“E costruì per noi il Tempio” Pubblicato il 19 Aprile, 2024

Il legame interiore ed essenziale fra D-O e il popolo d’Israele è un legame basato su una scelta che và al di là di qualsiasi logica.

“E costruì per noi il Tempio (Beit HaBechirà / La Casa Scelta) per l’espiazione di tutti i nostri peccati” (Haggadà di Pèsach)
L’Haggadà di Pèsach enumera quindici ‘benefici per i quali dobbiamo essere grati a D-O’, l’ultimo dei quali è “E costruì per noi il Santuario (Beit HaBechirà), per l’espiazione di tutti i nostri peccati”. Osservando questa espressione, sorgono alcune domande. Prima di tutto, che appellativo è mai questo: ‘Beit haBechirà’ / ‘La Casa Scelta’? Non avrebbe potuto usare l’Haggadà il termine normale cui siamo abituati: ‘Tempio’? Perché poi l’Haggadà ha ritenuto opportuno spiegare lo scopo del Tempio, con il fatto che esso viene a ‘espiare tutti i nostri peccati’, invece di segnalare la sua caratteristica fondamentale, di essere il luogo in cui dimora la Presenza Divina: “Ed Io dimorerò in mezzo a loro” (Shemòt 25:8)? Ed in ogni caso, cosa ha a che fare il Tempio (Beit haBechirà) e l’espiazione dei peccati con il racconto dell’uscita dall’Egitto?

Una risposta alla domanda
Va detto che proprio in ciò, l’uscita dall’Egitto trova la sua completa espressione. Il figlio che siede al tavolo del sèder e ascolta tutte le storie e le spiegazioni, pone con meraviglia la domanda: “Perché si dà così tanta importanza all’uscita dall’Egitto, dal momento che noi ci troviamo tuttora in esilio, e fra di noi vi sono ancora dei malvagi e non è ancora stata operata completamente la distinzione che separa il bene dal male?” La risposta ad una simile domanda è allusa nelle parole: “E costruì per noi il Beit HaBechirà per l’espiazione di tutti i nostri peccati”. Il Tempio è chiamato qui proprio ‘Beit HaBechirà’, per far risaltare la scelta che D-O fece del popolo d’Israele, al momento della sua uscita dall’Egitto, scelta che rappresenta l’innovazione fondamentale della redenzione.

Una scelta vera
Si può operare una vera scelta solo fra due cose che sono identiche, quando non vi è alcun motivo o spiegazione per preferire l’una all’altra. Per questo, la scelta vera appartiene solo a D-O Stesso, Che è al di sopra di tutto e comprende tutto, davanti al Quale il creato si annulla e tutte le creature si equivalgono. Per questo, è detto che, per quel che riguarda D-O Stesso benedetto, non vi è posto per spiegazioni logiche alla Sua preferenza del popolo d’Israele, rispetto alle altre nazioni, poiché “Essàv è fratello di Yakov” (Malachi 1:2), ed ambedue si equivalgono. Non si può dire che le differenze fra il popolo d’Israele e le altre nazioni abbiano una qualche rilevanza per D-O Stesso. Per Lui, essi si eqivalgono completamente. E qui interviene il Santo, benedetto Egli sia, e sceglie il popolo d’Israele! La scelta è completamente libera, al di sopra di qualsiasi ragione e spiegazione, una scelta che proviene da Lui Stesso: “Ed Io amo Yakov ed ho odiato Essàv” (Malachi 1:2-3). E questa scelta è decisiva e definitiva, tanto che D-O dice (dopo aver scelto il popolo d’Israele) “Io non posso cambiarlo con un altro popolo”.

Espiazione dei peccati
Ciò avvenne al momento dell’uscita dall’Egitto. I nostri Saggi dicono che l’attributo del rigore allora lanciò questa accusa, riferendosi agli Ebrei ed agli egiziani: “Quelli sono idolatri e quelli sono idolatri” (Zohar, parte 2 170 -2), e nonostante ciò, D-O scelse il popolo d’Israele e lo fece uscire dall’Egitto. In ciò si è rivelato il legame interiore ed essenziale fra D-O e il popolo d’Israele, un legame basato su una scelta che và al di là di qualsiasi logica. Questo legame è eterno e non viene intaccato da nessun tipo di peccato, poiché nulla può avere influenza su ciò che D-O ha scelto. E questa è la risposta da dare alla meraviglia espressa dal figlio: nonostante noi siamo tuttora in esilio ed i malvagi esistono, ecc., vi è stata la scelta del Santo, benedetto Egli sia, che è arrivata alla sua completezza con la costruzione del Beit HaBechirà, ed esso espia tutti i nostri peccati. Questo fatto ci dà la certezza che molto presto, ai nostri giorni, sarà costruito il Tempio e verrà la Redenzione vera e completa.
(Da Likutèi Sichòt vol. 17, pag. 84)

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