I segni della ‘kasherùt’ nella nostra vita quotidiana Pubblicato il 28 Agosto, 2024
Qual’è lo scopo dell’uomo? Elevarsi e venire incluso in ciò che sta al di sopra di lui: in D-O Stesso, Creatore del mondo.
“Potrete mangiare ogni animale che ha lo zoccolo spezzato, completamente diviso in due parti, e che sia ruminante” (Devarìm 14:6)
Nella parashà Re’è, la Torà parla degli animali puri che è lecito mangiare e di quelli impuri che è proibito mangiare e ci fornisce i segni atti a distinguerli. Due sono i segni che contraddistinguono l’animale puro: lo zoccolo spezzato e l’essere ruminante. L’essenza dell’atto del mangiare, in generale, consiste nel fatto che l’uomo prende cose che appartengono al mondo minerale, vegetale ed animale, e le introduce nel proprio corpo, facendole diventare parte del suo stesso sangue e della sua stessa carne, parte del suo stesso corpo. Questo, di fatto, è lo scopo di ogni cosa creata che esiste al mondo: elevarsi e venire inclusa al livello che è superiore al suo. Lo scopo del mondo minerale è servire quello vegetale; il mondo vegetale si eleva, quando viene compreso in quello animale; gli animali poi arrivano al loro massimo completamento, quando servono il grado che sta sopra di loro: l’uomo.
L’uomo (adàm) che è nell’uomo
E qual’è lo scopo dell’uomo? L’uomo arriva al suo completamento quando si eleva e viene incluso in ciò che sta al di sopra di lui: in D-O Stesso, Creatore del mondo. Quando l’Ebreo serve il suo Creatore, raggiunge in questo modo il proprio completamento: egli si eleva e si unisce al livello Divino che sta sopra di lui. Anche il nome dell’uomo allude a ciò: adàm (come Adamo, il primo uomo, che fu creato ad immagine di D-O), che ha il significato ebraico di domè / simile, adamè le Eliòn / simile all’Eccelso, che aspira ad essere simile a D-O. Anche nell’uomo stesso ci sono cose nelle quali egli è simile al mondo minerale, vegetale ed animale. Le necessità materiali dell’uomo, come mangiare, bere, dormire, ecc., non sono diverse nella loro essenza da quelle degli animali. E come lo scopo degli animali è quello di elevarsi e di venire compresi nell’uomo, così l’uomo deve indirizzare le proprie attività fisiche (simili a quelle animali) a servire l’adàm che è in lui e, più precisamente, l’adàm che è nell’adàm, la parte Divina che è in lui.
Non a senso unico
Per dirigere però tutte le parti dell’uomo, il corrispettivo cioè del mondo minerale, vegetale ed animale che è in lui, verso il livello della santità, sono necessari dei segni. L’uomo deve controllare attentamente le proprie azioni e la propria condotta, per verificare che esse possano effettivamente santificarsi ed elevarsi e che non succeda proprio il contrario, che esse non lo trascinino invece in basso. Il primo segno è lo “zoccolo spezzato”. Lo zoccolo si divide in due direzioni, destra e sinistra. Il significato di ciò è che le azioni dell’uomo non devono essere a ‘senso unico’. La persona che agisce secondo un’unica direzione, quella che gli è più connaturata, può arrivare a sbagliare ed anche a diventare schiava della propria natura. Egli deve accertarsi di avere la capacità di valutare ogni situazione di per sé, e di essere in grado di agire anche in opposizione alla propria natura e alla direzione che gli è usuale.
Una controprova
Il secondo segno è l’essere ‘ruminante’, che significa tornare a masticare il cibo una seconda volta. Così deve essere l’approccio dell’Ebreo verso le cose del mondo che deve affrontare: non agire in base ad una prima impressione superficiale, ma controllare nuovamente le cose, per verificare che esse portino effettivamente allo scopo desiderato, al servizio Divino. Inoltre, come per il mangiare l’Ebreo controlla prima la kasherùt del suo cibo, così egli deve controllare tutto il sistema della propria vita materiale, per essere certo di non fare le cose a livello ‘animale’, ma come adàm, le cui azioni sono tutte dirette ad elevarsi al grado che è sopra di lui: alla santità Divina.
(Da Likutèi Sichòt, vol. 2, pag. 375)