Miracoli di Nissàn Pubblicato il 10 Aprile, 2024
La prognosi era tutt'altro che rosea: bisognava amputare, per non mettere in pericolo la vita. Cosa si poteva fare? Forse, un ultimo tentativo...
Senza perder tempo presi un volume dell’Igròt Kòdesh, rivolsi mentalmente la mia richiesta e aprii. La risposta che compariva, trattava dell’importanza della pace e del ‘risiedere della pace’… “Rav Izchak, – mi rivolsi al mio amico per telefono – secondo il contenuto della risposta, sembra che vi sia lì una lite con qualcuno, ed il Rebbe vuole che fra di loro ‘risieda la pace’. Senz’altro ciò porterà delle buone notizie.” La conversazione si concluse così, se non che, dopo pochi minuti, egli mi richiamò emozionato. “Rav Moshe, la famiglia dice che, effettivamente, esiste un problema doloroso, che richiede, come soluzione, che ‘la pace risieda’ fra loro. La famiglia vorrebbe parlarti.”
Erano circa le cinque e mezza, quando una delle figlie chiamò e raccontò di come erano rimasti sorpresi della ‘diagnosi’, dato il problema esistente fra la madre e la cognata, ed anche quello con una vicina, ma…. cosa si può fare? Le dissi che, secondo me, era essenziale portare la cognata e la vicina all’ospedale, in modo che si scusassero fra di loro, lì vicino al letto dell’ammalata, e che esse stesse le dessero la loro benedizione per una pronta guarigione. Di sicuro si sarebbero potuti vedere presto buoni risultati.
Alle nove e mezza ricevetti una telefonata. Era una delle figlie, che, con grandissima emozione, raccontò: “Abbiamo seguito il consiglio. Sia la cognata che la vicina sono venute all’ospedale e lì, vicino al letto di mia madre, hanno fatto pace. Esse le hanno dato una benedizione di completa guarigione e di lunghi anni di salute e serenità. E …pochi minuti fa, i dottori ci hanno chiamato, per dirci che, in modo del tutto inspiegabile, il sangue ha ripreso a circolare nella gamba, fatto che rende superflua l’operazione e consente un normale trattamento a base di farmaci, grazie a D-O. Siamo semplicemente sbalorditi e felici per il miracolo.”
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