Affrettare la Gheulà Pubblicato il 17 Ottobre, 2023
Da Noach noi possiamo imparare come comportarci, così da affrettare con le nostre azioni la nostra uscita nella Gheulà vera e completa.
Perché Nòach mandò fuori il corvo?
Si narra nella parashà Nòach che “Nòach aprì la finestra dell’arca che aveva fatto… mandò fuori il corvo, ecc.” Questo comportamento di Nòach, di inviare il corvo, per vedere se si fossero già asciugate le acque sulla terra, richiede un chiarimento: dato che il suo ingresso nell’arca aveva fatto seguito ad un preciso comando di D-O, anche per uscire dall’arca, Nòach avrebbe dovuto aspettare il comando Divino. E proprio così, di fatto, avvenne, come è scritto: ‘Il Signore parlò a Nòach dicendo: “Esci dall’arca”, e solo allora “Uscì Nòach…dall’arca”. Stando così le cose, che senso aveva mandare prima il corvo, e poi la colomba, per vedere se le acque si fossero già asciugate, quando in ogni caso egli non avrebbe potuto uscire dall’arca, fino a che non avesse ricevuto da D-O il comando: “Esci dall’arca”?
Preoccuparsi dell’esistenza del mondo
Ed ecco la risposta: essendo Nòach consapevole del compito che D-O gli aveva affidato, di preoccuparsi dell’esistenza del mondo, per il qual fine D-O gli aveva ordinato di costruire l’arca e di farvi entrare “di ogni essere vivente, di ogni carne” (Bereshìt 6,19), e di occuparsi del loro nutrimento durante tutto il tempo della loro permanenza nell’arca, così da garantire l’esistenza del mondo all’uscita dall’arca, egli dovette occuparsi di ciò per vie naturali, come è scritto: “Ed il Signore tuo D-O ti benedirà in tutto ciò che farai”. Quando, quindi, si poté ormai dire che la terra era asciutta e che si sarebbe potuto uscire dall’arca, egli non stette lì ad aspettare, ma, immediatamente, fece tutto ciò che era nelle sue possibilità, inviando il corvo per vedere se la terra fosse già asciutta e, pochi giorni dopo, la colomba. Oltre a ciò, col suo modo di agire e con il suo sforzo, comportamento che rivelò il suo forte ed ardente desiderio di uscire dall’arca, Noach sollecitò ed anticipò il comando Divino: “Esci dall’arca”.
Entrare nelle parole
Vediamo quale insegnamento l’uomo può ricavare, da qui, per il suo servizio verso il Creatore:
Il “diluvio” rappresenta i problemi e le difficoltà del mondo, che vengono a confondere e ad ostacolare l’uomo nel suo servizio Divino. Il consiglio rispetto a ciò? “Vieni… nell’arca (tevà)” (Bereshìt 7,1) e cioè, come insegna il Baal Shem Tov, “Vieni nelle parole (tevà)” della Torà e della preghiera. L’Ebreo deve, cioè, introdurre se stesso nelle parole della Torà e della preghiera, e salvarsi, così, dalle acque del ‘diluvio’. Non solo, egli deve far entrare con sé “di ogni essere vivente, di ogni carne”, ossia portare con sé, nell’arca, anche le cose migliori che vi sono nella realtà del mondo, in modo che anch’esse siano penetrate dalla luce della santità. Tutto ciò, però, non è ancora sufficiente. Lo scopo, nella sua completezza, infatti, è quello di agire sul mondo, così come esso è, al di fuori dell’arca. Provocare la sua elevazione, fino a raggiungere un livello ancora più alto di quello a cui era all’inizio della creazione. Non solo, cioè, il livello del: “mondo creato nella sua perfezione”(come fu all’inizio della creazione), ma un livello ancora più elevato, “un mondo nuovo”, un mondo che non avrà più la necessità di essere colpito da alcun diluvio.
Uscire verso la Gheulà
Anche se questo tipo di servizio riguarda solo il momento che segue il diluvio, dal comportamento di Nòach noi impariamo che, ancor prima di allora, egli mandò a vedere ed a controllare se il diluvio avesse già operato la sua purificazione e, di conseguenza, fosse già possibile uscire dall’arca ed operare nel mondo, che esiste fuori dall’arca. Da qui noi impariamo, oggi in particolare, che l’Ebreo non può star lì, ed aspettare fino a che D-O non gli comandi di uscire nella Gheulà. E allora, quando è ormai possibile dire che è giunto il momento di uscire nella Gheulà, l’Ebreo deve fare tutto ciò che dipende da lui per affrettare il momento della Redenzione! Se anche è vero che la Gheulà non può venire, se non per comando Divino, in ogni caso, quando D-O vede che gli Ebrei desiderano con fervore ed impazienza che la Gheulà arrivi subito, “We want Moshiach now”, questo stesso fatto stimola ed accelera il comando di D-O: “Esci dall’arca”, l’uscita nella Gheulà vera e completa.
(Shabat parashà Chukkàt 5745)
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