L’integrità dell’Ebreo Pubblicato il 6 Novembre, 2024
Con la circoncisione, Avraham arrivò al grado dell’integrità. Che cos’è l’integrità (tmimùt)? Il primo significato di questo termine è completezza, assenza di qualsiasi difetto.
“Sii integro” (Bereshìt 17:1)
Quando D-O ordinò ad Avraham Avìnu il precetto della circoncisione, gli disse: “Procedi dinnanzi a Me e sii integro”. Ciò significa che, con la circoncisione, Avraham arrivò al grado dell’integrità. Che cos’è l’integrità (tmimùt)? Il primo significato di questo termine è completezza, assenza di qualsiasi difetto. Ciò che ha una mancanza o un difetto non è completo e non è integro. Ad esempio, quando la Torà dice ‘una pecora integra’, intende una pecora che non abbia difetti. Il concetto di integrità comprende però anche un significato più elevato: non si tratta solo della mancanza di difetti, ma si indica qui qualcosa che è integro, completo in particolare. Un anno completo è quello composto da dodici mesi, mentre un anno integro è un anno bisestile, composto da tredici mesi.
Integrità tramite la circoncisione
Questi due significati li troviamo anche nel precetto della circoncisione. Innanzitutto, la circoncisione integra una mancanza, annulla la condizione di difetto data dal prepuzio. Prima della circoncisione l’uomo è incirconciso e porta su di sé un difetto, mentre la circoncisione lo rende completo, privo di difetto – integro. La seconda prerogativa della circoncisione è che essa aggiunge un’ulteriore completezza. Dopo che è stato rimosso il prepuzio e l’uomo è ormai completo, la circoncisione gli aggiunge una ulteriore qualità: il segno del patto fra l’uomo e D-O. Questa è l’integrità ulteriore che dà la circoncisione, con il fatto che essa lega l’uomo con un patto eterno a D-O, rendendolo così ancora più completo di quanto fosse prima.
Un cuore integro
Esiste però un ulteriore significato del concetto di integrità, che è la semplicità del cuore, il procedere con semplice innocenza. Come ci ha comandato la Torà: “Procedi integro con l’Eterno, il tuo Signore” (Devarìm 18:13), che Rashi spiega: “Procedi con Lui con semplice innocenza e affidati a Lui, non indagare sul futuro e accetta piuttosto qualunque cosa ti accada con semplicità”. Anche questa qualità la troviamo nel precetto della circoncisione. Questo precetto esprime infatti il completo abbandonarsi a D-O dell’uomo, che non pone alcuna domanda, ma adempie con semplicità ai comandi di D-O. E infatti ci sono commentatori che spiegano in questo modo il comando che fu dato ad Avraham “Procedi davanti a Me e sii integro”: “che non chieda il perché della circoncisione”, “che l’accetti con semplicità e non chieda che cos’è e per cos’è”.
Senza domandare
Questi tre livelli esistono anche nel significato spirituale del precetto della circoncisione, che è la ‘circoncisione del cuore’. Il primo livello, la rimozione del ‘prepuzio’, corrisponde alla liberazione dal dominio dell’istinto del male e delle passioni del cuore. Il secondo livello, l’essere integri, corrisponde alla nostra elevazione nel campo della santità, fino a rivelare la santità che risiede nella parte più profonda della nostra anima. Il terzo livello, il procedere con semplicità ed innocenza, corrisponde al nostro annullarci completamente davanti a D-O, mettendo da parte la nostra logica e la nostra volontà personale, per adempiere solo e semplicemente alla volontà di D-O, con totale sottomissione. Con un simile servizio Divino, meriteremo il realizzarsi di ciò che D-O disse ad Avraham: “Diverrai padre di una moltitudine di nazioni”. E così meriteremo anche di vedersi realizzare la meta finale, la Redenzione vera e completa, al più presto, con il nostro giusto Moshaich.
(Da Likutèi Sichòt vol. 30, pag. 44)