Elùl: controlliamo i nostri tefillìn e le nostre mezuzòt Pubblicato il 15 Agosto, 2023

Nella nostra epoca, più che mai, è indicato seguire il consiglio del Rebbe di controllare una volta all'anno, nel mese di Elùl, i tefillìn e le mezuzòt. La barriera che separa la spiritualità dalla materialità, in prossimità della Gheulà, infatti, è così sottile, ormai, che ad una loro imperfezione, spesso corrisponde una 'imperfezione' nella nostra condizione di salute, sostentamento o altro. Seguire questa richiesta del Rebbe, quindi, ci porterà soltanto bene e benedizione.  

mezuza-scroll1Negli anni recenti, si è fatta sempre più strada, la consapevolezza della necessità di avere tefillìn mezuzòt, validi a tutti gli effetti, e per questo l’uso di farli controllare si è diffuso, ormai, presso tutti gli strati della popolazione Ebraica. Fino a non molti anni fa, la necessità di questo controllo non era per nulla data per scontata, e non si parla qui di Ebrei non ancora osservanti, ma delle comunità religiose stesse, fra le quali si trovavano pochissimi Ebrei, che avevano l’uso di ripetere periodicamente questo controllo. Fu il Rebbe, che, già dai primi anni della sua guida, iniziò a promuovere l’idea di controllare mezuzòt e tefillìn. In una sua lettera del 10 Elùl 5715, il Rebbe scrisse a proposito dello scandalo di “migliaia…di mezuzòt, e pare anche tefillìn, che sono delle fotocopie su carta (invece che manoscritti su pergamena), ecc., (provenienti da Israele)”. In un’altra lettera, si legge: “Ovviamente, il controllo dei tefillìn, riguarda sia le parashiòt (brani della Torà), sia i batìm (involucri quadrati di pelle nera, che le contengono), sia le strisce di pelle ad essi collegati… Spesso, in simili occasioni, mi hanno informato da Israele, di tefillìn che erano stati dati per un controllo ad un sofèr, che li aveva dichiarati kashèr (halachicamente validi), dopo di che, un altro sofèr aveva scoperto che mancava loro una lettera, cosa che li rendeva passùl (inadatti all’uso) secondo tutte le opinioni.”

Un altro aspetto di questa ‘rivoluzione’ operata dal Rebbe, fu la connessione che egli indicò, fra problemi di salute, o di altro tipo, e la necessità di far controllare i tefillìn e le mezuzòt. Nell’occasione di un tragico caso, il Rebbe associò pubblicamente un attacco terroristico a mezuzòt invalide. Era l’estate del 5734, quando il Rebbe annunciò ufficialmente la campagna delle mezuzòt. Quell’estate, un gruppo di scolari fu ucciso (che HaShem vendichi il loro sangue) da dei terroristi palestinesi, a Maalòt. Il Rebbe disse, allora, che le mezuzòt presenti nella scuola di quei bambini, erano invalide. Un successivo controllo delle mezuzòt, ne rivelò 17 invalide, corrispondenti esattamente al numero dei bambini, che erano stati uccisi. Il giorno dopo, il numero dei morti salì a 20, e vennero scoperte altre quattro mezuzòt, che non erano state controllate: tre di esse si rivelarono invalide! 20 mezuzòt invalide, 20 bambini uccisi! Molti protestarono contro le affermazioni del Rebbe, dicendo che, in questo modo, egli dava come una giustificazione all’attacco. Ma la spiegazione vera di ciò, noi la troviamo in questa affermazione del Rebbe, che paragona la mezuzà all’ “elmo di metallo”, indossato dai soldati. Se il nemico spara, ed un soldato, che non indossa l’elmo, viene colpito, la sua ferita deriva, evidentemente, dagli spari del nemico. Nonostante ciò, se egli avesse indossato l’elmo, si sarebbe salvato…”

Tutti coloro che hanno ricevuto istruzioni dal Rebbe, di controllare tefillìn e mezuzòt, e l’hanno fatto, operando le necessarie correzioni, hanno poi visto miracoli, sia spiritualmente, sia materialmente. Le storie riguardo ciò, sono centinaia e centinaia. Come il caso della famiglia che, dopo quattro femmine, desiderava ardentemente un maschio. Venne fatta una richiesta di benedizione al Rebbe, che rispose di far controllare i tefillìn e di seguire con estrema precisione le leggi della purezza famigliare. I tefillìn furono controllati e, con enorme sorpresa, fu scoperto che, nel verso che dice: “E Moshè disse al popolo: zachòr….”, la parola “zachòr” risultava mancante (la parola “zachòr”, in questo verso, ha il significato di “ricorda”, ma di per sé significa anche “maschio”). Subito, furono acquistati dei tefillìn nuovi. La storia fu pubblicata su di un giornale locale, in un articolo che terminava con: “aspettiamo e vedremo.” L’articolo successivo, qualche mese dopo, si intitolava: “La correzione ha avuto successo – è nato loro un maschio!” Un’altra storia interessante, riguarda il caso di una gravidanza, in cui il feto si presentava in posizione podalica. Nel controllo che venne fatto delle mezuzòt, si scoprì che una di esse era stata affissa, per errore, capovolta. Dopo essere stata rimessa nella posizione corretta, il feto si ristabilì, anch’esso, nella giusta posizione.

Quando il Rebbe lanciò la campagna delle mezuzòt, qualcuno disse che, secondo l’halachà, una mezuzà deve essere controllata ogni sette anni, e i tefillìn, quando se ne presume la validità, per essere stati controllati all’inizio da tre esperti, non devono essere controllati per nulla. La risposta del Rebbe, il 20 di Av del 5734, fu questa: “1) La legge nello Shulchàn Arùch non si riferiva a quei casi, nei quali vi è un dubbio sulla validità di base della mezuzà, se, cioè, vi sia qualcosa dentro il contenitore, se si tratti di carta, invece che di pergamena, o se vi siano scritte le cose giuste. 2) La qualità della pergamena e dell’inchiostro, ai nostri giorni, non è come quella dei tempi dello Shas, ed essi non resistono a lungo, come si può facilmente constatare. 3) Il Mattè di Efraim, che si occupava particolarmente di halachà, dichiarò che le mezuzòt vanno controllate ogni mese di Elùl, anche quelle che erano state determinate come valide.” Nel servizio Divino, che caratterizza il mese di Elùl, quindi, accogliamo l’invito del Rebbe, ed ogni Ebreo si preoccupi di assicurarsi della completa validità dei propri tefillìn e delle proprie mezuzòt, preparandosi così, nel migliore dei modi, all’anno nuovo che ci aspetta, possa essere esso pieno di benedizioni, e portarci alla rivelazione della Redenzione vera e completa.

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