La Torà, fonte dell’abbondanza Pubblicato il 19 Maggio, 2022

Nel tempo dell’esilio, non è così riconoscibile per noi il collegamento diretto che esiste fra la Torà e l’abbondanza che ne deriva. Ma secondo la realtà vera delle cose, la Torà è proprio la fonte di tutta l’abbondanza che scende nel mondo. La forza di Rabbi Shimon bar Yochai fu nella sua capacità di rivelare, anche nel tempo dell’esilio, la realtà vera delle cose, così come sarà nel tempo della redenzione.  

Rabbi ShimonLag baOmer
Lag baOmer è l’anniversario della scomparsa del grande giusto, Rabbi Shimon bar Yochai, colui che per primo iniziò a rivelare la parte interiore e più nascosta della Torà. Rabbi Shimon scrisse il libro dello Zohar e con esso cominciarono a manifestarsi i segreti della Torà, al fine di rivelare nel mondo la santità Divina che lo riempie. L’essenza del servizio di Rabbi Shimon bar Yochai la si può trovare espressa in un racconto riportato dal midràsh: ‘Uno dei suoi allievi uscì dalla terra d’Israele e si arricchì. I suoi compagni ne furono invidiosi. Il loro Rebbe li condusse allora in una valle vicino a Meròn e gridò: “Valle, valle, riempiti di dinari d’oro”. Subito la valle si riempì di dinari d’oro, e Rabbi Shimon bar Yochai disse loro: “Prendetevene, ma sappiate che ciò che voi prendete, lo prendete dalla parte che vi spetta nel Mondo a Venire.” Gli allievi compresero e non ne presero (Shemòt Rabà 52, 3)’.

L’esilio nasconde la verità
In questa storia si esprime la forza particolare di Rabbi Shimon bar Yochai. Tutta la sua realtà era la Torà e la Torà è la fonte di tutta l’abbondanza materiale e spirituale che scende nel mondo, come D-O Stesso promette: se il popolo d’Israele osserverà la Torà, esso avrà abbondanza materiale, benedizione, pace e tutto ciò di cui ha bisogno. Nel tempo dell’esilio, non è così riconoscibile per noi il collegamento diretto che esiste fra la Torà e l’abbondanza che ne deriva, poiché è proprio questa la sostanza dell’esilio: nascondere la verità. Ma secondo la realtà vera delle cose, la Torà è proprio la fonte di tutta l’abbondanza che scende nel mondo. Per questo, nel tempo della redenzione, quando la verità si rivelerà, vi sarà nel mondo una grande abbondanza, che non sarà altro che il risultato dell’occuparsi della Torà, nella sua realizzazione più completa.

La rivelazione della verità
La grandezza di Rabbi Shimon bar Yochai si manifestò nel fatto che, essendo la Torà tutta la sua realtà, la distruzione e l’esilio non ebbero su di lui alcuna possibilità di nascondere la verità. Per questo egli poté vedere le cose come erano veramente. Quando volle mostrare quindi ai suoi allievi la forza e l’influenza della Torà, egli mostrò loro la Torà che essi avevano studiato, manifestarsi in una ‘valle piena di dinari d’oro’. La forza di Rabbi Shimon bar Yochai fu nella sua capacità di rivelare, anche nel tempo dell’esilio, quando nel mondo dominano l’occultamento e l’oscuramento della verità Divina, la realtà vera delle cose, così come sarà nel tempo della redenzione. Egli fece ciò essenzialmente con la rivelazione della parte interiore della Torà, e quando ci fu bisogno di rendere le cose percepibili anche a livello materiale, mostrò ai suoi allievi che la Torà produce un’eccezionale abbondanza materiale, anche semplicemente secondo i criteri di questo mondo.

La generazione di Moshiach
Questa forza, Rabbi Shimon bar Yochai l’ha introdotta nel suo insegnamento, trasmettendola così a tutte le generazioni, fino ad arrivare a questi nostri giorni. Tramite lo studio della Torà, e soprattutto della parte interiore della Torà, così come si è rivelata nelle opere dei maestri della Chassidùt, noi riveliamo nel mondo la verità Divina, fino al punto di vederne la sua espressione al livello più concreto e materiale. Queste cose assumono un valore particolarmente attuale in questa nostra generazione, la generazione dell’avvento di Moshiach, della quale è detto nello Zohar che essa è come la generazione di Rabbi Shimon bar Yochai. Se così, occupandoci dell’interiorità della Torà e della sua diffusione, si rivelerà tutta la sua influenza, fino al bene manifesto e rivelato nel senso più materiale.

(Da Likutèi Sichòt, vol. 1, pag. 286)

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