Shabàt Chazòn Pubblicato il 18 Luglio, 0203

Vi è un giorno, durante l'anno, in cui ci viene fatto vedere il 'Terzo Tempio'. È il momento in cui si può cominciare a guardare in avanti, verso la Gheulà, ed il passato, con la distruzione del Primo e del Secondo Tempio, viene finalmente compreso nel suo significato vero: una preparazione indispensabile per un'elevazione senza paragoni, quella della Redenzione finale.

 

     Rabbi Levi Izchak di Bèrditchev interpreta il nome dello Shabàt che precede Tishà be Av (il 9 di Av), ‘Shabàt Chazòn’, come lo ‘Shabàt della visione’, dove per ‘visione’ egli intende il momento in cui ad ognuno è data la possibilità di vedere il Terzo Tempio. Apparentemente questa sembra essere un’interpretazione del tutto opposta a quella, che normalmente viene data a questo Shabàt, in relazione all’haftarà dalla quale esso prende il nome. ‘Chazòn’, infatti, si riferisce alla ‘visione di Isaia’, nella quale si riprende molto aspramente il Popolo Ebraico. Questo aspetto di rigore e riprovazione caratterizza le tre haftaròt, che precedono il giorno di Tishà be Av, e che devono indurre al pentimento per i peccati, che hanno portato alla distruzione del Tempio. Solo dopo Tishà be Av, inizia un periodo di consolazione per il Popolo Ebraico, per mezzo di una serie di haftaròt. Secondo l’interpretazione di rabbi Levi Izchak, invece, già nello Shabàt che precede Tishà be Av, ogni Ebreo riceve la più completa consolazione possibile: la rivelazione del Terzo Tempio.

       Per risolvere l’apparente contraddizione, ci può venire in aiuto la spiegazione del concetto di ‘discesa per il fine di un elevazione’. Il concetto di ‘discesa’, di per sè, non trova posto nella creazione.  D-O è l’essenza del bene, per cui, nel mondo da Lui creato, non vi è posto per una ‘discesa’, come aspetto negativo, a meno che essa non venga intesa come mezzo, che conduca ad un elevazione tale, da renderla legittima. Una discesa per un simile fine, può essere considerata, allora, una fase stessa della elevazione che la segue. Alla luce di questa comprensione, è chiaro ora perché ad ogni Ebreo venga fatto ‘vedere’ il Terzo Tempio, lo Shabàt prima di Tishà be Av: la ‘visione’ rivela come il fine ultimo della distruzione del Tempio, fosse l’inizio di un processo, che conduce alla sublime elevatezza del Tempio dell’era Messianica.

        Questa spiegazione, però, non è sufficiente. Discesa ed elevazione sono due poli opposti. Nonostante D-O abbia fatto la natura del mondo in modo tale che una discesa porti ad un’elevazione, ‘discesa’ rimane comunque l’opposto di ‘elevazione’. Oltre ciò, è il concetto in se stesso, che suscita un’ulteriore interrogativo: perché D-O ha dato una simile connotazione al mondo, perché è necessaria una discesa? Perché, per tornare al tema trattato, non è possibile arrivare all’elevazione del Tempio dell’era Messianica, senza passare prima per la discesa connessa alla distruzione del Tempio? La questione può essere chiarita dalla comprensione del rinnovarsi quotidiano del ‘Matàn Torà’.

       La Torà ci viene data ogni giorno, come viene evidenziato dal tempo presente usato nella benedizione del mattino che dice: ‘Benedetto Tu o Signore (che)  la Torà’. Come ogni giorno l’uomo diventa ‘una  creatura nuova’, nel momento in cui egli riceve da D-O, ogni mattina, al suo risveglio, la sua anima rinnovata, così anche il suo ricevere la Torà deve rinnovarsi ogni giorno. Questo, però, ci porta ad un’altra domanda: perché D-O ha creato l’uomo, in modo tale che egli abbia bisogno di dormire? L’uomo è stato creato per servire il suo Creatore attraverso lo studio della Torà ed il compimento delle mizvòt. Perchè, allora, egli deve interrompere il proprio servizio e dedicare ogni giorno un certo numero di ore al sonno? L’uomo è stato creato per elevare l’intera Creazione e portarla ad un livello più alto di perfezione, come dicono i nostri Saggi, commentando il verso: “Barà Elokìm la-assòt” – ‘letakèn’ (“Il Signore aveva creato per fare” – ‘per aggiustare’). D-O ha messo, cioè, l’uomo in condizione di poter aggiungere, col suo servizio, un’innovazione, diventando così egli stesso ‘socio di D-O nell’opera della Creazione’. Questa innovazione si realizza attraverso l’osservanza e l’adempimento della Torà e delle mizvòt, che hanno il potere di elevare la natura del mondo.

     Allo stesso modo, nel servizio individuale di ciascuno, quando l’uomo ha abituato se stesso ad un certo livello nel suo servizio Divino, al punto che esso diviene per lui naturale, egli deve sforzarsi di raggiungere un nuovo livello più elevato, aggiungendo un’innovazione al suo servizio, che oltrepassi ciò a cui si era abituato. E’ questo stesso principio, che noi vediamo espresso nel fatto, che ogni giorno l’uomo diventa una ‘creatura nuova’, dopo il sonno che ha interrotto le sue attività. Se l’uomo continuasse il proprio studio della Torà e adempimento delle mizvòt senza interruzione, non si rivelerebbe in lui nessun aspetto di innovazione. Se il suo servizio continuasse in modo costante, anche se in esso vi fosse compresa una crescita, essa sarebbe il risultato di una progressione naturale e non di un radicale cambiamento. Al contrario, creando l’uomo in modo che egli debba dormire, interrompendo così il proprio servizio, D-O enfatizza l’importanza dell’innovazione e di come l’uomo abbia il potenziale di introdurre questo elemento nel suo servizio Divino. Inoltre, poiché questo principio di ‘innovazione’ richiede un’interruzione, per poter essere percepito, l’interruzione nel servizio diviene essa stessa una parte del servizio, che prende così la qualità dell’innovazione.

       Questo è ciò che avviene anche nel principio di ‘discesa al fine di un’elevazione’. Se l’uomo continuasse il suo servizio in un modello continuo di crescita ed elevazione, l’aspetto di innovazione di questa elevazione non verrebbe percepita. Dopo un’interruzione, invece, è possibile percepire una qualità nuova nell’elevazione. In questo contesto, si può capire meglio perché ad ognuno venga fatto ‘vedere’ il Tempio dell’era Messianica nel Shabàt Chazòn. Lo scopo della distruzione del Tempio fu quello di portare alla sublime elevatezza del Tempio dell’era Messianica, in cui si vedrà espressa la qualità dell’innovazione, che verrà portata in essere proprio dalla qualità innovativa presente nel servizio dell’Ebreo. Poiché la rivelazione di questo nuovo Tempio richiede la distruzione di quello precedente, questa distruzione può essere considerata come l’inizio della costruzione del Tempio dell’era Messianica. Nonostante, ad un certo livello, si percepisca solo l’aspetto della distruzione, il senso interiore è quello della fase di una nuova costruzione. La dimensione di innovazione, contenuta nel servizio del Popolo Ebraico, porterà ad un Tempio nuovo, più grande, il Terzo Tempio, nella Gheulà vera e completa, oggi, subito!

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