Lech Lechà Pubblicato il 6 Novembre, 2024

Il viaggio che l'Ebreo intraprende nel mondo, quando si mette in cammino per seguire la strada che D-O gli indica, gli permette di adempiere al suo compito fondamentale: preparare il mondo stesso alla Rivelazione Divina. Questo viaggio necessita di preparazione, consapevolezza e completa dedizione, fino al punto in cui i limiti vengono superati, per la forza dell'Infinito che D-O gli dà, quando egli si unisce a Lui, annullando la propria volontà davanti alla Sua.

La Torà racconta che il primo comando che HaShem diede al primo Ebreo, Abramo nostro padre, fu: “Va’ via dalla tua terra, dal luogo della tua nascita e dalla casa di tuo padre, alla terra che ti mostrerò.” (Bereshìt 12, 1) Ciò suscita una domanda, poiché, apparentemente, sarebbe sembrato molto più appropriato che il primo comando, che fu dato ad un Ebreo, dovesse chiarificare la natura del servizio, che bisogna rendere ad HaShem. Vi sono dei commenti che spiegano, che il viaggio di Abramo simbolizza la fase di preparazione al Servizio Divino. Per servire HaShem in modo appropriato, uno deve staccarsi da tutte le prospettive terrene. Solo dopo essersi ‘volto dal male’, uno può ‘fare il bene’ e servire HaShem nel modo desiderato. Tuttavia, dal momento che ogni concetto nella Torà ha uno scopo ed un significato di per sé, e non solo una funzione di preparazione per un altro servizio, ne consegue che anche questo comando vada visto in questa luce.

Secondo ciò, noi dobbiamo vedere il viaggio di Abramo come parte e, per l’esattezza, come principio e fondamento, del Servizio Divino di ogni Ebreo. Questo concetto può essere chiarito attraverso la spiegazione di altri punti problematici, che emergono da questo verso.

1. Apparentemente, poiché l’intenzione del comando di HaShem era che Abramo si dirigesse verso un’ altra terra, sarebbe sembrato più appropriato dire semplicemente: “Vai nella terra che ti mostrerò.” Perché è necessario citare il luogo che Abramo doveva lasciare? Se anche poi fosse stato necessario, perché usare un modo così elaborato e dettagliato: “dalla tua terra, dal luogo della tua nascita e dalla casa di tuo padre”?

2. Anche l’ordine delle proposizioni: “dalla tua terra, dal luogo della tua nascita e dalla casa di tuo padre”, è problematico, poiché sarebbe sembrato più adatto l’ordine secondo cui prima uno lascia la ‘casa di suo padre’, poi ‘il luogo dove è nato’ ed infine la propria ‘terra’. L’opposto quindi dell’ordine scelto dal verso.

3. Sarebbe sembrato giusto dare ad Abramo un’idea della natura della terra verso la quale doveva dirigersi, cosicché avrebbe potuto prepararsi e prendere con sé ciò di cui avesse avuto bisogno lì.

4. In questo verso, a differenza di altri, non si dice che D-O Stesso si rivelò ad Abramo. Il comando di HaShem viene  riportato qui direttamente, senza nessuna nota introduttiva.

I punti citati possono essere spiegati come segue: il comando che HaShem diede ad Abramo di lasciare Charàn dà inizio al servizio, che prepara al ‘Matàn Torà’, l’evento che formò l’identità degli Ebrei, come nazione scelta da D-O. Questo comando perciò,  esprime i principi fondamentali, che caratterizzano il servizio del Popolo Ebraico. L’Ebreo vive in un mondo fisico, governato dalle forze della natura, che nascondono la luce Divina. Oltre ciò, egli è nato con determinate tendenze naturali ed è influenzato dall’ambiente che lo circonda. Nonostante ciò, egli ha la possibilità di uscire da queste limitazioni e, attraverso la Torà e le sue mizvòt, servire D-O, che trascende tutte queste limitazioni. Egli può rivelare il Divino nel mondo ed elevare il mondo ad un livello superiore a quello che avrebbe potuto raggiungere altrimenti. Anche se “il mondo fu creato in uno stato di completezza”, l’Ebreo ha la potenzialità di elevarlo ad un livello ancora più alto di perfezione.

Il Midràsh spiega che, prima del ‘Matàn Torà’, vi era un decreto, che separava i mondi superiori da quelli inferiori. Il ‘Matàn Torà’ annullò questo decreto, dando la possibilità all’Ebreo di elevarsi verso i più alti mondi spirituali, pur vivendo in questo mondo materiale, e di rivelare il Divino in questo stesso mondo inferiore e materiale. La prima fase di un simile servizio è la disponibilità dell’Ebreo a lasciare “la tua terra, il luogo della tua nascita e la casa di tuo padre”. Questi tre termini riflettono tre influenze di natura generale, che influiscono sul carattere e sul comportamento della persona. “La tua terra” si riferisce alle inclinazioni fisiche e materiali di base con le quali ognuno nasce. “Il luogo della tua nascita” si riferisce a quei tratti e disposizioni, che si acquisiscono dal proprio ambiente, mentre “la casa di tuo padre” a quelle attitudini e disposizioni, che si radicano nella propria casa.

Ad un altro livello, questi tre termini riflettono tre livelli all’interno del carattere stesso della persona: “La tua terra” si riferisce alla natura di base dell’uomo, ai suoi impulsi istintivi. “Il luogo della tua nascita” si riferisce alle emozioni che vengono suscitate dai suoi pensieri, e “la casa di tuo padre” al nostro potenziale intellettuale. L’Ebreo deve essere pronto a lasciare queste influenze e  queste tendenze ed a procedere alla “terra che ti mostrerò”. Egli deve cioè  abbandonarsi alla volontà di HaShem, che è al di sopra della sua capacità di percepire e di comprendere. Ciò esprime il servizio della capacità di sacrificarsi, trascendendo il proprio intelletto ed abbandonando la propria volontà e la totalità della propria personalità a D-O. Si arriva così ad unirsi con la volontà di HaShem al punto che “la  volontà di D-O diventa la nostra stessa volontà”. Anche quando una persona dedica ogni aspetto del suo carattere al Servizio Divino, egli resta ancora un’entità individuale. Per unirsi a D-O egli deve ‘lasciare la sua terra’, le sue tendenze ed i suoi desideri, e andare ‘nella terra che ti mostrerò’.

Questo servizio noi lo ritroviamo in Abramo. Egli ‘riconobbe il suo Creatore’ all’età di tre anni, e da allora si elevò sempre di più nel servizio del bene, elargendo atti di bontà verso gli altri, proclamando e divulgando la Divinità nel mondo. Ciò nonostante, all’età di settantacinque anni, D-O gli disse che questo servizio non era sufficiente e che egli doveva andare “via dalla tua terra, dal luogo della tua nascita e dalla casa di tuo padre, verso la terra che ti mostrerò”. Quanto detto ci aiuta a risolvere le difficoltà citate in precedenza. Dal momento che una persona deve lasciare il suo stato originale, è necessario descrivere in dettaglio questo stato, enumerando le tre influenze (in ordine crescente di difficoltà), che formano il suo carattere. Poiché il suo scopo è la capacità di sacrificarsi, di abbandonarsi a D-O al punto di non percepire più la propria volontà, di non essere più governato dal proprio intelletto, la sua destinazione è descritta solamente come ‘la terra che Io ti mostrerò’. Egli non sa nulla della propria destinazione, né gli è necessaria questa conoscenza. Quanto detto ci permette anche di capire perché questo comando abbia preceduto la rivelazione di D-O ad Abramo. Solo dopo che l’Ebreo si stacca dal suo stato originale, mettendosi in viaggio ‘verso la terra che ti mostrerò’, egli si unisce con la volontà di D-O, diventando un recipiente adatto a ricevere la rivelazione Divina.

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