La funzione del monarca Pubblicato il 1 Settembre, 2024
Il precetto di nominare un re è descritto nella parashà Shofetìm. A livello spirituale, per gli Ebrei, il cui vero re è D-O, un re in carne ed ossa è nominato per fungere da canale per la rivelazione del Regno Divino al popolo.
Il precetto di nominare un re
Il precetto di nominare un re è descritto nella parashà Shofetìm con queste parole: “Quando sarai entrato nella terra che l’Eterno, il tuo Signore, ti sta per dare… e tu dirai ‘Voglio porre sopra di me un re…’ … nominerai come re sopra di te uno dei tuoi fratelli…” (Devarìm 17: 14 – 15). Il profeta Samuele, tuttavia, restò contrariato, quando sentì la richiesta del popolo Ebraico di nominare un re, e D-O Stesso disse: “Essi Mi hanno rifiutato…” (I Samuele 8:7). Di conseguenza, i nostri Saggi pongono l’ovvia domanda: perché Samuele e D-O erano contrariati dalla richiesta del popolo Ebraico, che non solo era legittima, ma era stata anche comandata di fatto nella Torà? Inoltre, se la loro richiesta fosse stata veramente inappropriata, perché D-O disse a Samuele di accoglierla e di nominare un re? La Chassidùt spiega che vi sono due motivi per nominare un re. La ragione più semplice è affinché egli prescriva ai propri sudditi una norma di condotta appropriata. Infatti, anche chi comprende con la logica come doversi comportare, ciò non è tuttavia sufficiente, in quanto: “gli occhi vedono ed il cuore brama” (Rashi su Bemidbàr 15:39); la passione dell’uomo può infatti sopraffare la sua logica e la sua comprensione. Il timore di fronte ad un re serve quindi a garantire che il popolo si comporti in modo appropriato. Come affermano i nostri Saggi: “Prega per il benessere del governo, perché se non fosse per il timore dell’autorità, l’uomo “ingoierebbe” vivo il suo simile” (Pirkèi Avòt 3:2). Quando invece le persone sono ad un livello di pieno controllo delle proprie emozioni e quindi in grado di vigilare su se stessi, un re non ha alcuna funzione utile a questo riguardo. Vi sono però cose a proposito delle quali il popolo può mancare di discernimento. Solo un re, che “supera in statura dalla spalla in su tutto il popolo” (I Samuele 9:2), ha una comprensione di tali cose. Egli emette quindi vari decreti ai quali i suoi sudditi obbediscono fedelmente.
Uno scopo più elevato
A livello più spirituale, per gli Ebrei, il cui vero re è D-O, un re in carne ed ossa è nominato per fungere da canale per la rivelazione del Regno Divino al popolo. Gli Ebrei credono, comprendono e sentono in modo innato che la loro forza vitale deriva da D-O, e ciò dovrebbe esprimersi naturalmente in una totale abnegazione verso di Lui. Quando però questo aspetto è carente, diviene necessario per essi avere un re in carne ed ossa. Il timore e la reverenza per lui li porteranno alla fine a porsi con timore, reverenza e abnegazione davanti al Re dei re. Quando gli Ebrei sono come dovrebbero essere, esprimendo in modo spontaneo questa loro attitudine interiore ad annullarsi davanti a D-O, la nomina di un re viene ad assumere uno scopo molto più elevato, fornendo loro la possibilità di avvicinarsi a livelli di Divinità che non avrebbero mai potuto raggiungere da soli, in quanto trascendenti la loro comprensione. In tal caso, il re fa discendere al livello della loro percezione limitata una parte del suo stesso livello elevato di percezione, rendendola così accessibile anche a loro. Ciò permette quindi all’Ebreo di conseguire un livello molto più elevato e più profondo del timore di D-O, e dell’abnegazione verso di Lui.
Arrivare a temere D-O
Il profeta Samuele avrebbe voluto che il livello spirituale degli Ebrei fosse tale da permettere loro di arrivare ad una completa abnegazione a D-O, da soli, con il proprio sforzo, senza dover utilizzare il tramite di un re. Un re, in questo caso, li avrebbe invece aiutati a raggiungere un livello ancora più elevato nel timore di D-O. Ma gli Ebrei chiesero un “re che sia nostro capo, come hanno tutti gli altri popoli” (I Samuele 8:5) – un re che avrebbe impedito loro di “ingoiarsi vivi l’un l’altro”. Ciò indica che essi non erano così tementi di D-O, come avrebbero dovuto esserlo di per sé. Per questo D-O disse: “essi mi hanno rifiutato” – essi erano carenti nel temerLo. D-O tuttavia accolse la loro richiesta, comandando loro di nominare un re, poiché quando manca il timore di D-O, un re deve essere immediatamente nominato per aiutarli a raggiungere intanto almeno questo livello inferiore del timore di D-O. Poi, a tempo debito, essi potranno raggiungere il livello più elevato del timore di D-O, reso possibile anche in questo caso dal re.
Procurati un maestro
Nonostante al tempo dell’esilio il popolo Ebraico non abbia un re, i nostri Saggi dicono: “Chi sono i re? – I Rabbini”. Come agli Ebrei fu ordinato allora di nominarsi un re, così anche a noi è comandato di accettare su di noi la “sovranità” dei nostri Rabbini e Maestri. Come esortano i nostri Saggi: “Procurati un maestro” (Pirkèi Avòt 1:6, 1:16). Vi sono sempre degli individui il cui amore e timore per D-O sono più grandi del nostro. Non dovremmo farne allora i nostri maestri?
(Basato su Likutèi Sichòt, vol. 24, pag. 104 – 106)