Il 12 e 13 di Tamùz: una data importante per tutto il popolo d’Israele. Pubblicato il 18 Luglio, 2024
Con la liberazione del Rebbe Precedente dal suo imprigionamento in Russia, ha inizio un processo, per il quale l'Ebraismo e la Chassidùt hanno potuto diffondersi in tutto il mondo, in modo da prepararlo, oggi, alla rivelazione finale del nostro Giusto Moshiach.
Un giorno, mentre il Rebbe era immerso nella preghiera, un gruppo di suoi aguzzini entrò nella cella e pretese da lui che si alzasse in piedi. Il Rebbe si rifiutò e venne quindi minacciato. Altri poliziotti entrarono e gli comandarono di alzarsi, ottenendo però solo un rifiuto. Uno di essi, un Ebreo, disse al Rebbe in Iddish: – Perché te li metti contro? Sono venuti a portarti una buona notizia, così rovini tutto.- Il Rebbe non si alzò e venne picchiato. Così una terza volta, con un terzo gruppo. Un quarto gruppo, infine, venne a scortarlo in un ufficio in cui, su di un incartamento, si vedeva la parola “fucilazione” cancellata, seguita da quelle “dieci anni di carcere duro” cancellate e sostituite infine dalla dicitura “tre anni di esilio a Kastrama”.
Al Rebbe, sotto sua richiesta, fu concesso di rimandare la partenza, per non viaggiare di Shabàt e di utilizzare carrozze di prima classe. Ancor prima di partire, mandò a Kastrama un chassìd, per organizzare l’apertura di un luogo di studio di Torà, tornando quindi subito ad occuparsi di ciò per cui era stato imprigionato. Non molto tempo dopo, il 12 di Tamùz arrivò l’annuncio della liberazione definitiva del Rebbe, che si attuò il giorno dopo, il 13 di Tamùz.
Tutta la sequenza dei fatti appare con evidenza, come miracolosa e viene ad insegnare che, quando un Ebreo agisce con senso di sacrificio per la salvezza e la diffusione della Torà, non impressionandosi assolutamente delle prove e del buio che gli si parano dinnanzi, non solo vede tutti gli ostacoli sparire, ma addirittura li vede trasformarsi in fonte di aiuto per il servizio Divino. Questo lo si vedrà in modo completo con la rivelazione di Moshiach, quando la Luce che splenderà non sarà risultato della sconfitta del buio, ma sarà la rivelazione di come il buio stesso si trasformerà in Luce.
La liberazione del Rebbe Rayàz non riguarda soltanto la sua persona, ma concerne tutto il Popolo Ebraico, come egli stesso scrisse in una lettera: – Non solo me HaShem ha liberato, ma anche tutti quelli che hanno a cuore la Santa Torà, quelli che osservano le mizvòt e quelli che semplicemente appartengono al Popolo Ebraico…-
Il 12 e il 13 di Tamùz rappresentano l’inizio di un processo, che ha portato alla diffusione dell’Ebraismo e della Chassidùt in tutto il mondo, a partire dai luoghi più oscuri e non toccati fino ad allora dalla Torà, fino ad arrivare a quelli, dove l’assimilazione sembrava ormai regnare sovrana.
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