Più la cosa è importante, più grandi sono gli ostacoli Pubblicato il 19 Ottobre, 2022
È proprio l’istinto stesso del male ad insegnare all’uomo l’importanza delle cose, e a portarlo ad un migliore rispetto dei precetti. Come? .
“E dall’Albero della Conoscenza del bene e del male, da esso non ne mangerai” (Bereshìt 2; 17)
Nella parashà Bereshìt è narrata la creazione dell’uomo ed il primo precetto che gli fu comandato: non mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza. Dal midràsh veniamo a sapere che questo divieto aveva valore solo per quel giorno, il primo giorno dell’uomo. Se noi esaminiamo l’ordine degli eventi di quel giorno, secondo la descrizione dei nostri Saggi, scopriamo che il comando di astenersi dal mangiare dall’albero della Conoscenza fu impartito “nella nona ora”, per cui la sua durata avrebbe avuto vigore solo per tre ore, quelle che mancavano alla fine di quel giorno..! La cosa suscita grande stupore: come è possibile che il primo uomo, creazione diretta delle mani di D-O, non fu in grado di trattenersi e rispettare un divieto che aveva vigore per solo tre ore?!
Il compito dell’istinto del male
È noto che, in tutto ciò che riguarda il peccato dell’Albero della Conoscenza, sono celati molti segreti della Torà. Ciò non toglie che sia nostro compito comunque e sempre trovare spiegazioni al livello semplice della Scrittura. Allo stesso modo, noi dobbiamo arrivare a trarre anche un insegnamento pratico da questa parashà, essendo per l’appunto la Torà, nel significato stesso del suo termine, sempre e comunque un ‘insegnamento’. Lo scopo della creazione dell’istinto del male nel mondo è quello di costringere l’uomo a combattere per ogni cosa e conquistarla con le proprie forze e per sua libera scelta. Il compito dell’istinto del male è quello di attivare tutte le sue forze per impedire all’uomo di fare la volontà di D-O. Questo suo compito, l’istinto del male lo svolge con fedeltà, e lo sa attuare per vie diverse, con astuzia, adulazione e distrazione, tutto pur di ottenere il suo scopo.
L’istinto del male si dà da fare
Dato che il fine dell’istinto del male è quello di impedire all’uomo di fare la volontà di D-O, esso intensifica i suoi sforzi in proporzione all’importanza e alla grandezza del comando Divino. Può essere che la cosa di per sé sia piccola e semplice; ma nel momento in cui questa cosa piccola e semplice diviene oggetto di un comando Divino che è di grande importanza, l’istinto del male comincia a suscitare un mucchio di ostacoli, opponendo argomentazioni di tutti i tipi, per far sì che l’uomo non lo osservi. Per questo può succedere che l’opposizione più forte, l’istinto del male la scateni contro un precetto dei rabbini, o persino contro una semplice usanza. Infatti, per quel che concerne l’anima dell’uomo, proprio questi precetti dei rabbini o queste usanze sono della massima importanza. A proposito del detto dei nostri Saggi – “A cosa era più attento tuo padre?”- la Chassidùt insegna che ogni anima ha dei precetti particolari che riguardano la sua specifica missione in questo mondo, e per questo egli deve fare attenzione in modo speciale a quei precetti o a quelle usanze. Questa è anche la spiegazione alla regola: “chiunque sia più grande del suo compagno, il suo istinto del male è più grande del suo”. Le opere di un uomo grande hanno maggiore importanza e forza, e per questo gli sforzi dell’istinto del male si intensificano, concupendolo con forti e difficili tentazioni, corrispondenti alla sua grandezza spirituale, per impedirgli di fare la volontà di D-O.
Bisogna imparare dall’istinto del male
Ciò spiega il peccato dell’Albero della Conoscenza. Proprio perché Adamo fu una creazione diretta delle mani di D-O, proprio per l’importanza enorme del comando riguardante l’Albero della Conoscenza (che si può dedurre dall’enorme discesa causata dall’inadempimento di quel comando) – l’istinto del male (il serpente) si adoperò con tutte le sue forze, tanto da riuscire a tentare Adamo e far sì che egli non obbedisse al comando Divino. La lezione che possiamo imparare da ciò è che, quando vediamo che l’istinto del male si erge davanti a noi con forza particolare e cerca di evitare che noi adempiamo a determinati precetti, o ci induce a compiere qualche peccato, noi dobbiamo dedurre da ciò che quel precetto o quel peccato siano cruciali per noi. Così accade che sia proprio l’istinto stesso del male ad insegnare all’uomo l’importanza delle cose, e a portarlo ad un migliore rispetto dei precetti.
(Da Likutèi Sichòt, vol. 3, pag.747)