Unione nella particolarità Pubblicato il 21 Maggio, 2023

Ogni Ebreo ha in generale due caratteristiche: le caratteristiche che lo contraddistinguono quale membro del popolo d’Israele e le sue caratteristiche personali. La vera unione è composta dall’insieme delle due.

“Questa fu l’inaugurazione dell’altare, nel giorno in cui venne unto”
La parashà Nasò si sofferma lungamente sulla descrizione dell’ordine in cui furono portate le offerte da parte dei capi delle dodici Tribù, per l’inaugurazione dell’altare. La Torà conclude così la descrizione: “Questa fu l’inaugurazione dell’altare, nel giorno in cui venne unto da parte dei capi di Israele. Dodici vassoi d’argento…” (Bemidbàr 7:84). In proposito chiede il midràsh: ma i capi delle Tribù non portarono le loro offerte per dodici giorni, un capo tribù per ogni giorno? Come può allora intendere il verso che tutti i capi inaugurarono l’altare, dal momento che fu solo il primo di loro ad inaugurarlo?! Spiega il midràsh: “La Scrittura li considera come se tutti avessero portato la loro offerta il primo giorno e come se tutti avessero portato la loro offerta l’ultimo giorno” (Bemidbar Rabà).

La rappresentanza delle tribù
L’aggiunta del midràsh “come se tutti avessero portato la loro offerta l’ultimo giorno”, non è chiara. Si può capire l’importanza dell’offerta del primo giorno, ma qual è quella dell’ultimo giorno, per cui la Scrittura debba considerarli come se tutti avessero portato la loro offerta l’ultimo giorno?! La cosa si comprende dal motivo per cui l’altare fu inaugurato proprio dai capi delle tribù, e non da Moshè e Aharòn. La qualità dei capi è quella di rappresentare la divisione dei Figli d’Israele in dodici tipologie, secondo la loro ripartizione in tribù. Era importante che ogni tribù fosse rappresentata, nell’inaugurazione dell’altare, dal proprio capo, poiché l’offerta è una via per avvicinarsi a D-O, cosa che deve essere fatta nel modo e secondo le caratteristiche dell’offerente.

Completamento dell’inaugurazione
Il completamento dell’inaugurazione dell’altare fu raggiunto solo dopo che tutti i capi, che rappresentano tutte le diverse tipologie presenti nel popolo, ebbero portato la loro offerta. Allora arrivarono ad esprimersi, nel servizio dell’altare, tutte le tipologie presenti nel popolo, e in questo modo vi fu un completamento della sua inaugurazione. Risulta quindi che, non solo il primo giorno ebbe una qualità particolare – la qualità dell’inizio e del primo passo – ma anche l’ultimo giorno ebbe una grande qualità: in questo giorno si raggiunse la completezza generale dell’inaugurazione dell’altare, con tutti i dodici tipi presenti nel popolo d’Israele. Questo fatto evidenzia l’unità del popolo d’Israele, mostrando che, fino a quando non furono rappresentati tutti i tipi che lo compongono nell’inaugurazione dell’altare, l’inaugurazione stessa non poté essere completa. D’altro canto, il midràsh evidenzia che ogni capo delle tribù portò la sua offerta nel suo particolare modo, secondo le caratteristiche peculiari della sua tribù, cosa che sembra ridurre la forza dell’unione, dato che qui emergono le differenze fra le tribù! Ma è proprio così che si esprime veramente l’unione del popolo d’Israele. Ogni Ebreo ha in generale due caratteristiche: 1) le caratteristiche che lo contraddistinguono quale membro del popolo d’Israele; 2) le sue caratteristiche personali. La vera unione è composta dall’insieme delle due: come ha la sua importanza l’inclusione di ogni particolare nel generale, così ha la sua importanza la peculiarità di ogni particolare di per sé. Così stanno le cose anche riguardo al corpo dell’uomo: da un lato il corpo è un’unità, unita e compatta, e d’altro lato è vitale che ogni organo funzioni secondo le sue caratteristiche particolari. Solo così, ogni parte del corpo porta il suo contributo al corpo nel suo insieme.

Combinare insieme
È più facile riconoscere l’unità nelle caratteristiche comuni, dove essa è chiara e manifesta. Essa è però più completa proprio nelle qualità personali, quando un agglomerato di diversi particolari peculiari creano insieme un’entità unica e completa. Lo scopo è arrivare a combinare le due cose. Da un lato bisogna riconoscere che ogni singolo individuo del popolo d’Israele ha bisogno dell’altro per le sue qualità uniche, e d’altro lato bisogna ricordare che anche le qualità personali dell’individuo hanno la loro origine nell’anima dell’Ebreo, la cui essenza è comune a tutti i membri del popolo d’Israele.

(Da Likutèi Sichòt, vol. 23, pag. 5)

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