Mutare la propria natura per salvare delle vite Pubblicato il 3 Novembre, 2023

Quando all’uomo si presenta un caso che riguarda la salvezza di un Ebreo, in senso materiale o spirituale, egli non deve perdersi in alcuna considerazione, ma agire con tutti i mezzi e con tutte le sue forze.

“Si avvicinò Avraham e disse: “Vorresti far morire anche il giusto con il malvagio?” (Bereshìt 18:23)
Quando D-O decise di distruggere Sodoma e Gomorra e rivelò il Suo intento ad Avraham, questi cercò con tutte le sue forze di annullare il terribile decreto. Così racconta la Torà: “Si avvicinò Avraham e disse: “Vorresti far morire anche il giusto con il malvagio?”” Cosa significa il termine “si avvicinò” (vaigàsh)? Non si trovava Avraham già davanti a D-O, come dice il verso: “E Avraham stava ancora davanti all’Eterno” (Bereshìt 18:22)? Per questo, Rashi spiega: “Noi troviamo tre significati: avvicinarsi per la guerra… avvicinarsi per la riconciliazione… avvicinarsi per la preghiera… Avraham si avvicinò in tutti e tre i modi: per rivolgere parole dure, per riconciliarsi, per pregare”.

Perché “con parole dure”?
Con “E si avvicinò Avraham” la Torà intende insegnarci che Avraham entrò in uno stato d’animo particolare. Dentro di lui, egli fu pronto a parlare con D-O in un modo diverso da quanto gli era abituale. Egli si preparò a parlare in tre modi: con parole dure, con parole di conciliazione e con la preghiera. Noi dobbiamo però tenere presente che Avraham Avìnu è chiamato: “Avraham che mi amava” (Isaia 41:8). Il suo attributo era quello della benevolenza e dell’amore. Come è possibile che Avraham parlasse duramente, e in particolare rivolgendosi a D-O? E non solo egli si rivolse a D-O con parole dure (“Vorresti far morire anche il giusto con il malvagio?”), ma utilizzò questa modalità subito, in apertura del suo discorso, nonostante che, secondo il suo attributo, che era quello della benevolenza, sarebbe stato più consono a lui iniziare con parole di conciliazione e con preghiere!

Non è la natura dell’uomo a decidere
Proprio qui trova espressione la grandezza di Avraham Avìnu. C’è chi è per natura benevolo e il suo comportamento in tale direzione deriva proprio dalle sue caratteristiche naturali. E proprio qui si rivela l’unicità di Avraham Avìnu: egli era benevolo, non a causa delle sue caratteristiche naturali, ma poiché questa era la via in cui serviva D-O. Egli era completamente sottomesso alla volontà di D-O, ed era questa la sua natura. Per questo, quando vide che era necessario comportarsi in una direzione che era opposta a quella della benevolenza, lo fece con la stessa dedizione e lo stesso attaccamento a D-O. Non era infatti la sua natura a dettare il suo comportamento, ma ciò che il servizio Divino richiedeva, e quando il suo servizio richiese un diverso comportamento, egli non esitò neppure per un attimo.

Un insegnamento per tutte le generazioni
Quando si presentò ad Avraham la questione di salvare delle vite, ed egli comprese che non vi era altra via per salvare gli abitanti di Sodoma, se non quella di una richiesta ferma a D-O, che includesse l’uso di parole dure, egli non fece nessun calcolo, ma passò subito all’azione, in una direzione che era l’opposto della sua natura, poiché forse così avrebbe potuto salvare gli abitanti di Sodoma. Con questo suo comportamento, Avraham trasmette un insegnamento pratico, valido per tutte le generazioni: quando all’uomo si presenta un caso che riguarda la salvezza di un Ebreo, in senso materiale o spirituale (come avvicinare il cuore degli Ebrei al loro padre Che è nei Cieli), egli non deve perdersi in alcuna considerazione, ma agire con tutti i mezzi e con tutte le sue forze, persino con l’uso di ‘parole dure’ e persino se ciò è opposto alla sua natura. Questa azione deve essere portata avanti come dice Rashi: “Avraham si avvicinò in tutti e tre i modi” – bisogna entrare nell’azione con tutta la forza e con tutta l’anima, ed allora è garantito all’uomo che riuscirà nella sua opera.
(Da Likutèi Sichòt,vol. 10, pag. 55)

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