La Mucca Rossa: un preludio a Moshiach Pubblicato il 11 Luglio, 2024
Nella storia del nostro Popolo, ad oggi si contano nove Mucche Rosse. La decima sarà preparata da Moshiach stesso, cosa che ci indica un nesso che le collega.
La decima Mucca Rossa
La parashà Chukkàt inizia con la descrizione delle leggi riguardanti la Mucca Rossa. A colui che si era reso impuro a causa del contatto con un morto, era interdetto l’accesso al Tempio. Per poter tornare ad entrarvi, la persona doveva subire un processo di purificazione, che si avvaleva dell’uso delle ceneri della Mucca Rossa. Nella storia del nostro Popolo, ad oggi si contano nove Mucche Rosse. La decima sarà preparata da Moshiach stesso, cosa che ci indica un nesso che li collega, spiegando il quale otterremo un insegnamento che il precetto della Mucca Rossa ci fornisce, sulla via per portare Moshiach. Un’allusione a ciò si trova alla conclusione delle leggi riguardanti la Mucca Rossa portate dal Rambam. Egli dice: “Nove Mucche Rosse furono preparate, dal momento che questo precetto fu dato per la prima volta, fino alla distruzione del Tempio. La prima fu preparata da Moshè, la seconda da Ezra e sette da Ezra alla distruzione del Tempio. La decima verrà preparata dal Re Moshiach, possa egli rivelarsi presto, amèn, possa essere questa la Volontà di D-O.”
Un posto strano per una preghiera
Se il Rambam in questo contesto ci sta parlando semplicemente del precetto, perché concludere con una preghiera? Noi abbiamo bisogno di conoscere i dettagli della preparazione e dell’uso della Mucca Rossa, non la sua storia. E invece il Rambam, non solo ci dice quante esse furono e chi le preparò, ma ci offre anche una preghiera per il ripristino del rituale. Può darsi che il Rambam abbia dovuto fare riferimento a Moshiach, in connessione alla Mucca Rossa, poiché altrove, nella sua opera, egli si è occupato di tutte le leggi riguardanti Moshiach. Ciò non spiegherebbe però perché egli inserisca una preghiera, nel bel mezzo di un codice di leggi. E se anche fosse pertinente, una simile preghiera avrebbe dovuto apparire nella sezione che si occupa appunto delle leggi su Moshiach e non della Mucca Rossa. Ci troviamo quindi davanti a tre domande. La prima: perché il Rambam racconta la storia della Mucca Rossa? La seconda: perché il Rambam offre una preghiera per la venuta di Moshiach, mentre si occupa delle leggi della Mucca Rossa? Ed infine: qual’è l’insegnamento che noi ricaviamo da ciò riguardo Moshiach?
Un precetto eterno
Per rispondere alla prima domanda, noi dobbiamo prima comprendere l’uso che era fatto delle ceneri della Mucca Rossa. Dopo che la Mucca Rossa veniva bruciata, le sue ceneri venivano divise in tre parti. Una era usata per purificare i sacerdoti che erano divenuti ritualmente impuri. Una seconda era usata per purificare il resto del popolo Ebraico. Pur non prestando servizio nel Tempio infatti, ogni Ebreo doveva a volte entrarvi, e se era venuto a contatto con un morto, doveva prima purificarsi. La terza parte invece, non era destinata all’uso, ma doveva essere conservata, preservata, e trasmessa man mano ai posteri. Il Rambam ci fa capire, raccontandoci la storia, che quello della conservazione e della trasmissione delle ceneri della Mucca Rossa è un precetto eterno, che riguarda ogni generazione. La ‘lezione di storia’ del Rambam ci dice che la Mucca Rossa non è solo parte di un passato interessante, ma irrilevante per noi oggi. La conservazione delle ceneri della Mucca Rossa è un obbligo eterno, ma il precetto stesso della Mucca Rossa non potrà essere osservato fino all’arrivo di Moshiach. Per questo, il precetto della Mucca Rossa “richiede” Moshiach. È il precetto stesso a dichiarare: “Possa Moshiach rivelarsi presto”, cosicché le ceneri possano essere preparate. Solo allora il precetto della conservazione delle ceneri potrà essere osservato in modo adeguato e completo.
Come pregare per Moshiach
Passiamo ora alla seconda domanda, che riguarda l’inserimento di una preghiera per Moshiach in un testo di leggi, e la sua particolare collocazione in una sezione dedicata alla Mucca Rossa, piuttosto che a quella più consona, riguardante le leggi su Moshiach. Noi abbiamo l’obbligo di credere nella venuta di Moshiach. Questo precetto non si limita a comandarci una fede generale nell’evento, ma ci chiede di sperare e di desiderare l’anticipazione della sua venuta in modo trepidante ed attivo. Qualsiasi cosa che sia meno di ciò, equivale secondo il Rambam ad un rinnegamento della Torà e della profezia di Moshè. Il precetto di credere, attendere e preparare l’arrivo di Moshiach è quindi rilevante e pertinente a tutte le generazioni. Cosa s’intende con attendere, sperare e preparare l’arrivo di Moshiach? Ciò significa che la mancanza di Moshiach deve produrre in noi una sensazione di incompletezza. Bisogna sentire che si sta perdendo qualcosa di vitale, ogni momento che non ci è dato di vedere Moshiach, presente fra noi in modo fisico. Noi dobbiamo sentire una costante speranza e aspettativa per l’arrivo di Moshiach, poiché ogni momento che egli non è qui, noi sentiamo che ci manca qualcosa di essenziale. Per questo motivo, quando incontriamo un’idea, un evento o anche solo una legge che si collega a Moshiach, ci deve venire spontaneo ed immediato rivolgere una preghiera perché egli si riveli subito ed in modo visibile. Proprio perché noi ci sentiamo incompleti ed inadeguati in mancanza della Redenzione, ogni volta che Moshiach viene menzionato, anche solo per caso, noi dobbiamo sentire l’impulso di pregare perché la nostra speranza si realizzi. Quando noi desideriamo qualcosa, quando sentiamo il bisogno di qualcosa, quando noi sentiamo dentro di noi fortemente e con urgenza questa mancanza, noi preghiamo per essa. Noi reagiamo con aspettativa e desiderio ogni volta che si parla di ciò, poiché i nostri pensieri, le nostre emozioni, la nostra stessa essenza è legata a ciò. Ciò spiega la presenza di una preghiera all’interno di un testo di leggi ed anche perché essa compaia, per così dire, fuori posto. Il Rambam in questo modo ci insegna come anelare, desiderare ed aspettare Moshaich. Anche quando il soggetto di Moshiach si presenta in modo indiretto, secondario o insignificante, noi reagiamo comunque subito. Noi dobbiamo essere così focalizzati su Moshiach, così consapevoli della nostra incompletezza in mancanza della Redenzione, che anche un commento estemporaneo susciterà in noi come preghiera un: “possa egli rivelarsi presto, amèn, possa essere questa la Volontà di D-O.”
Il nostro attaccamento a D-O
Rispetto alla terza domanda, “qual’è l’insegnamento pratico per noi oggi?”, possiamo dire che la nostra condizione attuale di esilio, comprende in sé l’impurità spirituale che risulta dalla morte. Spiritualmente noi siamo esiliati a causa dei nostri peccati, ed i peccati sono il risultato di una mancanza di sensazione, un’insensibilità verso la verità del fatto che “noi siamo attaccati al Signore nostro D-O”. Senza questo attaccamento, senza la consapevolezza di questo attaccamento, la vita stessa è incompleta. Per questo le ceneri della Mucca Rossa, usate per rimuovere l’impurità spirituale derivata dalla morte, alludono alla Redenzione, la purificazione finale e completa, la rimozione di ogni separazione fra D-O ed il popolo Ebraico. Inserendo ad ogni occasione la nostra preghiera per Moshiach, noi riveliamo il nostro desiderio innato ed il nostro attaccamento a D-O.
(Basato su Likutèi Sichòt, vol. 28, pag. 131-137)
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