La natura speciale del Capomese Pubblicato il 14 Gennaio, 2024

Il Capomese sembra un giorno feriale, in cui è permesso lavorare, ma nel suo significato nascosto e profondo, questo è un giorno miracoloso, cui appartiene una luce più elevata.

“Questo mese è per voi il Capo dei mesi”
Nella parashà Bo, ci viene ordinato il precetto della santificazione del mese: “Questo mese è per voi il Capo dei mesi”. Nonostante nel Capomese sia permesso lavorare, esso non viene tuttavia considerato alla stregua dei giorni feriali. Riguardo ai giorni feriali, la Torà comanda: “Per sei giorni lavorerai”. Secondo il significato letterale, questo verso ci insegna che nei giorni feriali è permesso lavorare.

Shabàt, giorni feriali e Capomese
La Chassidùt, però, ci rivela un altro significato, che è il testo stesso ad offrire: il verso dice “lavorerai!” Vi è quindi un obbligo di lavorare, di dedicarci alle occupazioni durante i giorni feriali. Occupandoci del lavoro nei giorni feriali, la luce Divina che viene attratta per dare esistenza e vita ai mondi, è nella forma di una luce che si veste della natura. Nello Shabàt è proibito ogni lavoro. Lo Shabàt è più elevato, ed anche la luce Divina che illumina in esso è più elevata. Nello Shabàt non illumina la luce Divina che si veste della natura e si nasconde in essa, bensì una luce più elevata. Il Capomese si trova in una via di mezzo fra lo Shabàt e i giorni feriali. Nella condotta naturale stessa del mondo, viene attratta una luce che è al disopra della natura.

Quando recitiamo l’Hallèl
Nel Capomese, noi recitiamo l’Hallèl. La preghiera dell’Hallèl è legata ad una condotta miracolosa (in essa si loda e ringrazia D-O per i miracoli). Nei giorni feriali non si recita l’Hallèl, poiché in quei giorni noi non ci affidiamo ai miracoli, ma operiamo all’interno delle leggi della natura: “E il Signore tuo D-O di benedirà in tutto ciò che farai”. Nei giorni feriali noi lavoriamo, facendo discendere con ciò una luce Divina, che si veste della natura. Neppure nello Shabàt noi recitiamo l’Hallèl. Di Shabàt ci è ordinato “Non farai alcun lavoro”. Noi dobbiamo lavorare nei giorni feriali, così che “Chi avrà faticato la vigilia dello Shabàt, mangerà nello Shabàt”. Durante lo Shabàt illumina una luce che è al di sopra della natura. Il Capomese è una via di mezzo fra i giorni feriali e lo Shabàt. Nel Capomese noi recitiamo l’Hallèl, chiedendo così di far penetrare la luce che è al di sopra della natura nella natura stessa, nelle nostre occupazioni quotidiane. Il Capomese sembra un giorno feriale, in cui è permesso lavorare, ma nel suo significato nascosto e profondo, questo è un giorno miracoloso, cui appartiene una luce più elevata.
(Da Likutèi Sichòt, vol. 2, pag. 491 – 492)

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