La libertà dell’Ebreo Pubblicato il 18 Luglio, 2024

Ogni Ebreo è stato creato libero, e, in quanto figlio di D-O, non gli si addice, per natura, la condizione dell'esilio. La diaspora non ha, quindi, alcun potere reale su di lui, in tutti gli aspetti dell'Ebraismo, che sono collegati a D-O.  

Una data importante

Il 12 ed il 13 di Tamùz commemorano la liberazione del Rebbe Precedente dalla sua prigionia. Egli fu imprigionato per la sua opera di rafforzamento e diffusione dell’Ebraismo, e la sua liberazione, trattandosi del Nassì  haDòr, il Leader della generazione, di cui Rashi dice “Il Nassì della generazione è come tutta la generazione, poiché il Nassì è tutto” (Bemidbàr 21:21), non riguarda, quindi, soltanto la sua persona, ma concerne tutto il popolo Ebraico, come egli stesso scrisse in una lettera: “Non solo me, D-O ha liberato, ma anche tutti quelli, che hanno a cuore la Santa Torà, quelli che osservano le mizvòt e quelli che, semplicemente, appartengono al popolo Ebraico…”

L’Ebreo, per natura, è libero

Ogni Ebreo è stato creato libero e può agire ed assolvere alla sua responsabilità di servire D-O, solo quando è libero. Quando fummo liberati dall’Egitto, fu sollevato da noi il giogo della servitù, e, nonostante noi siamo ancora nella Diaspora, sotto il governo dei gentili, la nostra essenza è in uno stato di libertà. Ci è stata data la libera volontà, ed in ciò noi siamo come il Santo Benedetto. Infatti, “Tutto è nelle mani del cielo, tranne il timore del Cielo”. Quando un Ebreo, quindi, si comporta come un uomo libero nelle sue azioni, egli adempie alla mizvà di “Voi siete figli per D-O”, e così come il figlio di un re è come il re, egli è realmente un uomo libero, in quanto le sue azioni sono solo sue.

Come una scure in mano al taglialegna

A volte, una sequenza di eventi enfatizza questo punto. L’arresto del Rebbe Precedente fu attuato da un governo totalitario estremamente forte, che comandava incontrastato, in quella parte del mondo. La maggior parte degli Ebrei del mondo, viveva in quei paesi, a quel tempo. Si può dire, perciò, che il Regime Bolscevico governava sull’intero “mondo” (Ebraico). Quando un Ebreo mostrò loro che, anche in prigione, egli non si lasciava intimidire né limitare riguardo ad alcun aspetto della Torà, delle mizvòt e del servizio Divino, ciò venne a dimostrare loro, che egli era completamente libero. Quando, fra le varie condanne, venne decisa quella dell’esilio (una delle condanne più dure), il Rebbe Precedente dichiarò: “Noi andiamo in esilio, non per nostra volontà…solo i nostri corpi sono stati condannati all’esilio e all’oppressione.” Egli continuò, spiegando che questi governi sono semplicemente come la scure in mano al taglialegna: tutto dipende dalla volontà di D-O. Essi non possiedono una volontà indipendente.  Anche quando noi ci troviamo il esilio, quindi, la Diaspora non ha alcun potere sugli Ebrei, negli aspetti dell’Ebraismo che sono collegati a D-O. Nel giro di breve tempo, il Rebbe Precedente fu liberato, il 13 di Tamùz, dalle stesse persone, che lo avevano incarcerato, e questo miracolo fu pubblicizzato in lungo ed in largo, anche in quel paese.

L’esilio è contro la natura dell’Ebreo

 Ciò ci fornisce un insegnamento immediato. Una persona può venire a trovarsi sotto l’influenza della sua cattiva inclinazione. Nonostante egli sappia di essere libero, persino nell’esilio, in quanto  figlio di D-O, o anche in quanto Suo servo, quando egli esce nel mondo, (o è nato in una zona dove l’ambiente e le influenze non sono Ebraiche), egli deve ricordarsi che, tra i goym, egli è come uno che è stato ‘catturato’, che egli non appartiene, realmente, a quel contesto. Egli è lì, solo temporaneamente; quello non è il suo ambiente, né la sua reale esistenza. E D-O non permetterà che questa condizione innaturale continui. Essa è contro la natura dell’Ebreo, tutto il tempo che l’Ebreo non nasconde o rinnega la propria naturale essenza. A volte, è necessario un qualche fenomeno straordinario, per risvegliare l’Ebreo dal sonno dell’insensatezza del mondo, e per ricordargli la sua vera esistenza, la sua essenza. Quando un Ebreo decide di non lasciarsi intimidire o influenzare da nessuna cosa che si ponga come impedimento all’Ebraismo, egli avrà successo, e non grazie alla sua testardaggine, ma poiché, realmente, essa non può fermarlo. Egli è collegato con il Divino, e l’ostacolo è solo una prova, che ha il compito di elevarlo ancora più in alto. Anche se incontrerà difficoltà, quindi, egli le supererà.

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