione
Ma la verità è proprio l’opposto. Non si tratta qui, per carità, di una ripetizione del peccato degli esploratori, ma di una riparazione del loro peccato. E la correzione venne da una azione che prende la direzione opposta a quella degli esploratori. Il primo peccato degli esploratori fu l’aggiunta che essi fecero alla loro missione in senso negativo, e la correzione apportata dagli uomini che furono inviati a esplorare Yazèr fu l’aggiunta che essi fecero alla missione in senso positivo. Essi ebbero fiducia completa nella preghiera di Moshé e nell’aiuto di D-O, e per questo passarono già alla conquista. Così, anche per quel che riguarda le tribù di Gad e Reuven, e metà di quella di Menashe. Gli esploratori non avevano voluto per nulla ereditare il Paese, mentre le due tribù e mezza agirono in senso del tutto opposto: la loro aspirazione fu verso la Terra d’Israele nella sua completezza. D-O, infatti, aveva promesso a nostro Padre Avraham la terra delle dieci nazioni, mentre di fatto fu data al popolo d’Israele solo la terra delle sette nazioni di Canaàn, mentre le altre tre nazioni (Kinì, Knizì e Kadmonì) verranno date solo al momento della Redenzione. Le tribù di Reuven, e Gad chiesero di iniziare già allora la conquista della terra promessa del tempo a venire, e per questo chiesero di risiedere in quelle terre. In questo modo, essi espressero la loro adesione alla conquista della Terra d’Israele, come correzione al peccato degli esploratori.

Preparazione alla Redenzione
Proprio queste azioni provano che il popolo d’Israele corresse il peccato degli esploratori e che, come dice Rashi, in quell’epoca “Tutti erano integri e pronti ad entrare nel Paese”. In ciò, però, non ci fu solo una riparazione al peccato, ma anche una preparazione ad ereditare la terra d’Israele nella sua integrità, come sarà nel futuro a venire. In questo modo, il popolo d’Israele iniziò ad ereditare tutta la Terra che D-O aveva promesso a nostro Padre Avraham, cosa che si completerà nella Redenzione vera e completa.

(Da Toràt-Menachem Haitvaduiòt 5750, vol. 3, pag. 398)

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