Costruiamo il Santuario Pubblicato il 7 Marzo, 2024

Ogni nostra azione in questo mondo ha una funzione determinante per la costruzione di un Santuario per D-O, ed il vero Santuario per D-O deve essere il mondo intero!  

 

“Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà un giorno santo per voi”
Nella parashà Vayakèl, dopo aver enumerato nelle settimane precedenti tutte le disposizioni riguardanti la costruzione del Santuario, la Torà passa alla descrizione della sua esecuzione di fatto. Eppure, l’inizio di questa parashà si occupa di un tema completamente diverso: Moshè raduna tutto il popolo d’Israele e comanda loro l’osservanza del Sabato. “Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà un giorno santo per voi; è un Sabato di assoluta cessazione dal lavoro in onore dell’Eterno. Chiunque effettui in esso un lavoro ecc.” (Shemòt 35, 2). Dal fatto che il tema del Sabato sia stato inserito nel contesto che si occupa della descrizione dei lavori per la costruzione del Santuario, la Ghemarà impara che D-O desidera insegnarci con ciò a distinguere i lavori proibiti di Sabato. I lavori che ci sono stati proibiti di Sabato sono quegli stessi lavori che furono necessari alla costruzione del Santuario. Si tratta di trentanove lavori proibiti di Sabato, ognuno dei quali è capostipite di successive diramazioni.

  Esiste un nesso
È noto che nella Torà nulla è casuale. Il fatto che la Torà abbia scelto di insegnarci i lavori proibiti di Sabato, derivandoli proprio dai lavori necessari alla costruzione del Santuario, indica l’esistenza di un nesso profondo ed essenziale che li collega. Si tratta di un duplice collegamento: i lavori per il Santuario sono i ‘padri’, la radice e l’origine dei lavori che ci occupano quotidianamente nella nostra vita. Invero, ogni cosa al mondo ha un’origine spirituale. Tutte le attività quotidiane, tutti i lavori più semplici e materiali hanno la loro origine nei lavori consacrati alla costruzione del Santuario.

  Lavorare è un obbligo
Così come il Santuario è l’origine dei lavori materiali, esso rappresenta anche lo scopo di ogni lavoro: pur trattandosi di attività semplici e materiali, il loro fine ed il loro obiettivo è quello di creare un Santuario per D-O, in modo da permettere alla santità Divina di risiedere in questo mondo. Questo fatto trova anch’esso espressione nel tema del Sabato. Dice la Torà: “Per sei giorni lavorerai”. I nostri Saggi dicono che questo è un precetto positivo. Il fatto di lavorare, cioè, non è un qualcosa di facoltativo, bensì è un obbligo: l’uomo ha il dovere di affaticarsi e di lavorare, come è scritto: “L’uomo è nato per affaticarsi”. Per questo si diminuisce il tempo dedicato alla preghiera ed alla lettura della Torà, nei giorni in cui è permesso lavorare, così da non pregiudicare la possibilità di agire e di lavorare. E questo poiché tramite l’attività ed il lavoro l’uomo fa del mondo intero un Santuario per D-O, ed è questo lo scopo per il quale egli vive.

  Realizzare il potenziale
Come fare un Santuario per D-O tramite i normali lavori quotidiani? Dice la Torà: “Per tutte le tue vie Lo conoscerai”. Questo vuol dire che in ogni cosa che tu fai, anche nelle azioni più quotidiane, tu devi conoscere D-O. Anche le semplici azioni del mangiare, del dormire, del lavorare per il sostentamento, ecc., l’uomo le deve far diventare parte del suo servizio Divino, ed in questo modo egli fa di questo mondo un Santuario, ossia una residenza per D-O. La differenza fra il Santuario ed il mondo nel suo complesso è che il Santuario era di fatto ed in modo manifesto una dimora per D-O, mentre nel mondo non vi è che il potenziale, la possibilità di essere un Santuario ed un Tempio per D-O. Il compito dell’uomo è quello di realizzare questo potenziale, e per questo egli deve approfittare di ogni momento libero per attivarsi e lavorare, nel senso di “in tutte le tue vie Lo conoscerai”.
(Elaborato da Likutèi Sichòt vol. 1, pag. 193)

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