Come si arriva al bene perfetto Pubblicato il 21 Luglio, 2024

Quando gli Ebrei sono costretti a passare una fase di declino e oscurità, e, nonostante ciò, anche allora persistono nel loro attaccamento a D-O trasformando così il buio in luce, in questo modo essi preparano se stessi ed il mondo intero al bene ed alla luce perfetti che si riveleranno nella Redenzione vera e completa.  

 

“Egli ha distolto la Mia ira dai Figli d’Israele”
Pinchàs meritò un’eccezionale ricompensa per l’atto di aver ucciso Zimrì e la donna midianita: dice, infatti, D-O che, avendo “egli distolto la Mia ira dai Figli d’Israele” (Bemidbàr 25, 11), la ricompensa che gli spetta è che “Io gli accordo il Mio patto di pace… un patto di sacerdozio perpetuo”. I nostri Saggi, inoltre, dicono che: “Pinchàs è Eliahu”. Il comportamento di Pinchàs, infatti, lo collega anche all’annuncio della Redenzione futura. Questa ricompensa e questa elevazione seguirono una fase di  profondo declino. Il popolo d’Israele era decaduto al punto di macchiarsi di peccati gravissimi come la promiscuità con le figlie di Moàv, cosa che attirò su di esso l’ira Divina. esso fu colpito quindi da una terribile piaga che si diffuse come un’epidemia. Solo grazie all’atto di Pinchàs, D-O disse: “non ho dovuto distruggere i Figli d’Israele”. Eppure, da un tale decadimento, fiorì una grande elevazione, sia per Pinchàs, che fu fatto sacerdote, sia per il popolo d’Israele, in quanto proprio dopo l’epidemia, fu comandato di contarlo, “per amor loro”.

La luce che deriva dal buio
La parashà Pinchàs viene letta all’inizio delle ‘tre settimane’ (il periodo di lutto, che va dal 17 di Tamùz al 9 di Av), ed in effetti, si può vedere come questo motivo, dell’elevazione che sorge proprio dal declino, appartenga anche a questo periodo di lutto. Questi giorni sono giorni di lutto per le disgrazie e la distruzione, che portarono a questo esilio, lungo e terribile. Ma alla fine, proprio dalla sofferenza dell’esilio fiorisce la Redenzione vera e completa. Sorge la domanda: perché D-O ha fatto in modo che la massima rivelazione del bene venga fuori proprio da una fase di discesa e di oscurità? Non avrebbe potuto D-O, infatti, fare in modo che il bene venisse dato direttamente, senza essere preceduto da ascondimenti ed oscurità?

Trasformazione del male in bene
La risposta è che la perfezione del bene e della luce è raggiunta proprio quando essa fiorisce dal male e dall’oscurità. Proprio quando il buio si trasforma in luce ed il male in bene, si arriva al massimo della perfezione, che è possibile raggiungere. La luce che deriva dal buio ed il bene che deriva dal male sono la luce ed il bene più elevati in assoluto. Il bene, preso di per sé, non esprime ancora il potere completo di D-O su tutta la realtà. Quando, invece, è il male stesso a trasformarsi in bene, solo allora il bene si rivela nel pieno della sua forza, al punto che persino il male stesso gli si sottomette, si trasforma e diventa bene.

Lo scopo dell’esilio
È questo il motivo più profondo di tutti i declini che precedono le elevazioni, e di tutto ciò che riguarda l’esilio e la distruzione (del Tempio). Dato che D-O vuole che il popolo d’Israele arrivi al massimo del bene e della luce, è necessario passare, prima, per una fase di declino e di pesante oscurità, e proprio da lì si schiude la luce della Redenzione. Quando gli Ebrei sono costretti a passare una fase di declino e oscurità, e, nonostante ciò, anche allora  persistono nel loro attaccamento a D-O trasformando così il buio in luce, in questo modo essi preparano se stessi ed il mondo intero al bene ed alla luce perfetti che si riveleranno nella Redenzione vera e completa, poiché allora si manifesterà anche il bene che era nascosto in tutto ciò che riguarda la distruzione e l’esilio.
(Libro dei discorsi 5749, pag 581)

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