Cosa ci insegna Purim oggi Pubblicato il 20 Marzo, 2024

L'unione del popolo Ebraico e l'orgoglio col quale esso manifesta il proprio Ebraismo è ciò che lo ha salvato in passato ed è ciò che lo porterà oggi alla sua completa Redenzione.  

Qual è il significato del miracolo di Purim, un avvenimento accaduto più di 2300 anni fa in Persia e in Media, per noi, oggi, qui? Di fatto, rispetto ad altre feste o giorni particolari, Purim ha un significato più speciale per ogni uomo Ebreo e per ogni donna Ebrea del popolo d’Israele, nel nostro tempo, ed in ogni luogo. I fatti di Purim avvennero in un periodo in cui gli Ebrei erano in esilio, ed anche dopo il miracolo, essi continuarono ad essere in esilio (fino al termine della costruzione del Secondo Tempio). La Meghillàt Esther racconta, ed i nostri Saggi di benedetta memoria forniscono una spiegazione più estesa di ciò, che l’esilio in Persia e in Media (l’ultimo periodo dell’esilio babilonese), per quel che riguardava la condizione materiale, non fu un esilio duro. Anzi, gli Ebrei furono invitati al banchetto del re, una donna Ebrea, Esther, era regina, e Mordechai l’Ebreo era fra i personaggi più in vista alla corte del re. Ed ecco, proprio in quel tempo, si levò il malvagio Hammàn nel tentativo di sterminare il popolo Ebraico. Da dove prese egli l’iniziativa ed il coraggio di intraprendere un simile progetto malvagio?

    La risposta può essere trovata nelle parole, che egli rivolse al re Achashverosh: “Esiste un popolo sparso e disseminato tra le nazioni, in tutte le province del tuo regno, e le loro leggi sono differenti da quelle di ogni altro popolo”. Hammàn comprese che gli Ebrei erano un popolo unico ed unito, persino quando esso era sparso e disseminato in ogni angolo del mondo. Egli comprese che ciò che unisce tutti gli Ebrei è il fatto che essi si comportino secondo “le loro leggi differenti”, e cioè secondo la Torà ed i precetti, nel qual caso nessuna nazione al mondo può esercitare il suo potere su di loro. Quando, però, Hammàn si recò al banchetto del re e vide, lì, Ebrei che vi partecipavano, senza esserne stati costretti e vide che, pur essendo stata data disposizione che ognuno ricevesse secondo la propria volontà, vi erano, lì, Ebrei che non davano importanza alla kasherùt (alle regole alimentari Ebraiche, che permettono o vietano determinati cibi) e si vergognavano del loro Ebraismo e così via, egli giunse alla conclusione che gli Ebrei non erano solo un popolo ‘sparso’, ma anche ‘diviso’. Fu ciò che gli fornì l’ardire di emanare un decreto, che comandava lo sterminio di un intero popolo, in un solo giorno, atto al quale nessun nemico d’Israele era mai arrivato prima d’allora.

    Ed ecco che arriva Purim, a ricordarci come reagirono Mordechai l’Ebreo e la regina Esther e tutto il popolo d’Israele, il ‘popolo di Mordechai’, al decreto di Hammàn. Mordechai l’Ebreo ‘non si inchinò né si prostrò’ davanti a niente ed a nessuno che potesse portarlo a fare compromessi sull’Ebraismo. La regina Esther mise in pericolo la sua vita per aiutare e portare salvezza al suo popolo: “sia permesso di vivere a me per la mia domanda e al mio popolo per la mia supplica”. Tutto il popolo si immerse in uno stato di pentimento e di auto-sacrificio per un anno intero, quando avrebbero potuto salvarsi facilmente dal decreto, semplicemente abiurando, che  D-O non permetta, la loro fede. E da ultimo, una parte fondamentale spettò ai bambini Ebrei, che, guidati da Mordechai, presero su di loro la disponibilità all’auto-sacrificio per amore della Torà e dell’Ebraismo. Per merito loro in particolare, e per merito di tutti gli Ebrei, uomini, donne e bambini, uniti a formare un unico popolo, grazie alla Torà unica,  del D-O Unico e Uno, il decreto di Hammàn venne annullato ed arrivò la salvezza Divina, non solo con la liberazione dalla minaccia che incombeva, ma con un vero e proprio ribaltamento: invece di temere gli Ebrei i loro nemici, cadde sui loro nemici il terrore degli Ebrei; invece di ‘inchinarsi’ alla cultura delle nazioni del mondo, gli Ebrei manifestarono con orgoglio il loro Ebraismo, ed allora… “Agli Ebrei fu luce, allegria, gioia ed onore” in tutti i sensi, non solo, cioè, spiritualmente, ma anche, semplicemente, materialmente!

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