Prepararsi al dono della Torà Pubblicato il 19 Maggio, 2022

D-O, creando gli uomini, ha dato loro la facoltà di avere opinioni differenti, e in questo modo ha consentito la possibilità del formarsi di contrasti di opinione, cosa che potrebbe portare ad una mancanza di rispetto dell’uno verso l’altro e ad una divisione. Ma l'intenzione Divina in ciò, è proprio quella che si arrivi invece ad una pace e ad un’unione tali, che vadano al di là della differenza di opinioni.

Una rivelazione dall’alto
L’innovamento del Matàn Torà è quello di aver portato la Torà qui in basso, nel mondo, in modo stabile. Il Matàn Torà unisce i mondi superiori a quelli inferiori, mettendo pace fra di loro. Nonostante i mondi superiori restino in alto, e quelli inferiori in basso, continuando ad esistere ognuno di per sé, la pace portata dal Matàn Torà regna ora fra di loro. L’uscita dall’Egitto non fu sufficiente a conferire un simile risultato, e cioè l’unione dei mondi superiori e di quelli inferiori. Per quanto all’uscita dall’Egitto vi fosse stata una rivelazione particolarmente elevata, dato che fu D-O Stesso, in ‘persona’, a rivelarsi agli Ebrei ed a liberarli, si trattò purtuttavia di una rivelazione dall’alto. Una rivelazione di questo tipo, infatti, per quanto elevata possa essere, resta comunque un qualcosa di avvolgente e distaccato, incapace cioè di compenetrare la realtà del mondo in modo permanente. Essa poté durare quindi solo per quel tempo determinato. Una rivelazione dall’alto non è in grado di cambiare le caratteristiche del mondo inferiore, nè di trasformare la sua natura. Il mondo inferiore rimane una realtà separata, così come lo era stata prima della rivelazione dall’alto (e questo è il tema del mese di Nissàn).

Il valore del ‘Conto dell’Omer’
Per cambiare le caratteristiche del mondo inferiore, è necessario un lavoro che provenga da questo stesso mondo. Attraverso la purificazione ed il raffinamento di sé, il mondo inferiore diviene pronto a ricevere la Torà in modo interiore, creando con essa un legame costante, stabile ed eterno. Il mondo superiore trova qualcosa sul quale fare presa. Dopo un lavoro personale di purificazione e raffinamento, la natura del mondo inferiore cessa di essere una realtà separata da D-O. Diviene possibile ora l’unione fra i mondi superiori e quelli inferiori, portata dal Matàn Torà. Questo è il servizio svolto nei giorni del ‘Conto dell’Omer’. Da Pèsach, che segna l’uscita dall’Egitto, fino a Shavuòt, il tempo del Matàn Torà, il servizio è quello di purificarci. Il Conto è collegato all’offerta dell’omer. L’offerta dell’omer era costituita da orzo, un cibo destinato a nutrire gli animali, e ciò allude al servizio dell’uomo atto a raffinare e purificare gli attributi della propria anima animale. Ogni persona ha delle tendenze e spinte naturali che la Chassidùt chiama ‘anima animale’, poiché, come un animale, essa percepisce solo la materialità del mondo e non il Creatore. A prima vista, con questo tipo di servizio ci si viene ad occupare di un livello estremamente basso ed infimo, in particolare se lo si confronta con la rivelazione meravigliosa, che accompagnò l’uscita dall’Egitto. Eppure è proprio questa la preparazione più adatta al Dono della Torà. Così si arriva alla possibilità di ricevere la rivelazione più elevata, in modo interiore e stabile, e ciò grazie al servizio dell’uomo stesso.

Prepararsi al Matàn Torà
I giorni del ‘Conto dell’Omer’, giorni di preparazione al Matàn Torà, sono giorni di lutto per per i 24.000 allievi di Rabbi Akìva, che morirono in quei giorni, per non aver portato rispetto l’uno verso l’altro. D-O, creando gli uomini, ha dato loro la facoltà di avere opinioni differenti, ed in questo modo ha consentito la possibilità del formarsi di contrasti di opinione, cosa che potrebbe portare ad una mancanza di rispetto l’uno verso l’altro. Perché D-O ha creato l’uomo in questo modo? Certo non per creare liti, per carità, ma perché si arrivi invece ad una pace e ad un’unione tali, che vadano al di là della differenza di opinioni. Dopo diverse spiegazioni ed opinioni, ed il presentarsi di idee nuove derivanti dalla varietà delle opinioni, secondo l’intelletto di ciascuno, si arriva alla fine alla conclusione più giusta. Questa conclusione unirà tutte le opinioni, che saranno state sentite in precedenza con rispetto reciproco da parte dell’uno verso l’altro. Questo è il servizio del quale l’uomo deve occuparsi, nel tempo del ‘Conto dell’Omer’, in modo che esso costituisca una preparazione al Matàn Torà: prendere sia la natura, che l’intelletto e gli attributi che potrebbero provocare una mancanza di rispetto, cosa del tutto indesiderabile, e raffinarli, cosicché, fin dall’inizio, essi non portino ad una situazione negativa. Ed anzi, proprio utilizzando la propria natura, l’uomo potrà arrivare a produrre un’elevazione nel regno della pace e dell’unione, che derivano proprio dalla varietà delle opinioni. E se, ciò non sia, si dovesse verificare una mancanza di rispetto l’uno per l’altro, bisognerà provvedere a rettificarla, con un’aggiunta ulteriore di pace, e in questo modo si produrrà una perfezione ancora più grande ed elevata. Così ci si prepara al Matàn Torà, con la pace fra il popolo Ebraico: ‘e si accampò lì Israele, di fronte al monte – come un uomo solo con un cuore solo’.

(Riassunto dal Sèfer haSichòt 5749, pag. 435 – 438)

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