Il bambino vince il gigante Pubblicato il 16 Novembre, 2023

Noi siamo di fronte a un mondo nel quale il male prevale e che appare come minaccioso. Ma noi abbiamo la forza di non lasciarci impressionare dagli ostacoli del mondo e continuare ad occuparci di Torà e mizvòt, e preparare il mondo per la Redenzione completa.

“Queste sono le discendenze… quali sono i frutti del giusto – le mizvòt e le buone azioni” (Bereshìt Rabà parashà 30, 6)
La parashà Toledòt apre con le parole: “Queste sono le discendenze di Izchak, figlio di Avraham”. Il termine discendenze è interpretato in due modi: 1) figli, discendenti; 2) buone azioni, come è detto nel midràsh: “Le discendenze dei giusti sono principalmente la Torà e le mizvòt”. La Torà dice: per quale merito Izchak ebbe ‘discendenze’, ossia discendenti e buone azioni? Per il fatto che “Avraham generò Izchak”, per merito quindi di Avraham Avìnu. Guardiamo quindi all’educazione che Avraham diede a suo figlio Izchak. Il primo fattore di novità che notiamo è che Izchak fu il primo ad essere circonciso all’età di otto giorni e di conseguenza fu il primo ad entrare a tredici anni nell’età dell’obbligo dei precetti. La cosa è allusa dai versi della Torà: “E Avraham fece un grande banchetto nel giorno dello ‘svezzamento’ di Izchak” (Bereshìt 21:8). In ebraico ‘nel giorno dello svezzamento’ è ‘be iom hagmal’, dove ‘hag’, ha il valore numerico di 8, e ‘mal’ si riferisce alla circoncisione ‘milà’. Anche il riferimento al Bar Mizva è compreso in questo verso, nel quale il termine ebraico per svezzamento intende quello dall’istinto del male in favore dell’istinto del bene.

Tutti i grandi personaggi
Al grande banchetto che Avraham fece, presenziarono tutti i grandi personaggi della generazione, e fra questi anche Og, re di Bashan e altri re delle nazioni. Il midràsh racconta che Og schernì tutto quel festeggiamento, dicendo che lui avrebbe potuto schiacciare con un solo dito il figlio unico di Avraham: Izchak. D-O disse allora: “Per la tua vita, tu vedrai migliaia di migliaia e miriadi di miriadi discendere dai figli dei suoi figli”, e la tua fine sarà quella di cadere in mano loro. Questo scontro rappresenta la via dell’Ebreo. Lo scontro fu proprio riguardo a ciò che esprime l’unicità dell’Ebreo: il giorno della sua circoncisione, il momento in cui si crea il legame infinito con D-O, o il giorno del Bar Mizva, quando l’Ebreo acquisisce l’istinto del bene. Di fronte a lui si pone il mondo in generale e gli dice: “Avrei potuto schiacciarti con un dito”.

Di fronte al mondo intero
Il gigante Og si erge di fronte ad Avraham. All’apparenza, Avraham è solo nel suo cammino, come dice Ezechiele: “Uno solo era Avraham” (Ezechiele 33: 24). Egli è anche chiamato ‘haivri’, dal termine ‘ever’ – al di là, poiché egli stava da una parte, solo nella sua fede nel D-O Unico, mentre tutto il resto del mondo stava dall’altra parte, adorando gli idoli. Che possibilità aveva Avraham di ergersi contro tutto il mondo? Eppure Avraham non si tirò indietro. Egli diffuse in ogni luogo il riconoscimento del fatto che D-O è “D-O mondo”, e non “D-O del mondo”, che può essere interpretato come se il mondo fosse una realtà indipendente e D-O si limitasse a dirigerlo, ma “D-O mondo” (Bereshìt 21:33), nel senso che tutta la realtà del mondo è solo un’espressione della forza Divina, che non esiste cioè nient’altro all’infuori di Lui.

Il messaggio è stato trasmesso
Quando Avraham procede per questa via, D-O gli promette che ‘migliaia di migliaia e miriadi di miriadi’ continueranno la sua strada e la fine dei suoi oppositori sarà quella di cadere nelle mani dei suoi discendenti. Questo è il messaggio che egli impartì a suo figlio Izchak, e in forza di ciò Izchak meritò di avere ‘discendenze’, che continuassero la via. L’insegnamento per noi è chiaro. Anche noi siamo di fronte a un mondo nel quale il male prevale. Esso sembra minaccioso non meno di Og, il gigante che si erge davanti a un bambino piccolo. Dobbiamo ricordare che ‘le azioni dei padri sono un segno per i figli’. La forza di Avraham viene trasmessa anche a noi in eredità. Noi abbiamo la forza di non lasciarci impressionare dagli ostacoli del mondo e continuare ad occuparci di Torà e mizvòt, e preparare il mondo per la Redenzione completa.

(Da Likutèi Sichòt, vol. 1, pag. 45)

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