Perché fu cambiato il nome di Yacov? Pubblicato il 10 Dicembre, 2024
“ Il tuo nome non si dirà più Yacov, bensì Israel". Yacov e Israel, rappresentano due livelli generali del popolo d’Israele.
“Il tuo nome non si dirà più Yacov, bensì Israel” (Bereshìt 32:29)
La parashà Vayshlàch racconta di come Yacov Avìnu meritò di cambiare il proprio nome da Yacov a Israel. Ciò accadde quando egli combatté con l’angelo e si rifiutò di lasciarlo andare fino a che non lo avesse benedetto. E la benedizione dell’angelo fu: “ Il tuo nome non si dirà più Yacov, bensì Israel, poiché hai prevalso su esseri divini e su persone e li hai sopraffatti”. Questi due nomi, Yacov e Israel, sono anche i nomi con cui è chiamato tutto il popolo ebraico. A volte il popolo ebraico è chiamato Yacov e a volte Israel.
Figlio e servo
La Chassidùt spiega che questi due nomi, Yacov e Israel, rappresentano due livelli generali del popolo d’Israele. Vi è una condizione del popolo d’Israele in cui esso è chiamato ‘servo di D-O’, ed una condizione in cui esso è chiamato ‘’figlio’. Quando il popolo d’Israele è solo al livello di ‘servo’, esso è chiamato Yacov, come è detto: “Ordunque ascolta, Yacov Mio servo” (Isaia 44:1); quando invece esso si eleva al grado di ‘figlio’, è chiamato ‘Israel’, come è scritto: “Il Mio figlio primogenito è Israel” (Shemòt 4:22). La differenza fra figlio e servo è piuttosto chiara. Quando un figlio fa la volontà di suo padre, la fa con gioia, con amore, con piacere. Un servo, invece, non sempre vuole obbedire ai comandi del suo padrone; spesso egli esegue l’ordine solo perché vi è costretto e con la sensazione di non avere scelta.
Gioia e piacere
Queste due condizioni esistono anche nel nostro servizio Divino. Un Ebreo può studiare Torà, pregare, compiere i precetti e servire il suo Creatore con gioia e piacere, come un ‘figlio’; ed egli può fare invece tutto ciò solo per costrizione e mancanza di scelta, come un ‘servo’. Questo è il vantaggio di ‘Israel’ su ‘Yacov’: quando un Ebreo è al livello di ‘Israel’, egli corre con gioia a servire D-O e non vi è in lui alcuna lotta interiore contro l’istinto del male in proposito. Essere invece al livello di ‘Yacov’, significa che nell’Ebreo l’istinto del male non si entusiasma più di tanto per il servizio Divino ed egli dovrà quindi combattere e prevalere su di esso. Come conseguenza, l’Ebreo servirà D-O a volte solo per sottomissione (accettazione del giogo).
Non scoraggiarsi
È chiaro che il grado di ‘Israel’ rappresenta la perfezione verso la quale dobbiamo sforzarci, e purtuttavia noi non possiamo arrivare a ciò senza passare prima per la fase di ‘Yacov’. In altre parole: quando un Ebreo si lamenta del fatto che gli è difficile servire D-O e che non sempre ha voglia di osservare la Torà e i precetti, egli deve sapere che questa è una condizione naturale all’inizio del cammino. L’uomo non può scacciare d’un colpo l’istinto del male da dentro di lui e trasformare la volontà di D-O nella propria volontà. All’inizio (anche se questo inizio si protrae per anni), l’istinto del male si oppone, combatte, cerca di disturbare, ma se noi lo affrontiamo con costanza e ostinazione, senza scoraggiarci, riusciamo a prevalere su di esso e ad arrivare alla condizione nella quale una vita di Torà e precetti diventa un piacere, un qualcosa che l’uomo segue con gioia. Questa è la ragione per la quale, anche dopo che Yacov Avìnu ha ricevuto il nome di Israel, è ancora chiamato col nome di Yacov (non come Avraham Avìnu, il cui nome precedente, Avram, fu annullato completamente). Infatti, nonostante il livello di ‘Israel’ sia più elevato, abbiamo ancora bisogno del livello di ‘Yacov’ per arrivare ad esso.
(Da Likutèi Sichòt, vol. 3, pag. 795)