HaYomYom: Lunedì, 6 Adàr 5783 Pubblicato il 27 Febbraio, 2023

Giovedì                                                     6 Adàr 1                                                   5703

Da un discorso di mio padre: ‘È un magnifico dono di D-O, quello di meritare un innato senso, che ci porti a fare opere di bene a vantaggio di un altro Ebreo, e a derivare da ciò un profondo piacere. Ciò può arrivare al punto di avere più caro il prossimo di se stessi. Si possono trovare molte spiegazioni sul perché si meritino le proprie tribolazioni, che D-O non permetta, ma fare ciò rispetto alle sofferenze dell’altro, questo è assolutamente impossibile.’

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Sabato                                                     6 Adàr 2                                                  5703

 

Haftarà: Vatishlam kol hamelachà

Nelle benedizioni dell’haftarà noi diciamo sempre neemàn verachamàn ata, e toshià utesamàch

È un dato ammesso, fra gli anziani  di anàsh (i membri della comunità chassìdica di Chabad), che il Tanya sia una compilazione di parole e consigli, dati dall’Admòr HaZakèn  ad anàsh in yechidùt (incontro privato col Rebbe), negli anni 5540-5550 (1780-1790). Nell’estate del 5552 (1792), egli iniziò a riordinare il Tanya nella forma attuale. Un anno dopo, vi erano già numerose copie e, col tempo, vi furono corruzioni del testo e persino falsificazioni. Per questa ragione il Rebbe si affrettò, allora, a farlo stampare.

Un’altra versione: per vent’anni il Rebbe scrisse la sua opera, il Tanya, esaminando con estrema precisione ogni parola. Nell’anno 5555 (1795) il testo era puro e limpido ed egli diede il permesso, che venisse copiato. Quando le copie divennero numerose e corrotte, egli lo fece stampare.

Il Zemmach Zedek raccontò che, il primo Capodanno della sua vita (nel 5550, 1789), l’Admòr HaZakèn fece un discorso sull’affermazione del Talmùd: Un voto gli viene imposto: “Sii giusto”… Questo discorso costituisce, di fatto, i primi tre capitoli del Tanya.

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